Sarkozy & Obama versus Netanyahu
di Piera Prister
Bibi Netanyahu fra Nicolas Sarkozy e Barack Obama, Piera Prister
Per chi voteranno quei cinque o sei milioni di musulmani che vivono in Francia, nelle elezioni 2012 per eleggere il nuovo presidente, alla scadenza del mandato presidenziale di Nicholas Sarkozy? E a chi fanno gia’ gola quei voti? Sicuramente a molti candidati che concorrono alla poltrona dell’Eliseo, ma piu’ di tutti allo stesso presidente in carica che gia’ e’ in lizza per un suo secondo mandato. Quei voti pesano e gia’ e’ in atto la corsa al loro accaparramento, naturalmente dietro patteggiamento. Il segnale gia’ e’ arrivato con l’accoglienza francese della Palestina all’Unesco. Seguira’ anche all’ONU. D’altronde la Francia non ha perseguito con il governo del filo-islamo-nazista Vichy una politica genocida di sterminio degli ebrei! Quelli che ora sono sopravvissuti non hanno certamente ripopolato la Francia come i musulmani che invece sono in aumento.
Sta di fatto che gli ebrei in Francia sono correntemente 600.000 e il loro voto non conta altrettanto. La storia riconferma lo svantaggio che pesa sulle loro spalle.
Sara’ per questo, cioe’ per ragioni elettoralistiche che Sarkozy ha detto si’ all’entrata di una Palestina assassina all’Unesco, una Palestina che celebra i suoi terroristi come eroi? Tutti gli arabi residenti in Francia lo voteranno di sicuro adesso che sanno che il presidente e’ dalla loro parte, bravo Sarkozy, che mossa strabiliante!
E sara’ anche per questo che Sarkozy ha detto di Netanyahu che e’ un bugiardo quando bugiardo non e’ –lo testimonia anche WikiLeaks- e lo ha confidato proprio a Obama che forse non aspettava altro che un interlocutore sulla sua stessa lunghezza d’onda di odio, per poter aprire la bocca e spettegolare. Ma Sarkozy non e’ di destra e Obama non e’ di sinistra? Questo e’ un esempio di come destra e sinistra possano andare d’accordo quando si tratta di dare l’affondo agli ebrei.
Ma che pettegoli questi presidenti, che meschini persino al Summit del G20, che linguelunghe da allegre comari di Cannes, poveri lividi eterni secondi che se la prendono con il primo della classe. E che classe quella di Netanyahu, di colui che ottiene quello che vuole, come in quell’ inquadratura storica diffusa on line, in cui lo si vede solenne di spalle di fronte a Shalit, finalmente libero, ridotto pelle e ossa che con gratitudine gli sorride timidamente e che ha appena la forza di mettersi sull’attenti e fargli il saluto militare. In quella fotografia c’e’ tutta la grandezza di Israele che da sola, isolata da tutti, ai limiti della resistenza e della disperazione ha smosso mari e monti pur di riportare a casa, vivo, un suo soldato, un figlio di Israele.
D’altronde in testa tra i suoi pensieri il premier israeliano che e’ un grande statista, ha la sua Gerusalemme che non la vorrebbe divisa in due capitali, ha in mente la sopravvivenza del suo popolo e anche la nostra sopravvivenza, minacciati tutti come siamo dal terrorismo e dalle menti apocalittiche dei Mullah, come dice Bernard Lewis.
Invece Sarkozy che cosa ha in testa? Naturalmente ha i numeri a 9 e piu’ cifre dei suoi potenziali elettori, mentre sfoglia la margherita -mi elegge o non mi elegge- e naturalmente spocchioso com’e’ ha in mente il suo successo personale, come un Napoleone Bonaparte piccolo, piccolo ma senza impero e senza corona. A lui non interessa che la sua Francia diventera’ sempre piu’ antisemita, molto piu’ dell’Italia, che ci saranno sempre piu’ attacchi personali agli ebrei e alle sinagoghe e alle scuole e ai cimiteri, a Strasburgo, a Parigi, a Montpellier, a Tolosa, a Marsiglia … lui sara’ dalla parte degli attaccanti. La storia anche li’ si ripete, come nel luglio del 1942, quando la polizia del governo filo-islamo-nazista di Vichy razzio’ circa 10.000 ebrei di cui 4000 bambini dal quartiere Marais per ammassarli al Velodrome d’Hiver e mandarli a morire poi ad Auschwitz. Una pagina nera della storia, una pagina della vergogna della Francia, ludibrio delle nazioni, che non ha ricordato quell’evento sepolto nella memoria collettiva se non nel 1995 dopo mezzo secolo, che infamia, quando l’allora presidente Jack Chirac tardivamente riconobbe la corresponsabilita’ della Francia in quell’eccidio. Quando non era stato riportato sui libri di Storia nelle scuole francesi e di cui nemmeno aveva accennato Jean Paul Sartre nel suo “Reflexions sur la question juive”.
Anche oggi la Francia non si smentisce ancora, ci sara’ pure una ragione per cui, “Sarah’s Key”, il libro di Tatiana De Rosnay, editore Gilles Cohen-Solal, sullo stesso fatto storico del round-up di ebrei al Velodrome d’Hiver, un libro che l’autrice nella prefazione dedica a quei 4000 bambini ebrei dimenticati, abbia faticato cosi’ tanto per la sua pubblicazione. Infatti strano, nessun editore voleva pubblicarlo in Francia, e’ stato infatti respinto da piu’ di 20 casi editrici per anni, ora e’ un bestseller, ha venduto piu’ di 5 milioni di copie in 28 paesi e sull’argomento e’ stato girato anche un film che si proietta correntemente nelle sale cinematografiche. ( W.S.Journal “The Hit No One Wanted” Rachel Dodes, 15 luglio, 2011). Vive la France!