Disoccupiamo gli autobus
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli
Cari amici,
mi dispiace moltissimo per voi. Davvero. D'altro canto, dovete capire, capita. Con la stampa ferocemente filosionista che domina l'Italia, succede. Che sia filosionista lo dice Infopal, e ci dovete credere. Fatto sta che mi dispiace. Vi siete persi una cosa importante. Una importantissima azione di lotta. E dato che ve la siete persa, non sapete neppure di cosa si tratta, rimpiangere quel che vi è stato sottratto. Ma adesso ve lo dico io, così metto le cose a posto.
Dovete sapere che qualche giorno fa si è svolta una bellissima manifestazione nei territori occupati, largamente annunciata in precedenza dai giornalisti occidentali, anche dai nostri italiani. Si trattava di disoccupare se non le terribili colonie, almeno gli autobus che vi portano. Dovete sapere che gli israeliani (pardon, gli entitari sionisti, o se volete adeguarvi alla terminologia palestinese, gli "ebrei") si muovono molto in autobus e che questi, essendo un tradizionale oggetto di terrorismo (pardon, di azioni di lotta o se volete di meritevolissimo "martirio") sono molto sorvegliati e quelli per le cittadine edificate oltre la linea verde (pardon, le "colonie") possono essere presi solo da coloro che hanno diritto e ragione per andarci. Ora in genere, sempre per via delle azioni di martirio, i palestinesi non sono ammessi nelle "colonie" che vogliono cancellare, salvo che vi lavorino o abbiano altre buone ragioni; d'altro canto gli israeliani (entitari o "ebrei"), non possono assolutamente entrare nelle larghe zone sotto amministrazione palestinese e in particolare nelle loro città. Non è solo una questione di legge, che proibisce agli "ebrei" l'accesso alla zona A; ma soprattutto di vita. Chi per caso ci è capitato, negli ultimi anni, non ne è più uscito. Dunque anche gli autobus che vi si recano sono proibiti agli israeliani.
Questa proibizione non dà fastidio ai palestinesi che vogliono la "loro" terra judenrein, senza ebrei (così sarà assolutamente la futura palestina liberata. Ma l'altro divieto, quello di entrare nelle "colonie" e negli autobus che vi si recano, dà invece assai noia ai nostri eroi, che non possono martirizzarvisi come vorrebbero. I pacifisti dunque e le organizzazioni di sinistra hanno pensato bene di organizzare una manifestazione "pacifica di massa" per liberare gli autobus "segregati" (quelli senza martiri palestinesi, naturalmente, non quelli senza ebrei) e hanno avuto anche la pensata di marketing di riallacciarsi alle azioni di lotta alla segregazione promosse da Martir Luther King (che pure era molto amico di ebrei e "entità sionista": http://ideadiversa.blogspot.com/2011/04/sul-sionismo-martin-luther-king.html; http://www.youtube.com/watch?v=hwdYRrWAB9E ).
Pacifica la manifestazione è stata, certo: è sempre un errore mostrare subito il coltello, se si vuole un martirio di successo, cioè che elimini qualche ebreo. Di massa, non lo so. Giudicate voi. I numerosi giornalisti presenti (molte decine a quanto pare) hanno contato esattamente quelli che hanno cercato di desegregare gli autobus dell'apartheid e hanno concluso tutti che erano ben sei. (http://www.jpost.com/Opinion/Columnists/Article.aspx?id=246179) Ora sei manifestanti hanno certamente una massa, diciamo intorno ai 400 chilogrammi. Ma sono una massa? Decidete voi. Fatto sta che di questa grande manifestazione di massa non avete più sentito parlare, nonostante il suo grande successo. Mi dispiace. Per voi. Ma ora lo sapete e potete giudicare. Soprattutto potete rendervi conto di quanto sionisti e parziali siano i media italiani.
Ugo Volli