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Informazione Corretta Rassegna Stampa
03.11.2011 Epidemia di stupri a Oslo
analisi di Bruce Bawer

Testata: Informazione Corretta
Data: 03 novembre 2011
Pagina: 1
Autore: Bruce Bawer
Titolo: «Epidemia di stupri a Oslo»

Epidemia di stupri a Oslo
di Bruce Bawer
(traduzione di Anna Della Vida) 


Bruce Bawer

In un rapporto dello scorso maggio si leggeva che nella città di Oslo ogni stupro commesso negli ultimi cinque anni era stato commesso da una persona con origine non-occidentale, l’eufemismo norvegese per musulmano. Oggi veniamo a sapere che gli stupri sempre a Oslo sono già il doppio di quelli commessi nel 2010. Un membro del Parlamento, André Oktay Dahl, del Partito Conservatore, almeno ha avuto il coraggio di definire “critica” la situazione, informando che molti stupratori  provengono da culture “con un atteggiamento verso le donne condannabile”. 

Il Partito Conservatore ha proposto diverse misure per combattere quella che è stata definita un’epidemia di stupri: più finanziamenti alla polizia; più sicurezza nelle strade e più indagini investigative; tempi brevi per i test del DNA; prevedere volontari quali ausiliari di polizia. Alcune osservazioni su queste proposte. La situazione della polizia in Norvegia è uno scandalo. Questa estate si è saputo che in tutta la Norvegia che i dipartimenti di polizia erano talmente male equipaggiati da non poter affrontare quei gruppi violenti di ubriachi che stazionano nei week-end davanti ai bar dopo l’ora di chiusura. Si è anche saputo che solo quattordici diplomati alla Accademia di polizia sono stati assunti.  

E’ scandaloso che la Norvegia, con tutta la sua ricchezza, abbia deciso di non investire in  ordine e legalità. Il solo pensarlo viene giudicato reazionario per le generazioni del ’68 e per i loro eredi  negli ambienti del potere politico e burocratico. Come ho scritto qualche mese fa “la Norvegia spreca milioni di corone ogni anno in ‘aiuti allo sviluppo’, che finiscono in gran parte nelle tasche di corrotti dittatori africani; ne investono molti altri milioni che vanno agli immigrati non-occidentali che sono diventati degli specialisti nello sfruttamento del sistema di assistenza sociale; di più, il governo norvegese finanzia anche gli anarchici. Hanno ragione quei norvegesi che criticano il cattivo uso del loro denaro, che, invece di combattere il crimine che li minaccia, personalmente e nei loro beni, viene usato per portare aiuto ai criminali “. 

 Che la Norvegia abbia bisogno di più polizia non è nemmeno in discussione. Allo stesso tempo, lamentarsi per le forze di polizia, non aiuta ad affrontare  il  problema che è alla radice dell’aumento degli stupri nel paese: la presenza in Norvegia, e specialmente a Oslo, di un numero sempre maggiore di persone che disprezzano la cultura occidentale, che non hanno assolutamente nessun rispetto per chi professa una religione che non sia la loro, e che si sono fatti l’idea che le donne che girano per le strade da sole e senza velo che le copre il viso, meritano solo di essere stuprate. 

Neanche tanti anni fa, Oslo non conosceva alcun stupro, gli abitanti erano cresciuti educati al rispetto comune e alla tolleranza. Adesso non più. Con il passare degli anni, il verificarsi di stupri è salito vertiginosamente. Un numero sproporzionato di violentatori viene definito “ senza dimora” , che suona curioso, a meno che non si conoscano le regole in vigore, per le quali una persona, anche se viene sfrattata, in Norvegia non può essere obbligata ad andarsene. Gli aggressori sono così temerari, perché sanno che molto probabilmente non verranno arrestati , ma anche se lo fossero, la pena sarà molto leggera, lo si deduce da uno degli ultimi casi di stupro, nel quale due uomini hanno violentato una donna di 21 anni proprio nel giardino del Palazzo Reale. 

Naturalmente Oslo non è l’unica città a dover affrontare un simile cambiamento epocale: molte grandi città dell’Europa occidentale hanno subito trasformazioni simili. Eppure adesso sappiamo che Oslo ha superato in fatto di stupri le altre due capitali scandinave, Stoccolma e Copenhagen. E’ davvero un conquista, se consideriamo che Oslo è sempre stata tradizionalmente la più piccola e tranquilla delle tre città, la meno cosmopolita, quella che assomigliava più a una piccola città  che a una capitale europea. A Copenhagen, la violenza per stupro è in declino, anche perché non a caso è la città che ha avuto una politica più attenta nei confronti dell’immigrazione e dell’integrazione in paragone all’intera Europa. (Né è una coincidenza che le altre capitali scandinave hanno il doppio di forze di polizia per abitante rispetto a Oslo). 

Uno sguardo veloce alla mentalità ufficiale che ha reso possibile questa crescita statistica delle violenze di stupro, ci è fornita da un articolo uscito sul quotidiano Dagbladet il 25 ottobre. Scriveva nell’estate dello scorso anno,  pubblicatndo la storia di Abdi, un immigrato somalo, di 24 anni, che da quando era arrivato in Norvegia con la qualifica di rifugiato politico, aveva commesso 14 rapine, era stato in carcere, era diventato drogato, e viveva grazie all’assistenza pubblica. Il 30 giugno 2010, Dagbladet scriveva che un tribunale aveva deciso che Abdi , che non era cittadino norvegese, doveva essere rimpatriato in Somalia.  Lui ricorse in appello e la sentenza venne capovolta. Il suo avvocato applaudì, dicendo che quella decisione “era importante per i somali che si trovano in questo paese “. (Tra tutti gli immigrati in Norvegia, i somali sono quelli ad avere la più alta disoccupazione e a commettere il maggior numero di crimini). L’avvocato ha criticato la Norvegia per aver mostrato “ una brutta faccia in questo caso”, stabilendo l’espulsione del suo cliente in Somalia, ma ha poi espresso speranza dopo l'appello che questa decisione venga adesso seguita anche in futuro, dando per scontato che malgrado i comportamenti illegali nessun immigrato possa più essere espulso. 

La motivazione alla base della decisione che ha permesso a Abdi di rimanere in Norvegia  era che per lui sarebbe stato pericoloso vivere in Somalia. Che permettergli di vivere in Norvegia avrebbe potuto esserlo per i cittadini norvegesi alla Corte non è passato in mente. Non è solo il tribunale ad aver ragionato in questo modo. In questi casi sono gli organi di informazione a bombardare il pubblico attraverso una martellante propaganda studiata apposta per rendere simpatico il trasgressore in questione. Così è stato l’articolo dell’altro giorno su Dagbladet, che ci ha mostrato un Abdi pentito,  riabilitato e ubbidiente, veramente quasi saggio come un santo. L’hanno presentato come uno che ha cambiato vita, uno che adesso vuole aiutare i giovani immigrati a redimersi. Lui ha aggiunto che ha intenzione di studiare per diventare sociologo (il che, a pensarci bene, può essere più pericoloso ancora che se avesse deciso di continuare sulla strada del crimine). 

Così va la Norvegia nell’anno 2011. Oslo è sottoposta a una epidemia di stupri. Se ne discute un po’ ovunque, si chiacchiera sulle soluzioni da proporre. Ma fintanto che le autorità non si interesseranno seriamente del benessere dei cittadini  come fanno con quello degli stranieri delinquenti, il problema potrà soltanto diventare più grande.

Bruce Bawer è " Shillman Journalism Fellow "  al Freedom Center e autore di “While Europe Slept” e “Surrender”. Collabora con Informazione Corretta


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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