L'antisemitismo che ritorna: le responsabilità di Unesco, sinistra, Romano Prodi Anlisi di Piera Prister
Testata: Informazione Corretta Data: 05 novembre 2011 Pagina: 1 Autore: Piera Prister Titolo: «L'antisemitismo che ritorna: le responsabilità di Unesco, sinistra, Romano Prodi»
L'antisemitismo che ritorna: le responsabilità di Unesco, sinistra, Romano Prodi di Piera Prister
Piera Prister
Oggi, 4 novembre 2011, ho trovato sulla mia scrivania una lettera-invito da parte del Centro Simon Wiesenthal, ad unirmi alle decine di migliaia di coloro che stanno protestando contro il direttore generale dell’Unesco, Irina Bukova per l’acclamazione della Palestina come suo stato membro, di cui e’ stato artefice Abu Mazen -alias Mahmoud Abbas antisemita e grande odiatore di Israele- avvenuta a Parigi pochi giorni fa. L’ho dissuggellata proprio mentre stavo pensando che anche l’Europa avrebbe dovuto seguire l’esempio degli Stati Uniti nel tagliare i fondi all’ONU, all’Unesco e ai Palestinesi. Date le premesse non credo che si arrivera’ a tanto. Dal voto del 31 ottobre e‘ uscita fuori piuttosto un’Europa divisa che ricommette gli stessi errori del passato e non ha saputo votare compattamente contro l’antisemita Abu Mazen, un abile propagandista che lavora per la delegittimazione e la distruzione di Israele, la stessa Europa che negli anni ’30 non si oppose all’ascesa della triade Hitler-Mussolini-Al-Husseini, islamo-nazi-fascista. Un’ Europa in cui l’antisemitismo e’ forte, come lo scenario in cui si sono verificati attentati terroristici e antisemiti fin dagli anni ’70 coperti dai governi di sinistra collusi con gli attentatori. Un’ Europa in cui l’ex Presidente della Commissione Europea, Romano Prodi che aveva censurato, in una Conferenza sull’ Antisemitismo a Bruxelles il 19 febbraio 2004, un’indagine sull’Antisemitismo, redatta da due accreditati studiosi, e invece aveva pubblicato un’altra inchiesta “speciale” condotta nell’ambito della Commissione in 15 stati europei, secondo cui Israele era ritenuta una minaccia alla pace mondiale piu’ di qualsiasi altro stato canaglia come l’Iran, la Corea del Nord o l’Afghanistan. In quell’ occasione lo stesso Centro Simon Wiesenthal invio’ a Prodi una lettera indignata al grido di “Moral Outrage”- oltraggio morale- invitando i lettori a fare lo stesso, e i presidenti del Congresso Ebraico Mondiale ed Europeo, Edgar Bronfman e Coby Benatoff lo accusarono di disonesta’ intellettuale e di tradimento morale. Avevano ragione le organizzazioni ebraiche, perche’ poi Prodi nella veste di presidente della Commissione Europea, come s’e’ scoperto recentemente dai documenti di WeekLeaks, era in diretto contatto telefonico con l’organizzazione terroristica Hamas, che e’ il braccio armato dell’Iran che e’ una minaccia alla pace mondiale ora che sta ultimando le armi atomiche. Questa e’ l’Europa che fa il paio con quanto e’ recentemente emerso in Italia da un rapporto dell’Osservatorio sull’Antisemitismo pubblicato su I.C. secondo cui un italiano su due e’ ostile agli ebrei. Ormai Eurabia a grandi passi avanza e quello che e’ avvenuto all’Unesco ne e’ un esempio. E poi a pensarci bene, stando all’ altisonante sigla UNESCO, che significa Organizzazione Nazioni Unite per L’EDUCAZIONE, LA SCIENZA e LA CULTURA , e’ lampante che proprio la Palestina di Abu Mazen non avrebbe dovuto farne parte, visto che nel territorio dell’ Autorita’ Palestinese non si educano i bambini alla pace, alla cultura, alla letteratura, alla scienza e all’arte ma sono educati invece all’odio, e a commettere suicidio per fare il piu’ alto numero di morti. Basta fare un esame dei libri di testo usati nelle scuole e un esame della topografia di Ramallah e dintorni, con piazze, vie e statue intitolate a terroristi o guardare i network televisivi propagandisti o farsi un giro nelle librerie per capire che Mein Kampft e i Protocolli sono i libri piu’ raccomandati dal regime. Una cosa e’ certa pero’ e’ che dopo il voto, l’Unesco dara’ ancor piu’ legittimita’ alle mire di Abu Mazen a voler cancellare tutti i luoghi sacri degli ebrei, con la mala intenzione di eradicarne ogni traccia, per appropriarsene, magari per costruirci sopra delle moschee, giuocando sull’equivoco del nome “Palestina” che e’ la terra plurimillenaria degli Ebrei come popolo e come stato e che e’ il nome che l’imperatore Adriano diede ad Israele, dopo la distruzione di Gerusalemme del 70 dell’era volgare. La parola “palestinesi” nella versione moderna fu coniata solo nel 1947, prima esistevano ebrei ed arabi, dove gli ebrei sono stati sempre vittime dei pogrom degli arabi nella Palestina allora sotto Mandato Britannico. Ora sono questi arabi che vogliono scippare Israele della sua storia, e si fanno chiamare palestinesi per appropriarsi di un nome antico; questi palestinesi che tramite i loro capi hanno sempre disdegnato dal 1947 in poi, uno stato anche se era loro offerto su un piatto d’argento come emerge dalle memorie di Condoleezza Rice, pubblicate in questi giorni; questi palestinesi che fin da bambini sono immersi in una CULTURA di MORTE, INDOTTRINATI AL SUICIDIO pur di uccidere il maggior numero di ebrei e non ebrei. Ad Abu Mazen non interessa niente di questi sedicenti Palestinesi interessa invece solo la demonizzazione, la delegittimazione e la distruzione dello stato d’Israele. Piera Prister Bracaglia Morante