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Da che parte sta la modernità 12/12/2011

Buongiorno, mi chiamo Gianluca e sono di Bari. Sono un vostro fedele lettore in quanto ritengo correttissimo  il modo di lavorare e lodevole il vostro impegno pro-Israele inviandoci notizie che da radio e Tv non avremmo mai ricevuto.
vi scrivo però per farvi un piccolo appunto; leggendo l'articolo di Piera Prister sul candidato repubbliano alla Casa Bianca mi sembra di capire che per vincere le elezioni negli USA bisognerebbe essere laici o meglio non credenti.
Non mi sembra corretto dire che è  fuori dal tempo e dalla storia chi è contrario a convivenze eterosessuali e omosessuali con allegati relativi benefici econmici. Io ho 30 anni, sono un evangelico e voto proprio chi (oltre ad essere filo-israeliano) è anche rispettoso dei valori e dei principi bibblici che nessuno può impedire ad un'altro di osservare. 

 Cordiali saluti.
Gianluca.

Gentile Gianluca, chi sta dalla parte della modernità non impedisce a nessuno di pensarla diversamente. Sono semmai coloro che la pensano come Gingrich a stabilire una uniformità di comportamenti che va contro le stesse basi di una società libera e democratica. Non basta essere pro Israele, che, tra l'altro, è un paese che ha realizzato una società che è l'esatto contrario di quella che si prefigura Gingrich. Si possono condividere le sue idee in fatto di politica estera, ma se vuole diventare Presidente degli Stati Uniti, deve sapere fin da ora che il voto di un numero enorme di repubblicani non l'avrà, e di conseguenza la vittoria di Obama è certa fin da ora. IC apprezza il sostegno degli evangelici a Israele, ma non ritiene che debbano essere i canoni religiosi a stabilire le regole del vivere civile.
Cordialmente,
IC redazione


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