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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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La Stampa Rassegna Stampa
02.12.2011 Scontro di civiltà? Noooooooo!
Donne stuprate e poi condannate a carcere e fustigazione per 'adulterio'

Testata: La Stampa
Data: 02 dicembre 2011
Pagina: 21
Autore: Redazione della Stampa
Titolo: «Subisce uno stupro collettivo : il Tribunale Saudita condanna lei - Karzai grazia la ragazza stuprata perché adultera»

Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 02/12/2011, a pag. 21, la breve dal titolo " Karzai grazia la ragazza stuprata perché adultera ", preceduta dal nostro commento e seguita dalla breve dal titolo " Subisce uno stupro collettivo : il Tribunale Saudita condanna lei" ( http://scettico72.blogspot.com/2011/12/arabia-saudita-la-vittima-di-uno-stupro.html).

Nella vignetta a destra, il giudice saudita dice : " E 10 colpi di frusta in più per aver mostrato il sedere in pubblico"
Ecco i due pezzi:

La STAMPA - " Karzai grazia la ragazza stuprata perché adultera "

Il titolo è disinformante, dato che non specifica a quali condizioni la ragazza è stata 'graziata', se di grazia si può scrivere.
La donna, dopo essere stata violentata e incarcerata come 'adultera', infatti, per uscire dal carcere dovrà sposare il suo stupratore. Nel titolo, invece, Karzai, lo stesso che mesi fa approvò una legge che consentiva lo stupro coniugale, passa quasi per paladino dei diritti della vittima.
C'è da chiedersi se chi ha redatto il titolo l'abbia fatto sotto dettatura di un ufficio stampa di Karzai. Anche la breve, per altro, lo sembra. Manca solo un 'Tutto è bene ciò che finisce bene' o 'E vissero tutti felici e contenti'.
Ecco la breve:

Una ragazza afghana violentata da un parente e incarcerata due anni fa con l’accusa di adulterio, uscirà di prigione dopo essere stata perdonata da una Commissione giudiziaria presieduta dal presidente Hamid Karzai. La donna ha accettato di sposare l’autore della violenza, da cui ha avuto un figlio. La Commissione si è espressa favorevolmente al condono del resto della pena che la ragazza doveva scontare, «dato anche il consenso delle parti a un matrimonio che si svolgerà a certe condizioni». «All’inizio - ha detto la giovane, di nome Gul Naz - la sentenza ai miei danni fu di due anni di carcere. Che in un appello diventarono 12. Ma io non avevo fatto nulla e non riuscivo a capire perché sarei dovuta restare in carcere così a lungo». Per risolvere il caso 5.000 donne, una cifra enorme per un paese come l’Afghanistan, hanno firmato una petizione che ha attirato l’attenzione delle autorità che hanno riesaminato il caso. Secondo i media Gul Naz si è sempre rifiutata di sposare il suo stupratore, ma alla fine ha accettato a condizione che suo fratello potesse sposare la sorella del suo futuro coniuge, come garanzia di non dover subire ulteriori violenze.

" Subisce uno stupro collettivo : il Tribunale Saudita condanna lei "

Il tribunale di Djeddah ha pronunciato il verdetto sabato dopo il consenso della vittima, che ha riconosciuto avere avuto rapporti sessuali forzati con un uomo che gli aveva offerto di accompagnarla in automobile. L'uomo, racconta la vittima, l' ha portata in una casa situata all'est di Djeddah. È stato lí che l'uomo insieme a quattro suoi amici l'hanno violentato tutta la notte.

Accorgendosi che era incinta poco tempo dopo, andó all'ospedale Roi Fahd per tentare di abortire. Era allora incinta di otto settimane, ha confermato l'ospedale.
Secondo il decreto del giudice, la donna sarà imprigionata in una prigione fuori da Djeddah dove sconterà la sua pena e sarà frustata dopo il parto del suo bambino a cui sarà dato il nome di famiglia della madre.

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