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Ugo Volli
Cartoline
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Pensieri dopo la gioia 19/10/2011

" Pensieri dopo la gioia "


Ugo Volli, Gilad Shalit con Bibi Netanyahu

Dopo la festa, un po' di riflessione non guasta. Mi riferisco a Gilad Shalit, naturalmente. Da quando si è profilato lo scambio ho detto che non mi sento di valutare lo scambio, dato che non sono israeliano, e lo confermo. Credo che dalla comoda sicurezza dell'Italia noi possiamo solamente mantenere la solidarietà con Israele, accettare le sue scelte, gioire per il risultato immediato e preoccuparci per i rinforzi ricevuti dai terroristi – non certo metterci a discettare su che cosa si sarebbe dovuto o non dovuto fare, dall'alto della nostra lontananza e ignoranza di molti fatti, secondo il modello tipico dei falsi amici di Israele.

Però qualche ragionamento si può fare: non su Israele, ma sugli altri attori coinvolti nelle vicende mediorientali. Sapete per esempio come ha reagito l'Onu per voce del suo commissario per i diritti umani Navi Pillay (quella di Durban 3, quella che ha nominato Goldstone capo della commissione per la nomina dei giudici della corte internazionale)? Molto istruttivo. Ha detto di essere preoccupata. Un po' in ritardo, direte voi, perché non era mai stata turbata dal fato di Shalit. Infatti non è preoccupata per lui, ma per i poveri carcerati. I più pericolosi, quelli condannati in media per una decina di omicidi ciascuno, che non possono immediatamente tornare alle loro case o piuttosto alle loro fabbriche di bombe, ma sono costretti all'esilio (http://www.jpost.com/DiplomacyAndPolitics/Article.aspx?id=242289). Triste, vero?  Anche la Croce Rossa è preoccupata... per i palestinesi. Eh, non c'è giustizia per loro, poverini. Per questo sono stati costretti a uno scambio così iniquo... 

E l'Unicef? Per bocca del suo "rappresentante nei territori occupati" Jean Gough ha detto che a questo punto è imperativo liberare tutti i minorenni che stanno nelle carceri israeliane. Anche loro, di Shalit rapito a 19 anni non gli importava niente, dei terroristi imprigionati a 17 sì. Sono bambini... (ANSA 18-10-2011 11:39) Mi raccomando, non date soldi all'Unicef, non comprate cartoline o altri gadget, non aiutateli in nessun modo. Non se lo meritano, sono ben altro dei disinteressati difensori dei bambini che dicono di essere. Magari qualche volta lo fanno, ma non con tutti e non alla stessa maniera per tutti.

Poi ci sarebbe, lo immaginate, Amnesty International, che non ha trovato nessun commento migliore che lamentarsi delle "dure condizioni di detenzione dei prigionieri palestinesi", che non erano prigionieri ma carcerati, con tutti i diritti dei carcerati di tutto il mondo civile: avvocati, visite, compagni, scadenza della pena e innanzitutto un pubblico processo e niente minacce di morte, tutte cose che Shalit non ha avuto neanche lontanamente (http://elderofziyon.blogspot.com/2011/10/amnesty-international-becomes-even-more.html).

C'è la Turchia, che si è offerta di ospitare i detenuti obbligati per la loro pericolosità ad andare all'estero. E' uno dei tre stati che l'hanno fatto, ma non per favorire la pace o aiutare Israele, no: per ribadire l'alleanza con Hamas, come ha dichiarato un esponente governativo (http://www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-4135644,00.html).

E ci sono naturalmente i palestinesi: quelli cattivi di Hamas e quelli "buoni" di Fatah. Lasciamo stare i primi, che in questa circostanza si sono confermati da sé rapitori, sequestratori, ricattatori. Sapete come hanno accolto i macellai che sono stati rilasciati nello scambio? Con una festa nazionale. "Eroi" li ha chiamati Mahmoud Abbas, il loro "presidente", quello pacifico che ha "abbandonato il terrorismo": "combattenti della libertà" gli assassini di bambini, i linciatori a nude mani, gli organizzatori di attentati negli autobus e nei ristoranti. Bella libertà, bell'eroismo. (http://www.haaretz.com/news/diplomacy-defense/abbas-greets-newly-released-palestinian-prisoners-you-are-freedom-fighters-1.390697). E sapete come ha risposto la folla dei fanatici convenuti: "Vogliamo un altro Shalit, Due Shalit, cinque!" (http://www.jpost.com/MiddleEast/Article.aspx?id=242258). Con questi aspiranti sequestratori Israele secondo il mondo dovrebbe affrettarsi a fare la pace. Celebrare ufficialmente gli assassini è ripetere il delitto una seconda volta, assumerselo ufficialmente. Com'è possibile perdonare questa gente (http://www.commentarymagazine.com/2011/10/17/palestinians-celebrate-murder-shalit/)? Come può il mondo sostenerli? Purtroppo può. Possono l'Onu, Amnesty International, la Croce Rossa

Ugo Volli

PS: Ancora un pensierino, che ho letto da qualche parte. Shalit è magro, peserà 50 chili. E' stato scambiato contro mille e rotti terroristi. Quanto vale ciascuno di loro? Un millesimo di Shalit. Se lo misuriamo in peso, cinquanta grammi. come un bicchierino di quelli che si usano per la grappa o un pugnetto di sabbia. Questo è il loro valore, autocertificato: un sorso, un po' di polvere. Che sia disperso per sempre.

uv


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