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La Stampa Rassegna Stampa
28.10.2011 Usa/Iran: Obama e Clinton aprono gli occhi ?
cronaca di Maurizio Molinari

Testata: La Stampa
Data: 28 ottobre 2011
Pagina: 19
Autore: Maurizio Molinari
Titolo: «Usa, sul Web la sfida all’Iran»

Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 28/10/2011, a pag. 19, l'articolo di Maurizio Molinari dal titolo "Usa, sul Web la sfida all’Iran".


Maurizio Molinari, Hillary Clinton

Hillary Clinton punta su un’« ambasciata virtuale» per dialogare con gli iraniani a dispetto del regime. È lo stesso Segretario di Stato ad annunciare la decisione agli iraniani con due interviste ai canali in persiano della Bbc e di Voice of America, precisando che si tratterà di «un sito Web in grado di comunicare con la popolazione iraniana» 24 ore su 24, offrendo la possibilità di ottenere visiti, studiare in America o avere informazioni sugli aspetti più differenti della vita negli Stati Uniti.

«Il controllo del regime iraniano sulla vita dei cittadini ricorda quello dell’Urss» ha sottolineato Hillary Clinton, riconoscendo a Teheran di «essere stata molto aggressiva ed efficace nell’ostacolare le comunicazioni via Internet fra manifestanti e dissidenti» dall’indomani delle rivolte di piazza iniziate nel giugno del 2009. Da qui la scelta dell’amministrazione Obama di sfidare la Repubblica Islamica proprio sul Web, creando un portale digitale «al quale ogni cittadino iraniano potrà accedere per chiedere le informazioni che desidera sugli Stati Uniti».

Per Hillary, paladina dichiarata della «libertà su Internet», significa rilanciare l’uso del «soft power» degli Stati Uniti per rafforzare un dialogo diretto con la popolazione iraniana, alla quale il presidente Barack Obama si è più volte rivolto direttamente sin dall’indomani dell’insediamento alla Casa Bianca. A conferma della scelta di accrescere la pressione sull’Iran, Hillary ha parlato della Repubblica Islamica come di «un regime in progressiva trasformazione verso una dittatura militare» e a evidenziarlo sarebbe il recente presunto complotto ai danni dell’ambasciatore saudita a Washington «perché a ordirlo è stata la Forza Al Quds dei Guardiani della Rivoluzione» che non è ben chiaro a quale potere politico risponda avvalorando lo scenario di «una struttura militare sempre più potente e dominante nel sistema di governo». In tale maniera Hillary punta ad aprire un dialogo anche con quegli iraniani che hanno finora sostenuto la teocrazia iraniana ma non vedono con favore l’accentramento di potere politico e militare nelle mani di Alì Khamenei, la Guida Suprema della Rivoluzione che alcuni giorni fa ha proposto di abolire l’istituzione della presidenza della Repubblica sollevando le proteste anche di Ali Akbar Hashemi Rafsanjani, già presidente negli Anni Novanta.

A conferma della volontà della Casa Bianca di indebolire la capacità dei servizi di sicurezza iraniani di controllare le comunicazioni vi sono le indiscrezioni pubblicate dal «Wall Street Journal» sul fatto che gran parte del sistema di telefonia mobile adoperato dal governo di Teheran è fornito da Huawey Technologies, un gigante dell’economia cinese i cui profitti nel 2010 hanno sfiorato i 200 miliardi di yuan. Sono oltre 6000 gli iraniani arrestati dal 2009 a seguito di intercettazioni telefoniche e ciò significa che Washington ritiene Huawey coinvolta in tali operazioni: da qui la possibilità che la Casa Bianca studi una nuova tipologia di sanzioni per impedire il trasferimento di alta tecnologia telefonica agli ayatollah.

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