Antisemitismo, una ossessione letale, di Robert S.Wistrich
Il commento al libro di Manfred Gerstenfeld
(traduzione di Angelo Pezzana)
Manfred Gerstenfeld, Robert Wistrich, A lethal obsession (New York: Random House 2010)
Nel mondo post-moderno, l’anti-semitismo ha subito il medesimo sviluppo di altri fenomeni, si è grandemente globalizzato e frammentato. Le manifestazioni di questo odio antico sono mutevoli, per questo è difficile valutarne adeguatamente l’impatto.
L’ultimo libro di Robert Wistrich, “ A Lethal Obsession “, New York: Random House 2010, 1.184 pagine (non ancora tradotto in italiano, N.d.T.), ci fornisce una straordinaria visione d’insieme di come l’anti-semitismo abbia assunto un aspetto globale negli ultimi decenni. Il suo sottotitolo “ L’Anti-semitismo dall’Antichità all’Jihad Globale”, indica chiaramente che oggi la minaccia di gran lunga più grande per il popolo ebraico e Israele viene dal mondo musulmano. Una minaccia in parte potenzialmente genocida.
Wistrich è titolare della cattedra Neuberger di Storia Moderna europea e ebraica alla Università ebraica di Gerusalemme, e dal 2002 dirige il Centro Internazionale Vidal Sassoon per gli studi sull’anti-semitismo.
Mentre l’anti-semitismo – non solo nel suo aspetto anti-Israele – si è grandemente diffuso nell’ultimo decennio, così non è avvenuto per quanto riguarda la dottrina specifica sull’argomento. Infatti, ci sono pochi centri accademici che ne affrontano lo studio. Gran parte delle ricerche intellettuali sono dedicate solo alla storia dell’anti-semitismo. Alcuni ricercatori in questo campo sono persino diventati dei cavalli di Troia, diffondendo la lotta contro l’islamofobia come se fosse un fenomeno più rilevante dell’anti-semitismo. Il che è non solo del tutto scorretto, ma consente persino di dissimulare o ignorare completamente il profondo anti-semitismo e anti-israelismo diffuso nelle società musulmane.
A causa del rapido sviluppo e diffusione dell’anti-semitismo, ci sono stati recentemente diversi gravi avvenimenti che avrebbero potuto trovare spazio nel libro, come, ad esempio, quanto avvenuto nella città svedese di Malmoe sotto la guida del suo sindaco Ilmar Reepalu, a tempo pieno membro del Partito Democratico e part-time antisemita, che ha procurato alla città la fama di capitale europea dell’anti-semitismo. Potevano essere incluse anche le manifestazioni di massa avvenute a Oslo nel 2009, le più grandi avvenute nella storia della Norvegia, e così via molte altre.
Il modo migliore per affrontare un libro così ricco di contenuti è esaminare come Wistrich ha analizzato le radici più importanti dell’anti-semitismo contemporaneo, ovvero quelle islamiche.
Wistrich cita giustamente Samuel Huntington (pag.71), quando dichiarava che i musulmani erano “ i più coinvolti in attività violente di ogni altra civiltà”. Wistrich sottolinea che “ le guerre fra musulmani e non musulmani , come pure i conflitti dentro al mondo islamico negli ultimi decenni, sono stati più numerosi che in tutte le altre società”. A ciò dedica non solo gli ultimi sei capitoli del libro, ma si occupa di islam in molte altre parti.
Precedentemente Wistrich aveva pubblicato la biografia di Bruno Kreisky, Cancelliere ebreo nell’ Austria del dopoguerra. In “A Lethal Obsession “ analizza le ambiguità di questo socialdemocratico nel capitolo “La Questione ebraica” (pag.221). Kreisky aveva nominato, su undici ministri nel suo primo governo, quattro ex-nazisti. Aveva diffamato Simon Wiesenthal, definendolo persino “ ebreo fascista “ su un settimanale olandese (pag.221-223).
In un capitolo intitolato “ Ebrei contro Sion “, Wistrich riassume la storia degli ebrei che odiano se stessi, a partire dai convertiti nella Spagna cristiana dopo i massacri degli ebrei nel 1391. Ricorda un documento citato alla fine del secolo 19° dal commediografo Arthur Schnitzler, “ L’anti-semitismo non sarebbe stato possibile se gli ebrei non avessero incominciato a sostenerlo “. Cita i più famosi odiatori di sé del 20° secolo, Otto Weininger, Karl Kraus e molti leader ebrei socialisti austriaci. Wistrich menziona anche gli ebrei tedeschi odiatori di sé, gli ebrei canaaniti nella Palestina pre-Israele, gli ebrei trotskisti, per finire con Maxime Rodinson.
Chiarisce anche come George Steiner, pur non appartenendo alla schiera degli odiatori di sé, abbia una visione degli ebrei che riflette “ alcuni archetipi cristiani sempre presenti nell’ebreo in esilio (privo di terra e sovranità, condannato dalla sua ostinazione ad errare senza sosta per il mondo).
Esempi successivi di scrittori includono alcuni odiatori di sé, anti-semiti e odiatori di Israele. come Noam Chomsky, Norman Finkelstein, il professore universitario canadese Michal Neumann e gli israeliani Avraham Burg e Ilan Pappe. Correttamente Wistrich conclude che “ gli ebrei odiatori di sé, qualsivoglia possano essere le motivazioni per tradire il loro stesso popolo e negarne la storia, hanno fornito attraverso tutti i tempi una quantità enorme di armi agli anti-semiti. E questo è il risultato della loro azione (pag.515-542).
Altri argomenti sono trattati da Wistrich in maniera egualmente interessante. E’ però un peccato che non si sia anche occupato di Leon Poliakov, lo storico francese che ha posto le basi per lo studio dell’anti-semitismo a livello accademico.
Riassumendo, questo libro è la più aggiornata e importante visione d’insieme disponibile sull’anti-semitismo globale. Per chi desidera studiarlo, ma anche per il profano, “A Lethal Obsession “ è un libro indispensabile.
Gerstenfeld è Presidente del Consiglio di Amministrazione del Jerusalem Center for Public Affairs. Collabora con Informazione Corretta.