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Informazione Corretta Rassegna Stampa
11.11.2011 Presidenziali Americane 2012: Ron Paul non e’ amico di Israele
analisi di Piera Prister

Testata: Informazione Corretta
Data: 11 novembre 2011
Pagina: 1
Autore: Piera Prister
Titolo: «Presidenziali Americane 2012: Ron Paul non è amico di Israele»

Presidenziali Americane 2012: Ron Paul non è amico di Israele
di Piera Prister


Piera Prister          Ron Paul

Un candidato alla Casa Bianca che merita attenzione per come si presenta nei confronti d’Israele e’ Ron Paul che ha affermato che essendo gli Stati Uniti un paese che si avvia alla bancarotta, dovrebbe tagliare tutti gli aiuti ai paesi stranieri compreso Israele. “We are broke, we have to cut all our foreign adventurism”. Ma di quale avventurismo parla? Non ci piace il suo equivalismo morale di fare di  tutta l’erba -in cui include anche Israele- un fascio con i regimi del male.

Lo stesso  aggiunge che Israele se ne avvantaggerebbe -Israel will better off-perche’ non dovrebbe piu’ dipendere da Washington essendo lo stato ebraico molto forte in armamenti e in economia e che potrebbe farcela da se’.  Anzi negli scorsi mesi aveva con solerzia  presentato a Washington un emendamento per porre fine agli aiuti a Israele “to end all US aid to Israel”. Progetto fallito perche’ il pastore Hagee del CUFI, Christians United for Israel,  subito dopo aveva lanciato un appello in favore di Israele a cui hanno fatto seguito un enorme valanga di lettere di protesta a Washington dei cristiani che insieme a quelle delle associazioni ebraiche fra cui l’ Aipac, hanno vanificato il suo intento.

Sempre lo stesso Ron Paul ha aggiunto che, anche se Israele fosse attaccato dall’Iran, gli Stati Uniti non dovrebbero intervenire. Bastano queste affermazioni per non considerare Ron Paul amico di Israele, e’ chiaro che non e’ amico d’Israele come  pero’ non e’ dichiaratamente suo nemico. Anzi ci sembra anche un anti-americano che non crede nell’esportazione della democrazia e nei principi etici del combattere per se’ e combattere per aiutare gli altri a realizzarla, su cui gli Stati Uniti e Israele stesso sono stati fondati e che hanno fatto grandi questi due paesi nel consesso internazionale delle nazioni. 

Ron Paul sara’ anche un buon medico, ma non e’ una persona colta e sembra ignorare la storia. Cosa sarebbe successo se gli alleati non fossero intervenuti in Europa oltre che in Giappone durante la seconda guerra mondiale quando i Giapponesi aggredirono le forze navali americane a Pearl Harbour? Eppoi Ron Paul, fellone com’e’,  non si pone nemmeno il problema del terrorismo e della jihad islamica, anzi afferma che “American foreign policy contributed to the destruction on September 11” e “incoraggia pacifiche risoluzioni diplomatiche anche con I’Iran per un disingaggio militare”. Il prof. David Horowitz e’ lapidario quando afferma che Ron Paul “has been attacking America and Israel as imperialistic powers and calling for America’s retreat from the battle against our totalitarian enemies”. (Ron Paul da tempo attacca l’America e Israele come potenze imperialistiche e chiede a gran voce la ritirata dell’America dalla battaglia contro i regimi totalitari nemici).

Ma  isolare internazionalmente Israele che ha moltissimi nemici in Europa e anche qui negli Stati Uniti con il governo in testa, non giova alla sua causa, essendo Israele un piccolissimo stato che i regimi arabo-musulmani vorrebbero distruggere, per cui quella di Ron Paul non sembra l’uscita migliore anche perche’ offre la possibilita’ agli antisemiti di imbaldanzirsi, visto che ce ne sono molti e di viscerali che leggono e scrivono sul suo blog ( www.dailypaul.com).

Prima non avevamo dato giudizi su Ron Paul quando abbiamo presentato tutti i candidati repubblicani alla corsa presidenziale, pur avanzando delle riserve a proposito perche’ il nostro motto e’, Trust but Verify, gli crediamo ma nel frattempo dobbiamo verificare il suo background politico passato e recente, anche se avevamo detto che da anticonformista com’e’, aveva conquistato una parte dell’elettorato per le sue affermazioni controcorrente, improntate ad una forma di libertarismo che gli hanno fatto ingrossare nel frattempo le file dei suoi seguaci che sono in aumento.     

Nei suoi discorsi Ron Paul fa presa sull’elettorato perche’ difende forme di libertarismo e anche di anarchismo contro il governo e in favore delle associazioni libere e spontanee, e non gerarchiche dei cittadini che nelle town halls o tea-parties si oppongono e criticano l’operato dell’esecutivo. Un’opposizione pacifica e patriottica che risale indietro a circa due secoli e mezzo fa nella storia americana quando i coloni decisero di non pagare piu’ le tasse all’Inghilterra e affondarono le navi cariche di te’ nel porto di Boston, un movimento che e’ risorto a nuova gloria contro l’amministrazione Obama. Ron Paul appoggia le town halls perche’ e’ molto abile nello stare sulla cresta dell’onda e nel  cogliere il malcontento degli Americani contro l’amministrazione Obama.

 In sostanza Ron Paul, non e’ un buon patriota, anzi non e’ nemmeno un patriota – come anche dicono di lui gli altri candidati presidenziali repubblicani- in quanto vorrebbe un’America tutta “tarallucci e vino” come risposta ai missili a testata nucleare che l’Iran pare abbia gia’ ultimato e che potrebbero “pioverci” sulla testa” da un momento all’altro. Allora si’ che farebbe comodo avere un Israele dalla nostra parte, amico ed alleato, pronto a combattere per la salvezza dell’Occidente, come quando la gloriosa aviazione israeliana distrusse per se’ e per gli altri, gli arsenali atomici iracheni e siriani. E chissa’ che proprio l’Italia del governo Berlusconi -che non e’ codarda come la Francia di Sarkozy-  non sia pronta a dargli una mano in questa difficile impresa!

Ci vorrebbe una vittoria militare sui regimi del male, altro che ”Offering friendship, not sactions, would be more fruitful to achieving peace with Tehran”!.  ( altro che “Offrire amicizia, non sanzioni, sarebbe piu’ fruttuoso nel raggiungere la pace con Teheran”).


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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