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L'odio contro Israele sguazza anche nello sport 31/10/2011

Copia di e-mail inviata a Avvenire:

La lettura del vostro articolo politico-sportivo pubblicato venerdì lascia davvero sorpresi, soprattutto se si considera l¹Ente cui fa riferimento la vostra testata. Tralasciando alcune espressioni di bassa politica anti-israeliana (³le vedettes dell¹altra sponda², scrivete, riferendovi ai calciatori israeliani di religione musulmana, per non parlare dei ³rocciosi muri² riferendovi, probabilmente, anche a quel muro che roccioso non è, ed anzi, per circa il 95%, è solo elettronico, senza traccia di calcestruzzo), bisogna osservare che sul tema prettamente sportivo dimostrate davvero una ignoranza abissale.
In tutto il mondo, a partire da quell¹Africa nella quale le condizioni dei popoli non sono nemmeno lontanamente paragonabili a quelle dei poveri di Israele, sono proprio gli abitanti meno fortunati economicamente che cercano di trovare la strada della ricchezza e della fama con lo sport.
E siccome poi la stessa cosa succede anche nel nostro paese, ecco che quel ³meccanismo d¹emancipazione dal disagio², cui voi volete dare appunto un significato politico anti-israeliano, dimostra di averne, al contrario, uno ben diverso.
Vi è poi, da parte vostra, un¹ulteriore grave ³colpa² nell¹aver voluto dare la parola a quel Ahmed Tibi, deputato arabo-israeliano della Knesset noto, più che per la sua azione politica, per il suo odio anti-israeliano, per i suoi interventi in parlamento ed in televisione pieni di invettive anti-israeliane e per i suoi stretti legami col terrorismo (di Hamas in particolare); con lui finite pertanto per sostenere delle tesi del tutto false.
Come mai, piuttosto, non avete ricordato il caso di quel giocatore israeliano che nel nostro paese non ha potuto mai scendere in campo solo a causa della sua nazionalità? Questo sì che è puro razzismo.
La realtà è che, mentre in Israele Ahmed Tibi è libero di esprimere le sue folli parole anche in televisione, e tutti gli sportivi partecipano alle manifestazioni insieme agli ebrei, in Italia nessuna TV nazionale ha osato andare a chiedere il suo pensiero a quel giocatore israeliano che abbiamo obbligato a rientrare nel suo paese con tutta l¹amarezza che si porterà dietro per tutta la vita.
Distinti saluti
Emanuel Segre Amar


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