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La Stampa Rassegna Stampa
24.11.2011 Torna all'Italia la gestione della missione Unifil in Libano
Tra i favoriti, il generale Paolo Serra. Cronaca di Paolo Mastrolilli

Testata: La Stampa
Data: 24 novembre 2011
Pagina: 20
Autore: Paolo Mastrolilli
Titolo: «Libano, la missione Unifil nelle mani di un italiano»

Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 24/11/2011, a pag. 20, l'articolo di Paolo Mastrolilli dal titolo "Libano, la missione Unifil nelle mani di un italiano".


Unifil                                           Hezbollah

L’Italia riprenderà il comando della missione Unifil in Libano, a partire da gennaio, e il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon ha completato la selezione dei candidati. Nei corridoi del Palazzo di Vetro danno per favorito il generale torinese Paolo Serra, che si troverà a gestire una situazione allo stesso tempo molto delicata, e di grande prestigio per il nostro Paese.

Unifil era stata istituita dal Consiglio di Sicurezza nel marzo del 1978, con le risoluzioni 425 e 426, ma aveva preso la sua configurazione attuale nell’agosto del 2006, alla fine del conflitto tra Israele ed Hezbollah nel sud del paese. Allora il mandato era stato ampliato per creare un cuscinetto nella zona meridionale del Libano, allo scopo di prevenire la ripresa del conflitto, e il contingente era salito da 2.000 a 12.300 uomini. L’Italia lo aveva già comandato dal 2 febbraio del 2007 al 28 gennaio del 2010, con il generale Claudio Graziano, che poi aveva passato le consegne al collega spagnolo Alberto Asarta Cuevas. In questa fase, però, la situazione si è complicata. Alcune leggerezze commesse da Cuevas sul piano del comportamento personale lo hanno esposto alle critiche, e forse in certi casi al ricatto, delle parti con cui doveva dialogare. Nel frattempo la tensione politica tra Israele ed Iran ha continuato a crescere, a causa del contrasto sul programma nucleare di Teheran, con le voci degli ultimi tempi che parlano con insistenza della possibilità di un intervento militare. Tutto questo, unito ai disordini in corso nei confini dell’alleato siriano, ha avuto un impatto su Hezbollah, e quindi sulla stabilità della zona cuscinetto con lo Stato ebraico che Unifil si trova a gestire.

Al momento la missione è composta da 12.304 uomini, di cui 1.686 italiani, 1.439 francesi, 1.356 indonesiani, 1.069 spagnoli, e circa novecento ghanesi e indiani. Roma, che è il primo fornitore occidentale di caschi blu e il sesto contributore al bilancio delle operazioni Onu di peacekeeping, aveva presentato una terna di candidati molto qualificati e con grande esperienza: il generale Paolo Serra, proveniente dagli Alpini; Flaviano Godio, che viene dalla Cavalleria; e Leonardo di Marco, in origine artigliere. Ban Ki-moon li ha intervistati il 15 novembre scorso e dovrebbe annunciare la sua scelta alla metà di dicembre, affinché il passaggi di consegne possa avvenire entro fine gennaio.

Serra ha comandato il battaglione degli Alpini «Susa», il Nono Reggimento con cui era stato in Kosovo, e la brigata Julia, con cui era andato in Afghanistan. In Libano troverà una situazione delicata, dove l’Italia tornerà al centro dell’attenzione della comunità internazionale, che ci ha chiesto di riprendere la guida di Unifil. Il suo compito sarà disinnescare le tensioni crescenti, in una zona del mondo che troppo spesso minaccia di trasformarsi in un teatro di guerra.

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