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Il Giornale Rassegna Stampa
06.11.2011 Iran e l'atomica, ricordiamoci di Winston Churchill
Le analisi di Fiamma Nirenstein, Fausto Biloslavo

Testata: Il Giornale
Data: 06 novembre 2011
Pagina: 14
Autore: Fiamma Nirenstein-Fausto Biloslavo
Titolo: «Attenti alla Sharia, si è già insinuata nella civile Europa-Se Israele attacca l'Iran rischiamo davvero la terza guerra mondiale»

Sul GIORNALE di oggi, 06/11/2011, a pag.14, due articoli che affrontano il problema della minaccia islamica. Fiamma Nirenstein pone la domanda ' che facciamo, aspettiamo di essere conquistati ?', mentre Fausto Biloslavo traccia uno scenario che non tiene conto però dell'imprevisto. Il titolo del suo pezzo "Se Israele attacca l'Iran rischiamo davvero la terza guerra mondiale " , se fosse uscito alla fine degli anni '30 avrebbe potuto avere questo titolo:
" Se le democrazie attaccano la Germania nazista rischiamo devvero la seconda guerra mondiale ", questa era la posizione di chi, non sapendo fare altro, invocava la pace. Come disse Winston Churchill, ai pacifisti inglesi che volevano il "dialogo" con Hitler, " non avremo la pace, bensì la guerra e il disonore". Profetico, così avvenne.
Per cui pensiamoci prima, non è affatto detto che l'Iran, senza più le basi atomiche, rappresenti un pericolo, anzi, potrebbe essere la strada giusta per un regime-change.
Ecco i due articoli: 

Fiamma Nirenstein: " Attenti alla Sharia, si è già insinuata nella civile Europa "

Se vi state preoccupando perché la primavera ara­ba sta finendo tutta in sha­ria (la legge islamica che, se ap­plicata per intero, impone pu­nizioni fisiche dalle frustate al taglio della mano, colloca le donne in posizione di inferiori­tà e n­el caso le condanna alla la­pidazione, quasi non punisce il delitto d’onore,permette la po­ligamia e impone il velo, proibi­sce l’alcool, le discoteche, il giuoco...), bene non guardate tanto lontano, venite in Europa a preoccuparvi un po’.
In Danimarca il gruppo mu­sulmano «Kaldet al Islam» («Chiamata dell’islam») an­nuncia che il sobborgo di Tin­gbjerg a Copenaghen sarà la prima «Zona sotto il controllo della sharia, gruppi di giovani addestrati sorveglieranno l’area. La prossima zona con­quistata sarà un altro distretto, Norrebro, e poi avanti in tutta la nazione...
In Inghilterra il gruppo «Mu­sulmani contro le crociate» ha lanciato una campagna per fa­re di dodici città altrettanti stati islamici indipendenti (Birmin­gham, Bradford, Derby, Dew­sbury, Leeds, Leicester, Liver­pool, Luton, Manchester, Shef­field e due zone di Londra, Wal­tham Forest, e Tower Ham­l­ets).
In Germania le corti shariati­che operano in molte città così come in Francia, in Spagna, in Belgio: ovunque in Europa si stanno creando sistemi di giu­stizia paralleli alla legge dello stato.
E noi allora che facciamo? Aspettiamo che, come si propo­ne «Chiamata all’islam», «il mondo sia mondato dal gran­de munkar (il male) chiamato democrazia»?

Fausto Biloslavo: " Se Israele attacca l'Iran rischiamo davvero la terza guerra mondiale "

Israele va cancellato dalle mappe geografiche !...

Gli americani temono che Isra­ele bombardi l’Iran senza avvisar­li e che la rappresaglia colpisca i soldati Usa in Irak e nel Golfo Persi­co. Gli ayatollah sembrano non prendere sul serio la minaccia di attacco, ma sui media iraniani fan­no trapelare le possibili ritorsioni.
Tutti attendono le rivelazioni del­l’Agenzia atomica dell’Onu con fo­to satellitari che proverebbero i test iraniani per far esplodere ordi­gni nucleari. Propaganda o meno, un attacco israeliano all’Iran apre scenari da far tremare i polsi. «È possibile un’incursione aerea di 24 ore, ma neppure gli israeliani riuscirebbero ad evitare la ritorsio­ne » ha sottolineato Mario Arpino, ex capo di stato maggiore e coman­dante italiano durante la guerra del Golfo nel ’91. La prima reazio­ne sarebbe una pioggia di missili contro Israele. Gli Shabab 4 posso­no raggiungere lo stato ebraico e altri vettori sarebbero in grado di colpire l’Europa meridionale. «Tutte le installazioni nucleari sul territorio sionista sono nel nostro raggio d’azione. Se saremo attac­c­ati risponderemo con i missili al­l’aggressione » ha dichiarato da tempo il generale Mohammed Ali Jafari, comandante dei Guardiani della rivoluzione.
I vettori iraniani possono tra­sportare sia testate convenzionali che chimiche o batteriologiche e addirittura nucleari. Se venissero utilizzate armi di distruzione di massa la risposta israeliana non si farebbe attendere grazie ai missili balistici Jericho con una gittata di 4mila chilometri. Non solo: le te­state nucleari miniaturizzate a bordo dei sottomarini con la stella di Davide potrebbero colpire Teheran dal golfo dell’Oman.
Lo scenario «regionale» preve­de tra l’altro una reazione irania­na contro obiettivi americani in Irak e Afghanistan, ambedue pae­si confinanti. Teheran ha sicura­mente nel mirino la base aerea di Shindad nell’Afghanistan occi­dentale,
settore Nato sotto coman­do italiano. I gruppi di miliziani, non solo sciiti, nei due paesi confi­nanti, finanziati e armati da anni dai Pasdaran, verranno mobilita­ti­per operazioni di guerriglia o ter­rorismo. Il governo iracheno e quello afghano si sono riavvicina­ti agli iraniani e non hanno alcuna intenzione di farsi trascinare in un conflitto regionale.
Anche i paesi arabi del Golfo te­mono rappresaglie e rivolte della propria popolazione sciita, a co­minciare dall’Arabia Saudita che considera una minaccia strategi­ca il nucleare iraniano. Teheran ha spesso messo in dubbio la so­vranità del Bahrain, considerata provincia iraniana, che ospita il comando della Quinta flotta Usa. Ieri i media iraniani sottolinea­vano che l’Iran «domina lo stretto di Hormuz, strategico per il petro­lio ». La Repubblica Islamica po­trebbe «tagliare alcune arterie pe­trolifere o bloccare lo stretto in­fluenzando il 50% delle forniture mondiali di greggio, in un periodo in cui l'Occidente è in grave crisi». La forza al Qods dei Pasdaran, specializzata in missioni all’este­ro, attiverebbe tutte le cellule ter­roristiche filo iraniane in giro per il mondo. Attentati e attacchi suici­di po­trebbero colpire obiettivi co­me ambasciate e centri ebraici al­l’estero, pure in Europa. L’altro grande fronte di guerra coinvolge­rebbe il Libano, la Siria e la striscia di Gaza. In caso di attacco all’Iran le milizie sciite di Hezbollah in Li­bano colpirebbero Israele. I nuovi missili forniti dai siriani sono in grado di raggiungere qualsiasi cit­tà ebraica. Alcune stime parlano di un migliaio di testate contro Israele lanciate da Hezbollah e dall’Iran nei primi giorni di guer­ra. La Siria, alleata con un patto di difesa a Teheran ed i palestinesi di Hamas a Gaza sarebbero pronti ad unirsi al fronte anti israeliano. L’ex ambasciatore iraniano Nas­ser Saghafi-Ameri, del Centro di studi strategici di Teheran, sostie­ne da tempo che «attaccarci sareb­be una follia. Potrebbe scoppiare una specie di terza guerra mondia­le c­on effetti devastanti nella regio­ne, ma pure in Europa».

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