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Ugo Volli
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Etica del giornalismo 24/10/2011

Etica del giornalismo


Samer Allawi, giornalista di al Jazeera

Cari amici, immaginate un giornalista del Corriere o della Stampa (non dell'Unità o di Repubblica, mi meraviglierei di meno...) che fa riunioni operative con le Brigate Rosse o piuttosto con i terroristi baschi dell'Eta e provate a pensare che la polizia spagnola lo arrestasse. Sarebbe un grande scandalo, non credete? E se la direzione del giornale non facesse nulla, ma proprio nulla, non si dissociasse affatto, questa complicità inciderebbe pesantemente sulla credibilità della testata, non credete?

Be', è esattamente quel che è accaduto ad Al Jazeera. Un giornalista della televisione del Qatar e non dei minori, il loro corrispondente capo da un teatro caldo come l'Afghanistan, Samer Allawi è stato arrestato dalla polizia israeliana e ha confessato di avere legami operativi con Hamas. Avendo confessato e non essendo responsabile di alcun atto di terrorismo, Allawi è stato rilasciato ed è ripartito per l'Afghanistan, dove probabilmente si trova felicemente tra i talebani. (http://www.jpost.com/MiddleEast/Article.aspx?id=239638).

L'emittente non l'ha sospeso ne l'ha criticato in alcun modo, il che conoscendo Al Jazeera non meraviglia. Il Qatar è uno dei tre stati (con Turchia e Siria, bella compagnia), ad aver ospitato i terroristi rilasciati dalle carceri israeliane. E' lo stato del Golfo più filo-iraniano e antioccidentale. Al Jazzeera è di proprietà del sovrano, è un organo di stato che segue le sue politiche, con l'entusiasmo dovuto a una redazione egemonizzata dai nazionalisti palestinesi. Prima o poi qualcuno dovrà fare una ricerca storica sul ruolo che questa televisione (un po' ministero degli esteri, un po' servizio segreto, un po' strumento di propaganda religioso, un po' scimmiottatore delle forme delle televisioni occidentali) ha giocato in questi anni.
 
Ma anche i giornali occidentali e perfino i concorrenti di CNN non hanno criticato il giornalista collaboratore di Hamas e anzi non ne hanno neppure parlato: che un giornalista usi del suo ruolo e della sua impunità per aiutare i terroristi a loro deve sembrare, normale, i patti col diavolo lo fanno un po' tutti, come si è visto nel caso della flottiglia, delle foto manipolate, in corrispondenze dal Medio Oriente come quelle dei nostri giornali. Del resto quel tal "giornalista" Cristiano della Rai che si scusò con Al Fatah per il fatto che la concorrenza aveva ripreso un linciaggio a Ramallah, denunciando chi l'aveva fatto, se non sbaglio ha ancora la tessera dell'Ordine ed è un dipendente Rai che dopo questo "infortunio" ha fatto una discreta carriera... Gira il mondo, ma il giornalismo resta lo stesso. Non proprio la lotta eroica contro il potere che sognava Orson Welles in "Citizen Kane" settant'anni fa.

Ugo Volli


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