martedi` 22 ottobre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






Informazione Corretta Rassegna Stampa
23.11.2011 Incontro con il prof. Bernard Lewis
di Piera Prister

Testata: Informazione Corretta
Data: 23 novembre 2011
Pagina: 1
Autore: Piera Prister
Titolo: «Incontro con il prof. Bernard Lewis a National Review»

Incontro con il prof. Bernard Lewis a National Review 
di Piera Prister

Nell'immagine a destra, Piera Prister con Bernard Lewis

Sulla nave da crociera Euradam che oggi,  12/11/2011 e’ appena salpata da Fort Lauderdale, Florida, National Review che e’ un on-line magazine molto popolare, ha organizzato per sette giorni un simposio neocon di incontri, seminari, dibattiti e discorsi di grandi personalita’ del mondo accademico, politico, giornalistico, economico e storico. Nomi di spicco sono il prof. Bernard Lewis; John Bolton, ex ambasciatore all’ONU; Victor Hanson, professor of Classics from Stanford University; John O'Sullivan, editor for National Review and speech writer for Margaret Thatcher; Tim Pawlenty, governor of Minnesota; Elliot Abrams, deputy national security advisor in the administration of president George Bush; Mark Steyn, a best selling author, il cui ultimo libro e’, After America: Get Ready for Armaggedon, con presentazione di Giulio Meotti; e moltissimi altri. Sono anche presenti in gran numero i giornalisti della blogosfera nell’era di Internet.  E’ anche  in calendario un corso di giornalismo a cura per gli interessati, visto che “Media abdicated the duty of informing people… and the government has to be afraid of people more than people of the government”. (I media hanno abdicato al dovere di informare il pubblico e che il governo deve temere i cittadini, piu’ di quanto i cittadini non temano il governo).  Il motto e’ dare potere ai cittadini per il diritto all’informazione corretta, empowering people to get the right information.

E’ un convegno molto atteso  e molto seguito qui negli Stati Uniti, un incontro di circa 550 persone provenienti da tutti gli Stati dell’Unione e dal Canada’, un appuntamento importante per mettere a fuoco una strategia elettorale partecipativa per sconfiggere l’attuale presidente Barack Obama e per conquistare nel 2012 la Casa Bianca. L’ospite d’onore e’ il prof. Bernard Lewis, un’autorita’ indiscussa per la sua profonda ed enciclopedica conoscenza dell’Islam, un erudito che conosce ben 15 lingue e scrive con rara eleganza persino quando ci spiega l’etimologie delle parole, un professore capace di rendere fruibile anche il piu’ ostico e difficile degli argomenti.

 Quando il primo giorno entra nella grande grande sala gremita dove gia’ si sono radunate centinaia e centinaia di persone, mi passa vicino, lo intravedo e cerco subito di parlargli, avendogli chiesto  un’intervista per iscritto: “Prof. Lewis, my name is Piera Prister, I’m an Italian journalist, a contributor to Informazione Corretta…ho letto molti suoi libri e vorrei un autografo sul libro, The Crisis of Islam…” Egli si ferma, si accomoda ad un tavolo, legge il mio nome scritto sulla mia business card, e poi firma con dedica il libro e  me lo porge indietro. Poi mi saluta e si avvia verso la folla, mentre io mi accomodo ad un tavolino dove sistemo libri, giornali, un block notes e  l’Economist che avevo appena comprato con Silvio Berlusconi in copertina,  nel frattempo bevo una spremuta d’arancia e mi guardo intorno. Il prof. Lewis ci ripensa torna indietro, si siede ad un tavolo vicino con la sua co-autrice Ms. Buntzie Churchill, emerita president of World Affairs of Philadelphia, confabulano e dopo cinque minuti si alzano e il professore si avvicina con un piglio britannico, dicendomi “May I, May I, madam?”.

“Yes, please!”. -Si siedano prego!- Sono piacevolmente sorpresa e molto onorata della loro presenza, anche un po’ lusingata, e cosi’ inizia la nostra conversazione. Il primo tema di cui si parla e’ naturalmente il dimissionario Primo Ministro italiano, Silvio Berlusconi, che e’ ritratto con ironia sulla copertina molto pittoresca della rivista, The Economist, il prof. Lewis si mostra rammaricato e preoccupato per l’italia cosi’ come lo sono io, e concordiamo nel dire che Silvio Berlusconi e’ un grande amico di Israele e che e’ stato un buon primo ministro -he is good- e’ bravo, dice. Ci manchera’ di sicuro…

Ms. Churchill poi ha parole di encomio verso l’on. Fiamma Nirenstein del Partito della Liberta’, “She is doing a great job’” “Yes, indeed, she is amazing… “rispondo.

Poi proseguendo, ricordiamo il viaggio di tre giorni del Primo Ministro italiano Berlusconi in Israele, la sua visita e  il suo discorso al parlamento israeliano, al Knesset. Poi mettiamo in risalto un fatto importante che lo stesso non abbia ricevuto a Palazzo Chigi, Ahmadinejad quando venne a Roma nel giugno del 2008  per partecipare ai lavori della FAO, come non fu ricevuto neanche dal papa Benedetto XVI ne’ dal sindaco Gianni Alemanno. Inoltre Silvio Berlusconi, sottolineamo, ha il grande merito d’aver infranto con i suoi giornali, Libero, Il Foglio e Il Giornale l’egemonia dell’informazione della sinistra. Una bella differenza con i precedenti governi cattocomunisti della Prima e Seconda Repubblica che invece ricevevano i tiranni a suon di baci ed abbracci, e che flirtando con i terroristi palestinesi hanno recato scempio, stragi e distruzione all’ Italia con attentati e bombe alle stazioni ferroviarie, agli aeroporti, al Tempio Maggiore, a San Pietro. 

Poi la nostra conversazione diventa piu’ informale con un prof. Lewis che d’un tratto si mette a parlare Italiano e che mostra un grande senso dell’umorismo. Del primo ministro Bibi Netanyahu dice “Chi va piano, va sano e va lontano”.  Cioe’ chi la dura la vince e Bibi  sicuramente vincera’, e’ bravo! E noi, alla sua sortita in perfetto Italiano, rimaniamo tutti ammirati a bocca aperta.

Aggiunge che ha imparato da bambino l’Italiano da suo padre che era cantante d’opera, che non parlava Italiano ma che conosceva a fondo tutti i libretti, dal Barbiere di Siviglia di Rossini a Pagliacci di Leoncavallo, di cui ricorda l’aria preferita di “Ridi pagliaccio”. Poi elogia la lingua italiana per la sua musicalita’ -che gli ha aperto la via alla conoscenza di cosi’ tante lingue- e poi parlando dell’attentato a Giovanni Paolo II a San Pietro, ricorda con grande affetto il papa che era “un grand’uomo, un uomo buono e suo grande amico, e che diverse volte era andato a trovarlo a Castel Gandolfo”.

 Giovanni Paolo II considerava Bernard come suo “fratello maggiore”, come poi ebbe a dire lo stesso quando si reco’ il 13 aprile 1986, primo papa nella storia, nella Sinagoga di Roma di Lungotevere Cenci e apostrofo’ i fedeli li’ presenti e tutto l’ebraismo con le famose parole “Siete i nostri fratelli prediletti e, in un certo qual modo si potrebbe dire, i nostri fratelli maggiori…”, riportate poi dalla stampa mondiale. Chissa’ che lo stesso Bernard Lewis nelle sue tante conversazioni con il papa a Castel Gandolfo non abbia ispirato lo stesso Giovanni Paolo II a fare quel significativo passo d’apertura!

Il prof. Lewis poi prosegue nella sua carrellata  di ritratti di persone influenti e, con abili pennellate biografiche, ricorda quando nella seconda guerra mondiale era un giovane ufficiale di Sua Maesta’ nell’esercito britannico e operava nel Secret Service contro i nazisti, cosi’ come Abba Eban che operava anch'egli nei servizi segreti dell’Intelligence Britannica, un uomo anch’egli fluente in molte lingue che poi divenne l’ambasciatore israeliano a Washington e all’ONU. Di lui ricorda il discorso storico, che inizia  con queste famose, emozionanti, risonanti parole “A Nation Is Born...!” e sottolinea anche la sua grande abilita’ oratoria, tanto che un giorno Abba chiese a Bernard se la sua facondia sarebbe stata piu’consona alla House of Commons. E Bernard gli rispose: No, “I think it would be more suited to the House of Lords”.

Non poteva mancare una curiosa storia che il prof. Lewis, da gran affabulatore, racconta ma che pochi conoscono, legata all’elezione a primo ministro di Golda Meir, la piu’ determinata di tutti a difendere fieramente Israele come una grande madre.  Dopo la morte del P.M. Levi Eshkol avvenuta nel 1969 , Golda Meir  fu ritenuta degna dalla maggioranza del suo partito Mapai di subentrargli nell’esecutivo come il nuovo capo del governo, e subito dopo il portavoce della seduta rese pubblica la notizia, annunciando finalmente e solennemente la fumata bianca della sua elezione con queste parole “Habemus mama!” notizia seguita dalla sua acclamazione.  Adesso non possiamo non fare a meno di sorridere mentre il prof. Lewis ci ammonisce a credergli che cosi’ avvenne davvero, storicamente!

Una grande nazione, Israele, dotata anche di un intelligente e sottile senso d’umorismo anche in mezzo alle infinite traversie della sua travagliata vita. Anzi, proprio per questo, pensiamo, e’ ancora piu’ grande. Ma ora deve affrontare un’altra grande prova con un nemico accerrimo come l’Iran che si sta dotando d’armi nucleari. Il prof. Lewis con la sua conoscenza e la sua autorevole presenza e’ tra di noi per offrire il suo brillante contributo e ci mette in guardia contro le menti distorte dei Mullah che sono votati all’induzione di una distruzione apocalittica, attraverso l’uso di armi atomiche contro Israele e l’Occidente.

La situazione e’ grave e il governo americano lo sa. National Review con i suoi partecipanti tra governatori,  amministratori pubblici, giornalisti ed intellettuali, serve anche per questo, a stimolare l’opinione pubblica ad arrivare alle orecchie del potere. Quale sara’ la prossima mossa di Obama che, come presidente degli Stati Uniti dovra’ prendere subito una decisione, cosi’ come l’ha gia’ presa a sorpresa con Osama Bin Laden e con Al-Awlaki? Riuscira’ il presidente americano a garantirsi il suo secondo mandato intervenendo militarmente in Iran, visto che ha fatto flop in politica interna? La situazione ormai lo richiede urgentemente.


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT