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I palestinesi e il governo italiano 07/11/2011

vi mando questa Ansa, sulle pressioni che i palestinesi stanno facendo sulle istituzioni italiane:

(ANSAmed) - ROMA, 4 NOV - Convincere il governo italiano e in
generale l'Unione Europea a prendere una posizione «più
coraggiosa e onesta» a sostegno di un futuro Stato palestinese
e per la liberazione delle migliaia di prigionieri politici, tra
cui 26 parlamentari palestinesi, ancora nelle carceri
israeliane. Con tale obiettivo una delegazione della Lega
internazionale araba per la Palestina si trova in questi a Roma
per incontri con esponenti della politica e del volontariato
italiano. «È tempo che l'Italia e l'Europa assumano un ruolo
più indipendente, svincolato dalle pressioni israeliane e
statunitensi. Siamo rimasti delusi dall'astensione del governo
italiano e di altri esecutivi europei nel voto per l'ingresso
della Palestina nell'Unesco», ha spiegato Abdallah Kassir,
ministro libanese dell'Informazione, esponente di Hezbollah, e
segretario generale della Lega Interparlamentare per la Difesa
della Palestina. L'organismo, nato alcuni anni fa, è composto
da 365 parlamentari di decine di paesi dell'area mediorientale.
Kassir ha sottolineato, in una conferenza stampa, il
crescente isolamento di Israele e degli Stati Uniti nella
regione, anche come conseguenza della Primavera araba. « Dalla
primavera araba - ha proseguito Kassir - sono usciti vincitori i
palestinesi, in quanto i movimenti di rivolta hanno travolto
regimi che si muovevano sotto i diktat degli Stati Uniti e di
Israele». È questo un punto, ha aggiunto, che viene spiegato
«molto chiaramente» agli interlocutori occidentali.
«La strada dei negoziati diretti con Israele è ormai
chiusa, morta», ha osservato il parlamentare palestinese Maher
al Taher, membro del Consiglio Nazionale palestinese (ed
esponente del Fronte popolare di Liberazione della Palestina).
Per quanto riguarda il futuro, al Taher ha rivendicato la
necessità di usare tutte le forme di resistenza, dalla
trattativa diplomatica per il riconoscimento dello Stato
palestinese, alla lotta armata: «vi è un'occupazione da parte
di Israele e lo stesso diritto internazionale riconosce la
legittimità di combattere contro gli occupanti», ha rimarcato.
Ad avviso di Al Taher, la totale chiusura di Israele verso
qualsiasi ipotesi di soluzione del conflitto (come, ha detto,
dimostra anche il recente annuncio di 2000 nuove case israeliane
a Gerusalemme est) sta ricompattando Hamas e Fatah. Le due
componenti palestinesi, che hanno firmato ad inizio estate un
accordo di pacificazione, torneranno ad incontrarsi molto presto
al Cairo per dare un seguito concreto agli impegni formali.
Quanto alla liberazione dei prigionieri palestinesi detenuti
nelle carceri israeliane, Al Taher si è detto convinto che solo
lo «scambio» - come avvenuto per Shalit - può funzionare per
convincere lo Stato ebraico (ANSAmed).

Abbiamo anche visto il segretario del PD Bersani in una fugace ripresa televisiva con Abu Mazen, ma non abbiamo trovato dichiarazioni sui giornali, chissà cosa si saranno detti ?
IC redazione



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