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Libero Rassegna Stampa
15.12.2011 Musulmani in Italia, un rapporto con molte ombre
La cronaca di Andrea Morigi

Testata: Libero
Data: 15 dicembre 2011
Pagina: 21
Autore: Andrea Morigi
Titolo: «Telefoni alla moschea e risponde il Pd»

Andrea Morigi analizza su LIBERO, oggi 15/12/2011, a pag.16, con il titolo "Telefoni alla moschea e risponde il Pd" i rapporti tra i residenti musulmani e l'Italia - Milano, in particolare - e i problemi che esistono sulla valutazione dell'influenza che il fondamentalismo islamico ha sulla formazione degli imam che operano in Italia.
Ecco l'articolo:

                                                     Khaled Chaouki

Islam e Pd sono ormai una coppia di fatto. Sabato prossimo, potrebbero ufficializzare la loro unione, davanti al vicesindaco Pd di Milano, Maria Grazia Guida, e del delegato al Dialogo interreligioso della Diocesi ambrosiana, don Gianfranco Bottoni, entrambi attesi come ospiti al convegno della Federazione delle moschee marocchine. Del resto, la segreteria organizzativa dell’evento è curata da Khalid Chaouki, che indossa anche i panni di responsabile nazionale “Nuovi Italiani” del Partito democratico. Un traitd’union, che nella sua doppia veste mette a disposizione anche il suo recapito telefonico personale per fornire informazioni sull’evento, alla stampa e agli interessati. Insomma, se chiami la moschea risponde il Pd. Oppure, palindromicamente, se chiami il Pd risponde la moschea. In fondo, si tratta pur sempre di una promessa che il feeling fra il centrosinistra e le organizzazioni islamiche potrebbe trasformarsi in un rapporto più duraturo. Del resto, Chaouki è l’uomo giusto sul quale puntare. Possiede le naturali ambizioni di un giovane, ma anche le capacità relazionali di un esperto frequentatore della vita politica italiana e della composita galassia islamica ospite del nostro Paese. Due giorni fa era presente anche alla conferenza stampa di presentazione dell’Associazione islamica italiana degli imam e delle guide religiose, tenutasi presso la sede romana della Fnsi. La nuova associazione è diretta dall’imam di Verona Anwar Alnnihmi, un teologo yemenita, laureato presso l’università islamica al-Iman di Sana’a, ateneo fondato dallo sceicco Abdel Majid al-Zindani, teorico ispiratore di molti fondamentalisti islamici, tanto da essere inserito nel 2004 nella lista dei “terroristi globali” stilata dagli Stati Uniti. Un soggetto pericoloso, che predica il jihad contro gli israeliani e ha fatto anche da consigliere allo scomparso fondatore di Al Qaeda, Osama Bin Laden. È naturale, dato il background associativo, che siano piuttosto scarse le proposte su integrazione, o interazione, tra i musulmani presenti in Italia, stimati in circa due milioni, e gli stessi italiani. Non passa sotto silenzio neppure la somiglianza del logo scelto dall’associazione con ilsimbolo che rappresenta i Fratelli musulmani, che riproduce due spade incrociate con al centro il libro del Corano chiuso. Sembra quello dell’associa - zione italiana, se capovolto e raffigurato con il Corano aperto. Ce n’è abbastanza per mettere in allarme i musulmani moderati, ai quali da voce Souad Sbai, parlamentare del Pdl, secondo la quale «questa nuova uscita dei vari fondamentalismi che rincorrono, ormai lo abbiamo capito, i tecnici per poter ritrovare la credibilità ormai perduta grazie alle battaglie dei moderati» sta a indicare in modo «evidente che un’intera galassia estremista è in fermento». Ne ha anche per il convegno di sabato a Milano, in cui vede il «segno della volontà di primeggiare in uno scenario ben conosciuto alle cui spalle c’è sempre l’ombra della fratellanza per alcuni e del salafismo per altri». Tutti soggetti «che riemergono come funghi dopo la pioggia», a suo giudizio, nonostante lo sforzo compiuto dal ministro dell’Interno, RobertoMaroni, per favorire l’emersione delle comunità islamiche “sommerse”, la trasparenza delle moschee e dare garanzie agli imam, le loro guide religiose.

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