Che Gheddafi avesse la bomba atomica era sembrato a tutti una menzogna plateale fin da subito, se l'avesse avuta, megalomane com'era, l'avrebbe usata. Adesso la verità viene fuori con le smentite della Nato, come racconta Andrea Morigi su LIBERO oggi, 01/11/2011, a pag.18, con il titolo "L'atomica di Gheddafi è un' altra balla dei ribelli".
Ecco il pezzo:
Fa cilecca la bomba atomica di Gheddafi. Il colonnello del resto non l’aveva mai usata, nemmeno contro i propri nemici interni. E in sette mesi di bombardamenti, gli aerei della Nato non l’avevano nemmeno sfiorata con i radar. È Mohammed Jibril, il primo ministro dimissionario del governo libico, a sparare alla tv Al Arabyya la notizia del ritrovamento dell’arsenale nucleare del raìs. Dal Consiglio nazionale di transizione arriva un invito all’Aiea, l’Agenzia internazionale per l’energia nucleare, a indagare sull’esistenza delle armi di distruzione di massa del passato regime. A Vienna non danno molto credito alla rivelazione «l’Aiea non è stata informata di nessuna possibile scoperta di nuove armi nucleari in Libia», dichiara la portavoce dell’Agenzia, Gill Tudor. Non risulta nulla nemmeno all’Alleanza atlantica. «Non abbiamo alcuna informazione esatta di stoccaggio di armi in Libia», replica da Tripoli il segretario generale della Nato Anders Fogh Rasmussen. E, comunque, erano informazioni già note da oltre un mese all’Organizzazione per il divieto delle armi chimiche, l’Op - cw, con sede all’Aja. In un comunicato del 28 settembre scorso, mentre Muammar Gheddafi era ancora in vita e potenzialmente in grado di scatenare l’inferno, minimizzavano il pericolo. Si tratta delle stesse scorte dichiarate da anni dal governo di Tripoli, in ottemperanza con la Convenzione sulle Armi Chimiche (Cwc) precisa l’Opcw, negando di essere stata informata da parte libica della scoperta di scorte precedentemente non dichiarate. ARSENALE FANTASMA Prima della crisi, il regime di Gheddafi aveva distrutto il 55% delle sue scorte dichiarate di iprite (gas mostarda) e il 40% dei suoi precursori chimici per la fabbricazione di armi, nonché tutte le scorte di oltre 3.500 bombe aeree disegnate per l’uso di armi chimiche. Queste attività, si precisa nel comunicato, sono state fermate a febbraio 2011. Le rimanenti armi chimiche sono conservate in un impianto militare 700 chilometri a sud est di Tripoli. Le scorte consistono in circa nove tonnellate metriche di iprite e oltre 800 di precursori chimici. Il nuovo governo di Tripoli, riconosciuto dalle Nazioni Unite, eredita gli obblighi della Libia come Stato membro della Cwc di distruggere le scorte rimanenti sotto verifica internazionale degli ispettori dell’Opcw. «Il ritrovamento dell’arsenale nucleare è una bufala. Le scorie radioattive esistono, ma fanno ancora parte del programma di arricchimento dell’uranio smantellato nel 2003», afferma l’agen - zia AsiaNews, citando proprie fonti anonime. In ogni caso, l’al - larme è ingiustificato perché tali materiali sono pericolosi solo se si dispone della tecnologia adeguata. Nel 2003 Gheddafi aveva firmato un accordo con i Paesi occidentali che prevedeva lo smantellamento del suo programma nucleare. Ciò per consentire il rientro della Libia nella comunitàinternazionale. Il patto prevedeva una serie di finanziamenti economici erogati in gran parte dall’allora governo Bush. Secondo esperti e testimoni oculari il progetto per la bomba atomica era in gran parte completo e comprendeva circa 4mila centrifughe per l'arricchimento dell’uranio in grado di produrre materiale fissile. Per ottenere tale tecnologia, Gheddafi aveva pagato tra i 100 e 200 milioni di dollari Usa al network di proliferazione atomica gestito da Abdul Qadeer Khan, il padre della bomba atomica pakistana. Poi, per uno screzio fra il regime e gli Stati Uniti, accusati di nonaver mai consegnato i finanziamenti promessi, il rais aveva rimandato al 2009 l’inizio della consegna del materiale stoccato. FALSO ALLARME Le fonti di AsiaNews spiegano tuttavia che «quanto ritrovato dai ribelli corrisponde al materiale non ancora smaltito». Per finire l’inventario, si aggiungono anche le scorie provenienti dalla centrale nucleare di Tajura (alla periferia di Tripoli), creata nel 1983.Ma «nonostante la loro potenziale pericolosità si è ben lontani dalla presenza di armi nucleari». Tutta roba arrugginita, che serve al massimo a fare un po’ di rumore in Occidente.
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