Come si fa a vivere e a fare teatro sotto la teocrazia iraniana ? Lo insegna il regista Reza Servati, nell'intervista di Maria Giulia Minetti sulla Stampa di oggi, 18/10/2011, a pag. 38.
Di seguito, alcune delle dichiarazioni di Reza Servati sulla censura in Iran e sul regista Jafar Panahi, condannato a 6 anni di carcere per non essersi piegato alla censura :
Reza Servati Jafar Panahi
Censura? "Dai limiti possono anche nascere idee. Che bisogna imparare a usare la costrizione come uno stimolo";
Velo ? " abbiamo imparato a usare il velo come un elemento scenico, a mutarlo in cappello, in copricapi diversi ";
Scene di sesso ? "Si tratta di trovare un’alternativa, una metafora. Ma che sia una trovata creativa, non un ripiego. La mia prossima regia sarà il Woyzeck . La scena delle 'avances' del Tamburmaggiore a Marie l’ho tutta reinventata, la farò 'vedere', ma in un altro modo. Credo che questo procedimento stimoli nel regista e nello spettatore una facoltà importante che io chiamo "pensiero laterale” ";
Panahi imprigionato ? "Le persone sono diverse. Il regista Asghar Farhadi (Orso d’oro a Berlino quest’anno con il film La separazione , uscita italiana venerdì, ndr), per esempio, a differenza di Panahi, sa usare il 'pensiero laterale'".
Ringraziamo il regista Reza Servati per aver insegnato ai lettori della Stampa come si fa teatro col 'pensiero laterale', cioè in sintonia col regime di Khamenei e Ahmadinejad. Siamo sicuri che anche gli oppositori come Jafar Panahi e i manifestanti dell'Onda Verde apprezzeranno i suggerimenti di Servati e sapranno metterli in pratica.
Chissà che cosa pensa Servati dell'attrice iraniana condannata a essere fustigata per aver recitato da protagonista in un film sulla libertà in Iran. Forse pensa che siano una 'metafora' per qualcosa di diverso ?
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