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Il ruolo della Lega Araba fra Siria, Arabia Saudita, Iran da Makor Rishon (traduzione dall’ ebraico di Danielle Elinor Guez, a cura di Angelo Pezzana) Mordechai Kedar Durante i trent’anni del suo regno, 1970-2000, Hafez El Assad ha intrattenuto relazioni di amore-odio con la Lega Araba. Da un lato, si presentava quale garante del popolo arabo, con la capitale Damasco ‘fortezza incrollabile’ del nazionalismo arabo, divenuta persino il ‘luogo verso il quale pregare’. L’immagine che Assad aveva dato della Siria era quella di uno Stato che non avrebbe mai rinunciato ai diritti degli arabi , sentendosene l’interprete dei loro sentimenti più profondi, mentre gli altri leader, fra i primi Sadat e Re Hussein, diceva,strisciano davanti a Israele e agli Stati Uniti, tradendo gli interessi arabi, i valori e la stessa Umma araba. Questa immagine ha irritato notevolmente i leader dei paesi arabi, senza che potessero però fare granchè contro il regime siriano, che aveva, nel corso degli anni, strumentalizzato i gruppi estremisti, palestinesi in particolare, contro quei paesi arabi giudicati non amici. Assad ha sempre sfruttato i summit arabi – quando si degnava di prendervi parte – come una arena per attaccare duramente e pubblicamente gli altri Stati arabi, anche se preferiva tenersene lontano, con il pretesto che la Lega Araba non affrontava problemi arabi, non svolgeva una azione concreta e non era capace di prendere decisioni efficaci. Ma il grande peccato del regime siriano, agli occhi dei leader arabi, era ed è tuttora, l’alleanza con l’Iran, ormai di lunga durata, che ha allontanato la Siria dal mondo arabo. Durante la guerra Iran-Iraq (1980-1988), Assad ha sostenuto gli iraniani, malgrado il fatto che l’Iraq fosse un paese arabo, servendo anche da trampolino per l’ingresso degli ayatollah nel mondo arabo. Malgrado il fatto che abbia liquidato circa 50.000 cittadini siriani che si identificavano con i “Fratelli Musulmani” negli anni 1976-1982, Assad ha sostenuto il movimento Hamas, ramo palestinese dei “Fratelli Musulmani”, che si oppongono radicalmente ai regimi politici nel mondo arabo. La sua palese amicizia verso Gheddafi aveva sollevato l’ira degli altri leader, che sapevano quanto il Beduino del Sahara avesse in realtà bisogno di un urgente trattamento psichiatrico. Fu così che Assad padre si attirò l’ostilità del mondo arabo. Suo figlio, che gli successe nel luglio 2000, non ha fatto molto per migliorare l’immagine della Siria agli occhi dei dirigenti del mondo arabo. Ha preferito rinforzare e promuovere i legami con l’Iran, intensificando i rapporti di cooperazione, anche nel settore nucleare. Ha realizzato questa politica sotto gli occhi della maggioranza dei siriani, che sono arabi sunniti, destando in loro una grande collera,e non prestando mai attenzione alle loro richieste. I siriani sono rimasti poveri, senza lavoro, rovistando nella spazzatura per trovare avanzi di cibo, mentre i corrotti, alleati del regime, diventano più ricchi a spese della popolazione. La Lega Araba in tutti questi anni ha tenuto gli occhi chiusi davanti a quel che succedeva in Siria, anche perché negli altri Stati arabi la situazione non era poi così diversa, e anche perché il suo statuto vuole che ogni paese sia responsabile dei propri affari interni, per cui la Lega non ha il diritto di intervenire. In quel caso la Lega Araba non sostenne la Siria. Nel corso di quest’anno, dopo l’inizio delle rivolte, iniziate in Tunisia nel dicembre 2010, la Lega Araba è stata costretta a reagire di fronte ai bagni di sangue in Yemen,Libia, Siria, per l’alto numero delle vittime, cadute sotto il fuoco delle forze di sicurezza governative e per la durata della violenta repressione della popolazione civile. La Lega Araba, e i dirigenti arabi, non hanno potuto non reagire di fronte alle critiche , soprattutto attraverso le trasmissioni di Al Jazeera, che sottolineavano quanto le parole fossero inutili quando il sangue scorreva nelle strade. A seguito della escalation dei massacri di civili in questi ultimi due mesi, la Lega Araba è stata nuovamente oggetto di dure critiche per avere, in un primo tempo, sostenuto Assad, tentando dopo una mediazione tra il regime e l’opposizione. Per questo è stata accusate di dare più importanza al ‘liquido nero’ dei libici, che al ‘liquido rosso’ dei siriani. Da quando i ribelli siriani, il 29 luglio scorso,di venerdì, hanno gridato lo slogan ‘ il vostro silenzio ci uccide’, la Lega Araba è entrata in una fase di intensa attività, che si è espressa attraverso molte discussioni su quanto sta avvenendo in Siria, con delegazioni di ispettori che si sono recati sul posto per incontrare i rappresentanti dei ribelli e sentire le loro richieste. A spingere la Lega Araba su questa strada è stata l’Arabia Saudita, per tre ragioni: Importante è anche il contesto iraniano, per quanto concerne l’Arabia Suadita: la pressione internazionale sull’Iran aumenta a seguito del rapporto della Commissione internazionale per l’Energia Atomica che ha stabilito che l’Iran sta sviluppando l’arma nucleare, e questa crescente pressione rischia di dare il via alle ostilità nel Golfo. Mordechai Kedar è lettore di arabo e islam all' Università di Bar Ilan a Tel Aviv. Nella stessa università è direttore del Centro Sudi (in formazione) su Medio Oriente e Islam. E' studioso di ideologia, politica e movimenti islamici dei paesi arabi, Siria in particolare, e analista dei media arabi. |
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