La guerra contro il nucleare iraniano è già iniziata.
di Piera Prister
Piera Prister, a destra Daniel Pipes
Israele e’ la nostra sola speranza di democrazia e di civilta’ in un Occidente che si avvia verso il declino, in ginocchio davanti ai petrodollari che invadono le banche occidentali, che comprano giornali e network televisivi, e che in nome del moderno multiculturalismo sono in grado di farci accettare come buona, la penetrazione della Legge Islamica o Sharia, prospettandoci che magari in Egitto quello dei Fratelli Musulmani sia un partito democratico.
I Fratelli Musulmani anche se sono acculturati professionisti e d’aspetto occidentale, magari in giacca e cadillac come lo era Said Ramadan padre di Tariq, sono solo dei fanatici islamisti, nipoti dei loro nonni antisemiti, autori di pogrom, alleati dei nazisti e che aprirono l’Europa alla penetrazione islamista da cui sono partiti i terroristi del The World Trade Center di New York.
Ora sono i diretti eredi del nazismo.
E’ un conforto pensare che Israele esista, viva e prosperi e che sia difesa dalle forze armate di Tzahal, Israel Defence Forces, pronte a combattere e a vincere nella difesa del paese come gia’ nel 1948, 1956, 1967, 1973 e nel 1982, nelle intifade palestinesi e nelle guerre in Libano. “The same resilience will continue to ensure “THE GREATEST MIRACLE OF MODERN TIMES” . (Yaakov Katz, military corrispondent and defense analyst for J.Post e for Jane’s Defence Weekly).
Anche noi guardiamo con stupore alla meraviglia di Israele che ha avuto la forza di resistere attraverso i millenni alle forze avverse sempre incombenti, affinando il suo pensiero a tal punto da essere capace d’usare un moderno warfare e cyberfare nella difesa del paese per ritardare il processo d’arricchimento dell’uranio dei mullah, solo mandando in tilt migliaia di centrifughe, senza sparare un colpo.
Ben fatto! Israele, di questo passo, mettera’ tutti nel sacco, ne siamo sicuri.
Tutti gli occhi ora sono puntati verso Israele, come quelli di Barack Obama che ha chiesto a Bibi Netanyahu d’essere avvertito nel caso l’amministrazione israeliana decidesse di attaccare l’Iran in un pre-emptive attack.
Ma il PM israeliano ha risposto che se ne guardera’ bene dal farlo.
Quello che ci sgomenta e che tutti stanno prendendo alla leggera la minaccia atomica iraniana, tutti tranne Israele, incapaci come sono di discernere i confini tra il bene e il male.
“Time is running out” il tempo sta per scadere, con un’Europa tentennante e un Barack Obama che se non prendera’ subito una decisione, sara’ ricordato dalla storia come quel presidente di una grande nazione democratica come l’America che ha permesso a dei pazzi come gli ayatollah con Khamenei in testa, di munirsi di armi atomiche.
Ma finche’ esiste Israele nulla e’ perduto, Israele, uno stato piccolo ma forte di millenni di storia e di civilta’, in cui la legge mosaica di non uccidere, di onorare il padre e la madre, di rispettare il giorno del riposo settimanale dalla fatica del lavoro per gli uomini e per gli animali, ha influenzato per la sua universalita’ il mondo intero sin dalla notte dei tempi.
E’ ora diventato uno stato moderno e avanzato in tecnologia elettronica, e’ esperto nell’arte della guerra sui campi di battaglia e al computer, e cosi’ ha perfezionato il suo potenziale bellico, la sua difesa.
Che l’Iran abbia quasi ultimato i suoi ordigni di distruzione di massa sembra chiaro e nessuno puo’ negarne l’evidenza ormai, compresa l’agenzia AIEA che ha allertato anche coloro che fanno finta di niente.
Sono quelli che si cullano all’idea che potrebbero scansarsi se il mondo crollasse loro addosso. Potenza della stupidita’ di coloro che credono che sia piu’ importante farsi amico un Iran governato da quei pazzi -come ieri tutti sostenevano quel pazzo forsennato di Hitler- piuttosto che sostenere la causa di Israele e la propria libertà.
Israele non si arrende, deve affrontare la prova da solo e sta mettendo a fuoco nuove strategie belliche del terzo millennio, tramite l’utilizzo di alta tecnologia informatica, elettronica e satellitare: (Wall Street Journal, Jamsheed K. Chosky “How to Topple the Ayatollahs” Front Page Magazine e American Thinker)
1) Una buona strategia militare che pero’ non e’ nuova, e’ l’utilizzo della “misdirection”, l’arte di indirizzare il nemico nella direzione sbagliata, cioe’di far credere a lui e a tutti gli altri che colpira’ i siti nucleari iraniani quando invece si sta concentrando su ben altro come per esempio, distruggere le Forze di Difesa Aerea iraniane, Iran’s Air-Defence capabilities, quando ancora sono a terra, prima che possano decollare, una tattica che Israele uso’ nel ‘67 in Egitto nella Guerra vittoriosa dei 6 Giorni. Anche i missili di fabbricazione sovietica
S-300 SAMs e le rampe di lancio devono essere distrutti prima, tramite incursioni aeree. E cosi’ anche le navi e i sottomarini nel Golfo Persico e negli stretti di Hormuz. Israele potrebbe attaccare qua e la’ e poi di nuovo riattaccare, disorientando il nemico, sfruttando sistemi sofisticati elettronici.
2) Israele, grazie alle sue spie satellitari, ai sofisticati GPS e ai suoi droni telecomandati, potrebbe colpire i siti atomici uno dopo l’altro, dopo aver scompaginato le forze armate paramilitari iraniane. Forse non e’ nemmeno necessario distruggere quei siti atomici, sepolti in gallerie sotterranee, basterebbe ostruirne il passaggio in entrata e in uscita, intrappolando chi gia’ sta dentro, tra scienziati e operatori ed impedendo ad altri di entrarvi. Ci vorrebbe molto tempo prima di riaprire i passaggi e riattivare tutti i congegni.
4) ll popolo iraniano inoltre e’ notoriamente filo-occidentale ed e’ pronto a sollevarsi contro il dispotismo dei mullah, data la repressione e l’isolamento internazionale in cui e’ tenuto, chissa’ che non avvenga prossimamente e quello sarebbe il momento di attaccare le postazioni dei Guardiani della Rivoluzione e le forze paramilitari Basij che sono al servizio di Ali Khamenei e del suo lacche’ Ahmedinejad e non degli Iraniani, prima che possano nuocere, promuovendo l’abbattimento di quell’odiato regime.
Israele e’ isolato e non puo’ fare affidamento sugli Stati Uniti, il suo tradizionale alleato, con un presidente Obama che non ha mai nascosto la sua avversione ad Israele. Sappiamo che qui negli Stati Uniti la minaccia dei missili iraniani a testata nucleare che potrebbero colpire citta’ americane, e’ sentita come seria soprattutto negli ambienti militari e dall’opposizione che si raccoglie intorno ai candidati presidenziali, ma sappiamo anche che Obama come Commander in Chief non e’ convincente e non ha mai preso la decisione di attaccare per primo ma preferisce accodarsi, come e’ avvenuto in Libia.
Il presidente d’Israele, Shimon Peres ha detto che la possibilita’ di un attacco militare contro l’Iran e’ ora piu’ vicina di un’opzione diplomatica. “The possibility of a military attack against Iran is now closer to being applied than the application of a diplomatic option” e se il Mossad e’ dietro la recente esplosione alla base missilistica iraniana, e’ chiaro che Israele si sta muovendo nella sua e nell’altrui difesa. Proprio oggi 2 dicembre, il quotidiano israeliano Haaretz ,a proposito, cosi’ titola la notizia: “The war against Iran’s Nuclear Program Has already Begun”, la guerra contro il programma nucleare iraniano e’ gia’ iniziata. Piera Prister Bracaglia Morante