Raduno interreligioso ad Assisi, i lefebvriani rispolverano l'accusa di deicidio Il Vaticano tace e acconsente ?
Testata: Il Foglio Data: 21 ottobre 2011 Pagina: 2 Autore: Paolo Rodari Titolo: «Così i lefebvriani rischiano di far saltare Assisi (via antigiudaismo)»
Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 21/10/20111, a pag. 2, l'articolo di Paolo Rodari dal titolo " Così i lefebvriani rischiano di far saltare Assisi (via antigiudaismo)".
Richard Williamson, Benedetto XVI
Roma. A pochi giorni dal raduno interreligioso di Assisi (27 ottobre) voluto da Benedetto XVI a venticinque anni dallo storico incontro che si tenne nella cittadina umbra nel 1986 per volontà di Giovanni Paolo II, si fanno difficili i rapporti con il mondo ebraico che pure ha annunciato la sua presenza con una delegazione. Pietra dello scandalo è ancora una volta il vescovo Richard Williamson – a lui e ad altri tre presuli lefebvriani il Papa nel 2009 aveva revocato la scomunica precedentemente inflittagli da Wojtyla – il quale poche ore fa sul suo blog ha definito l’uccisione di Gesù un “deicidio” i cui responsabili sono soltanto gli ebrei perché “è evidente dai Vangeli che Ponzio Pilato non avrebbe mai condannato a morte Gesù” se gli ebrei non gliel’avessero chiesto. La Conferenza dei rabbini europei – raccoglie i leader religiosi ebrei in oltre quaranta paesi e comprende tutti i rabbini capo del continente –, che già si era espressa duramente tre anni fa su Williamson quando aveva negato l’Olocausto, torna oggi a chiedere ufficialmente alla Santa Sede di interrompere i colloqui con gli ultratradizionalisti lefebvriani della Fraternità di san Pio X. Una richiesta che pesa come un macigno in vista di Assisi. E’ proprio infatti a ridosso dell’appuntamento interreligioso che i lefebvriani dovranno rispondere al “Preambolo dottrinale” offerto a metà settembre dalla Congregazione per la dottrina della fede alla Fraternità in vista di un definitivo ritorno alla piena comunione con Roma. Sembra che la Fraternità sia spaccata in due: una parte consistente sarebbe propensa ad accettare le condizioni poste da Roma – si tratta in sostanza nell’accettazione piena dei documenti del Concilio – mentre un’ala minoritaria e più intransigente sarebbe pronta a rompere con la stessa Fraternità nel caso il superiore generale, monsignor Bernard Fellay, accettasse l’invito di Roma. Dice il rabbino capo di Mosca Pinchas Goldschmidt, presidente della Conferenza dei rabbini europei: “Commenti come questo ci riportano decenni indietro, ai giorni bui precedenti l’inizio di un dialogo significativo e reciprocamente rispettoso tra ebrei e cattolici”. E ancora: “Papa Benedetto ha mostrato il suo impegno a promuovere uno spirito di dialogo positivo con gli ebrei prima e durante il suo papato tuttavia egli deve indicare chiaramente che non c’è spazio nella chiesa cattolica per gli istigatori all’odio. Facciamo appello alla chiesa affinché sospenda i negoziati con i gruppi estremisti cattolici fino a quando non sarà chiaro che questi gruppi intendono mostrare un chiaro impegno a combattere l’antisemitismo nei loro ranghi”.
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