Riportiamo dall'OPINIONE di oggi, 16/11/2011, a pag. 6, l'articolo di Dimitri Buffa dal titolo "Fatwa grottesca dall’Unesco".
La vignetta pubblicata su Haaretz. Netanyahu dice : " E sulla via del ritorno, colpite gli uffici dell'Unesco a Ramallah ".
Indignarsi e richiamare l’ambasciatore israeliano per una feroce vignetta di “Haaretz”, in realtà indirizzata contro Netanyahu.
Ci sono momenti della vita dove lo scarso sense of humour si intreccia con code di paglia istituzionali praticamente chilometriche e spesso gli effetti collaterali che ne derivano sono da film comico. L’allusione, nella fattispecie, è all’Unesco. Cioè quella istituzione dell’Onu che nessuno sa bene a cosa serva, oltre che a far spendere soldi al contribuente planetario. L’Unesco ultimamente è stata “on stage” per avere fatto quello che all’Onu hanno rinunciato a fare dopo tante promesse: riconoscere virtualmente lo Stato della Palestina. Ebbene l’Unesco, che adesso rischia di chiudere perché Obama ha minacciato di non dare loro più fondi dopo questa trovata, nei giorni scorsi ha richiamato ufficialmente per consultazioni l’ambasciatore di Israele Nimrod Barkan contestandogli il contenuto dissacrante di una vignetta pubblicata il 4 novembre scorso da “Haaretz”. Il giornale della sinistra israeliana, equivalente alla “Repubblica” in Italia, e feroce nemico dell’attuale premier Bibi Nethanyahu e del suo governo. Peccato che il bersaglio della satira non fosse l’Unesco ma proprio Nethanyahu. Nella strip, infatti, si vedevano il premier e il titolare del ministero della difesa Ehud Barak salutati militarmente da una pattuglia di aviatori in procinto di partire per bombardare una centrale iraniana dove si arricchisce l’uranio per l’atomica di Teheran. Nel fumetto Netanyahu diceva: “e già che ci siete al ritorno sganciate anche qualche bomba sulla sede dell’Unesco a Ramallah”. Anche un idiota avrebbe capito che, ad offendersi, doveva essere Netanyau o lo stesso Barak. Invece si è risentita l’Unesco, nella persona di Eric Falt, che però non ha chiamato il direttore di “Haaretz”, ma l’ambasciatore israeliano presso l’Onu delegato ai rapporti con l’organizzazione che teoricamente si occupa di promuovere l’educazione, la scienza e il progresso culturale, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo. Con questa commedia degli equivoci l’Unesco ha quindi mostrato al mondo l’entità del proprio pregiudizio anti israeliano: offendersi con un governo per una vignetta in cui proprio il governo stesso era il bersaglio, rappresenta una categoria assoluta dello spirito cui ancora nessuno era riuscito ad elevarsi. Inutile dire che l’ambasciatore Nimrod, dopo avere subito le rimostranze per conto terzi da parte del funzionario su citato, ha fatto letteralmente fatica a non scoppiargli a ridere in faccia. Poi, naturalmente, lo ha raccontato a “Haaretz” che, dimostrando un’onestà intellettuale che “Repubblica” raramente denota, ha anche pubblicato tutta la storia.
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