Nucleare iraniano, hanno fornito aggiornamenti al riguardo Gian Micalessin (Il Giornale), Fabio Scuto (La Repubblica), Umberto De Giovannangeli (L'Unità).
Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 07/11/2011, a pag. 18, l'articolo di Maurizio Molinari dal titolo " Iran, asse Usa-Francia per le sanzioni ".
Maurizio Molinari. A destra, una cartina con i siti nucleari iraniani
Le minacce di Israele di un possibile attacco all’Iran e l’appello di Parigi di «fare il possibile per evitarlo» segnano l’inizio dell’offensiva diplomatica euroamericana tesa a ottenere dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu l’approvazione di sanzioni più dure contro il programma nucleare iraniano.
Tutto ruota attorno alla data del 9 novembre, quando l’Agenzia atomica dell’Onu (Aiea) ha in programma la pubblicazione del nuovo rapporto sul nucleare iraniano dal quale emerge, secondo indiscrezioni, che Teheran ha creato nella base di Parchin una struttura per simulare esplosioni nucleari. La fuga di notizie si spiega con quanto sta avvenendo a Vienna, sede dell’Aiea, dove Russia e Cina esercitano forti pressioni sul direttore Yukiya Amano affinché non renda pubblico il rapporto in quanto sarebbe «controproducente».
Il braccio di ferro sulla decisione dell’Aiea anticipa quanto si preannuncia al Palazzo di Vetro, dove Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e Germania stanno definendo il testo di risoluzione sulle nuove sanzioni mentre Cina e Russia si dicono contrarie a un simile passo, sostenute da Brasile, India e Sudafrica. Al fine di scongiurare lo stallo al Palazzo di Vetro, i presidenti di Stati Uniti e Francia, Barack Obama e Nicolas Sarkozy, hanno concordato nel summit di Cannes una strategia che punta a presentare la scelta delle sanzioni in alternativa alla minaccia di un attacco militare da parte di Gerusalemme.
È per questo che il presidente israeliano, Shimon Peres, si è spinto fino a parlare di «intervento che si avvicina» mentre fonti americane descrivono la recente missione di Leon Panetta, capo del Pentagono, a Gerusalemme spiegando che «il premier Netanyahu e il ministro della Difesa Barak non hanno dato assicurazioni sul fatto che non lanceranno un attacco». D’altra parte il fatto che la no-fly zone sull’Iraq, proclamata dall’Onu nel 1991, sta per essere abolita crea per gli israeliani la possibilità di condurre un attacco sull’Iran seguendo la rotta più breve, senza passare sui cieli turchi o sauditi. Moltiplicando dichiarazioni e indiscrezioni tese ad avvalorare lo scenario dell’attacco il governo di Israele crea l’atmosfera internazionale propizia per il passo di Parigi che con il ministro degli Esteri Alain Juppé afferma: «Un blitz sarebbe destabilizzante per tutta la regione, possiamo ancora evitarlo rafforzando le sanzioni al fine di premere sull’Iran» per fargli abbandonare la corsa all’atomica.
La contromossa di Teheran arriva dal ministro degli Esteri, Ali Akbar Salehi, che accusa gli Usa di aver «fabbricato il rapporto che l’Aiea renderà pubblico», ammonendo Israele a «non osare attaccarci perché le conseguenze sarebbero devastanti».
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