Putin si ricandida per il 2012 alla sua terza presidenza della Federazione russa
di Piera Prister
Piera Prister, Vladimir Putin
Il 2012 sarà un anno importante, l’anno delle elezioni presidenziali, qui negli Stati Uniti e anche nella Federazione Russa. Gli osservatori internazionali già guardano alle elezioni russe con il fiato sospeso perché sono foriere di sorprese che potrebbero sconvolgere l’assetto geopolitico delle alleanze e condurre al peggio.
Non e’ un mistero che il Cremlino con Vladimir Putin, anche nell’era post sovietica abbia continuato a soffocare il dissenso con l’intimidazione verso i suoi oppositori che intrepidi continuano a criticarlo come Boris Nemtsov, Garry Gasparov, e Lev Ponomarev; e con l’assassinio di diciotto giornalisti che sono stati brutalmente eliminati, tra i quali Anna Politkovskaya, Natalia Estemirova e Anastasia Baburova, donne di grande intelletto, che hanno avuto il coraggio di sfidarlo e di cui almeno si parla; come e’ anche noto che stia offrendo all’Iran la sua competenza tecnologica insieme alla Corea del Nord, nella costruzione della bomba atomica, aiutando così i “mullah antisemiti dalla mente apocalittica”, a realizzare il loro obiettivo di cancellare Israele dalle carte geografiche; come anche e’ notorio che venda armi e missili a Hamas ed Hezbollah i due bracci armati dell’Iran. Lo stesso premier Netanyahu, dopo il truce massacro della famiglia Fogel a Itamar in Samaria, l’ultima bomba alla stazione degli autobus di Gerusalemme e la ripresa del lancio di missili di Hamas contro Israele dalle rampe di Gaza, aveva rimandato ad agosto 2011 il suo viaggio a Mosca, preoccupato che la Russia venda armi ad Hamas. Inoltre tutti sanno che tre anni fa nel 2008, la stessa aveva inviato in Venezuela da Ugo Chavez, per una parata militare, jet supersonici capaci di trasportare materiale nucleare, e navi da guerra e che ciò aveva spaventato molto l’amministrazione americana. Inoltre Putin aveva invaso la Georgia nel 2008 con cacciabombardieri e carri armati –che ricordavano l’invasione sovietica dell’Ungheria nel 1956- e la bombardò per annettersi l’Ossetia e l’Abkhazia, mentre i paesi della comunità internazionale restavano a guardare come le tre scimmiette di Agatha Christie, che non vedevano, non sentivano e non parlavano. Chiaramente Putin la fa da padrone, controllore com’e’ della stanza atomica dei bottoni, e dei rubinetti del gas e del petrolio di Gazprom, il maggior estrattore al mondo di gas naturale e il maggior possessore mondiale di petrolio dopo l’Arabia Saudita e l’Iran, e che attraverso le “pipelines” rifornisce l’Europa che nel frattempo, non ha pensato ad un’alternativa energetica. Anzi l’ex Cancelliere tedesco Gerhard Schroder che sicuramente per dovere d’ufficio doveva essere stato pur un atlantista, ora e’ chairman del gasdotto Nord Stream, una sussidiaria di Gazprom e quindi e’ al servizio di Putin.
La notizia della ricandidatura di Putin e il fatto che potrebbe rimanere in carica per altri sei anni - la durata della presidenza da quattro anni e’ stata portata a sei, con un’ulteriore ricandidatura potrebbe addirittura superare la lunga presidenza di Stalin- ha preoccupato Mitt Romney, candidato presidenziale repubblicano alla Casa Bianca e finora il favorito dai sondaggi, spesso intervistato alla radio da Sean Hannity, uno dei più seguiti talk-show in America. Per Romney la ricandidatura di Putin sarebbe una minaccia per gli Stati Uniti tanto che ha dichiarato subito che nel suo programma e’ incluso un aumento della spesa militare. Anche il WSJ ha pubblicato un articolo allarmante di Bret Stephens del 27 settembre 2011, “The Committee to Re-Elect Putin”, che sarebbe il comitato virtuale della sinistra americana, per rieleggere Putin di cui farebbero parte vari accademici, ambientalisti e anche noti giornalisti. Inoltre ci sono anche nove premi Nobel per la pace tra cui Desmond Tutu che, facendo il gioco di Putin, hanno inviato una lettera al presidente Obama scongiurandolo di non importare il petrolio dal Canada attraverso il gasdotto Keystone XL, perché potenziale fonte di inquinamento.
La verità e’ che i Russi non hanno mai conosciuto la democrazia essendo passati dalla condizione di servi della gleba al tempo degli zar, al totalitarismo del regime sovietico, basato sui concetti -se pur nobili, ma falsi ed incantatori di eguaglianza sociale e di ridistribuzione della ricchezza; per poi passare infine al regime di Putin che ha deprivato i cittadini delle piuùelementari liberta’, come la libertà di parola, pena una morte brutale, o il bastone o l’interdizione mentale in una stanza di manicomio con le pareti imbottite. Un paese poi in cui si riaffaccia il culto della personalità, (A San Pietroburgo, città natale di Putin sono comparsi santini e manifesti per le strade che lo rappresentano come un santo), un paese dominato dalla propaganda anti-americana, dove si prospetta un aggravamento della crisi dovuta alla carestia che potrebbe innescare proteste popolari.
La notizia della ricandidatura di Putin al Cremlino, come cronaca era su tutti i giornali ma senza analisi, pare che in Europa abbia preoccupato soltanto i giornali inglesi, tra cui il Guardian che l’anno scorso pubblicò tutti i file di WikiLeaks sull’argomento; inclusi quelli riguardanti i recenti rapporti del governo italiano di Berlusconi con il regime di Putin che potrebbe interferire e condizionare la democrazia italiana così come lo e’ già stata tanto in passato dall’URSS, all’epoca delle tante stragi palestinesi e brigatiste, depistate ed insabbiate. Ed e’ questa senz’altro la ragione per cui i politici e giornalisti generalmente tacciono “capaci di commemorare, ma incapaci di rendere giustizia” così come ci ricorda Angelo Pezzana, il direttore di Informazione Corretta, in una delle sue quotidiane rassegne stampa. Infine la Gran Bretagna poi non dimentica l’orribile morte radioattiva del dissidente russo Litvinenko avvenuta a Londra che dal suo letto di morte, agonizzante, aveva puntato l’indice contro Putin, come il mandante del suo assassinio. Non a caso quello era stato “un avvertimento mafioso” da un palcoscenico internazionale verso cui tutti gli occhi del mondo erano puntati, un po’ come dire “state buoni e zitti, altrimenti farete la stessa fine, i nostri sicari vi raggiungeranno lontano o vicino, dentro o fuori dovunque vi troverete”.
Certo che ne ha fatta di strada il nostro Vladimiro, sin da quando era un giovane funzionario del KGB, quando lo si vedeva, brandendo un massiccio bastone, inseguire topi giù per le scale del suo fatiscente appartamento di Mosca. Già che ascesa, da una topaia agli splendori del Cremlino!
Il nazismo e’ durato per più di un decennio e ha mostrato subito i connotati inconfondibili di un male assoluto e abissale, la sua polizia di controllo era la Gestapo; il comunismo invece con il volto dell’utopia aveva sedotto le masse e anche moltissimi occidentali, ed e’ durato molto più a lungo, dalla Rivoluzione Bolscevica del 1917 fino al suo collasso nel 1991, la sua polizia di controllo era il KGB e la Stasi. Ma in entrambi i casi, sia nel nazismo che nel comunismo, il potere era gestito da despoti.