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Ugo Volli
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Un delirio che pagheremo tutti 05/12/2011

Un delirio che pagheremo tutti

Cari amici,

vi piace Hilary Clinton? Con quella faccia un po' così, da una che ne ha viste tante, ha un po' di mal di fegato e dormito male la sera prima (tutte le sere prima)... Insomma, ognuno ha i suoi gusti, e anche Hilary ce l'ha, dopo tutto si è sposata Clinton, coi risultati che sappiamo...

Uno dei gusti di Hillary è che non le piace Israele, le ricorda troppo l'Iran (http://ansamed.ansa.it/ansamed/it/notizie/stati/israele/2011/12/04/visualizza_new.html_10165187.html), perchè ci sono degli autobus sui quali le donne sono separate dagli uomini. Quegli autobus non piacciono per nulla neanche a me e alla maggior parte degli israeliani, se n'è occupata anche la Corte Suprema, la quale ha stabilito che possono funzionare così solo se c'è il consenso dei passeggeri (e guardate che spesso c'è perché si tratta di linee che servono le comunità haredì, dove naturalmente ci sono anche donne che per educazione aderiscono a quel modello di relazioni). Israele è una società pluralista in cui c'è posto per gli haredim e per il mondo gay di Tel Aviv, per gli arabi per i cristiani e per i Bahai, per tutte le minoranze, nel rispetto della libertà di tutti. Il che non è esattamente quel che accade a Teheran e dintorni. Autobus del genere ci sono anche a New York, e se n'è parlato appena poche settimane fa (http://visconti.blogautore.espresso.repubblica.it/2011/10/20/donne-e-uomini-separati-sullautobus/); del resto, sui giornali abbiamo appena letto che c'è una chiesa in Kentucky che rifiuta i matrimoni fra "bianchi" e "neri" (http://www.giornalettismo.com/archives/173895/la-chiesa-che-non-sposa-i-bianchi-coi-neri/): dobbiamo dire che negli Stati Uniti regna l'apartheid? Certo che no, fino a che si tratta di una posizione  minoritaria e non sostenuta dallo stato.

Ma il discorso di Hilary è interessante, perché ci spinge su due linee di pensiero: la prima è che sulla infelice dichiarazione di Hilary si sono buttate le organizzazioni non governative israeliane di sinistra, sempre felici di diffamare il loro paese. Il quale starebbe diventando addirittura fascista, per aver fatto una legge che aumenta le multe per i giornalisti che fanno diffamazione (peraltro punita anche pesantemente in tutto il mondo civile), un'altra che considera reato il boicottaggio (come negli Stati Uniti e in Francia), un'altra che impone alle ONG politiche un limite ai finanziamenti ottenuti da governi esteri (ancora come negli Stati Uniti). E pensate che qualcuno ha proposto che i giudici della Corte Suprema passino prima di essere nominati un'audizione in parlamento (come succede ancora negli Usa; da noi è peggio, perché un terzo è di nomina parlamentare, altri designati dal presidente della repubblica, che è sempre un politico). E' fascismo, questo? Repressione? Fine della democrazia? E allora sì, hanno ragione l'Iran e gli estremisti nostrani: la democrazia non c'è da nessuna parte e Ahmadinejad è uguale a Cameron, Assad è come Obama, Israele come l'Iran. O magari anche peggio, visto che vi abitano tanti ebrei.

Il secondo discorso è più serio. Sapete qual era stata l'ultima precedente uscita della Clinton sul Medio Oriente? Eccola, datata una settimana fa: "“Se la forza politica più potente in Egitto continuerà a essere una stanza piena di generali non eletti, ci sono i presupposti per futuri disordini e l’Egitto avrà perso un’occasione storica. Gli Stati Uniti si aspettano un calendario chiaro per la transizione” (http://www.ilfoglio.it/soloqui/11325).  Sappiamo tutti com'è andata: hanno vinto clamorosamente i Fratelli Musulmani, con un grande peso per una forza addirittura peggiore, i salafiti, E la prima cosa che hanno detto è stata l'esigenza di eliminare come immorali i luoghi di lavoro misti. Non le spiagge, gli uffici. E tutto il resto. Altro che l'Iran, con l'incoraggiamento americano l'Egitto sta andando verso l'Arabia Saudita, dove le donne non possono guidare. Si dirà, i soliti ingenui americani. Anche. Ma guardate come prosegue la penultima notizia di Clinton sul Medio Oriente: "La settimana scorsa un vice della Clinton, Jacob Walles, ha incontrato per la prima volta i vertici del partito Libertà e Giustizia, paravento politico della Fratellanza musulmana, nel loro quartiere generale del Cairo. Chi era presente dice che il dipartimento di stato cerca un dialogo regolare con il partito dei Fratelli islamici, perché è sicuro del loro successo alle elezioni."

Insomma, non si può dire che non sapessero. Ma la Clinton non si preoccupa di quel che avverrà alle donne dell'Egitto, al fatto che la Libia è governata da un ex di Al Qaeda, che in Tunisia l'integralismo domina, che tanti altri paesi sono sulla stessa strada, che una marea nera sta travolgendo tutto il mondo arabo. No, si chiede quanto Israele somiglia all'Iran: forse l'insonnia le ha bevuto il cervello. O forse è pura ideologia: parlar male di Israele va sempre bene, gli arabi vanno difesi a prescindere. E' un delirio che pagheremo tutti. Come dice il proverbio latino, Dio se vuol distruggere qualcuno, gli toglie il cervello.

Ugo Volli


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