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Informazione Corretta Rassegna Stampa
13.10.2011 Chi incita all’odio: ecco la graduatoria
analisi di Manfred Gerstenfeld

Testata: Informazione Corretta
Data: 13 ottobre 2011
Pagina: 1
Autore: Manfred Gerstenfeld
Titolo: «Chi incita all’odio: ecco la graduatoria»

" Chi incita all’odio: ecco la graduatoria"
di Manfred Gerstenfeld

(Traduzione di Angelo Pezzana)

 

 La strage commessa dal norvegese Anders Breivik a Oslo e a Utoya il 22 luglio ha prodotto un significativo dibattito su chi porta la responsabilità ideologica del suo crimine, dato che l’assassino ha lasciato un diario nel quale ha citato molti nomi che dovrebbero aver ispirato il suo gesto. Nomi che poi sosno stati citati in vari articoli come se fossero corresponsabili.

 Sono state accusate persone che non hanno mai fatto ricorso alla violenza, come per esempio il politico olandese anti-islam Geert Wilders e la scrittrice Bat Ye’or, l’inventrice del termine ‘Eurabia’. Entrambi hanno condannato duramente i crimini di Breivik. Un altro ad essere accusato fu Robert Spencer, direttore del blog Jihad Watch, che, insieme ad altri, è stato giudicato colpevole dal quotidiano norvegese Aftenposten di istigazione all’omicidio (1).

Questo dibattito sarebbe stato marginale in un contesto di analisi più ampio. Il modo corretto di affrontare la responsabilità ideologica di chi incita all’assassinio dovrebbe cominciare da coloro che ne fanno un uso diretto. Come succede in molte società musulmane, dove prevale questa mentalità. Secondo uno studio del Pew Research Institute del 2009, almeno 150 milioni di musulmani ritengono che Osama bin Laden affronta nel modo giusto i problemi internazionali. (2)

Questo numero enorme di persone include più del 20% dei musulmani di Indonesia , Giordania ed Egitto, che però vengono descritti come impegnati nella ‘primavera araba’. Fra i musulmani nigeriani la percentuale sale al 50%. Questi dati non tengono conto dell’intero mondo islamico che invoca la morte degli ‘infedeli’. Hamas promuove il genocidio degli ebrei, e lo Sceicco Ysef al-Qaradawi, il teologo leader dei Fratelli Musulmani, un egiziano che vive in Qatar, sta apertamente dalla parte dei criminali suicidi che si fanno esplodere. Non va dimenticata la glorificazione da parte dell’Autorità palestinese delle stragi di massa di civili israeliani.

 La maggior parte delle vittime di questi incitatori all’assassinio sono musulmani che hanno opinioni differenti dalle loro. Vi sono poi molti israeliani , parecchi cristiani che vivono in paesi musulmani, ma anche cittadini di paesi occidentali vittime di terroristi che vedono nell’assassinio l’unica via per realizzare la loro visione dell’islam. Fanatici criminali, che raramente, altrove, fanno legano alla propria religione la loro volontà di uccidere.

In questa graduatoria dell’incitamento all’assassinio, i neo-nazisti occupano il secondo posto, non perché gliene manchi la voglia, ma perché il loro numero è molto limitato. Fra i progressisti, ma non sono i soli, vi sono poi persone che giustificano i crimini commessi dai ‘martiri’ suicidi, oppure mostrano comprensione per il loro gesto.

Negli ambienti socialisti, il richiamo diretto all’omicidio è raro, come invece avvenne con l'euro parlamentare belga socialista Veronique De Geyser, che dichiarò “ Credo che potrei strangolare l’ambasciatore israeliano “ (4). Essere presenti nei luoghi dove questi incitamenti all’omicidio si manifestano, direttamente o indirettamente, è più frequente in Europa fra i socialisti e altri gruppi della sinistra. Durante la guerra di Gaza del 2008-2009, il Ministro norvegese delle Finanze Kristin Halvorsen, leader del Partito Socialista di Sinistra, partecipò ad una manifestazione dove uno degli slogan era “ Morte agli ebrei”. Mona Sahlin, che è stata leader dei Social Democratici svedesi, partecipò a una marcia a Stoccolma (5) nella quale sventolavano le bandiere di Hezbollah e Hamas, mentre quella israeliana veniva data alle fiamme. (6)

Molte persone chiedono che Israele elimini la barriera di sicurezza, pur sapendo bene che è stata costruita per prevenire i molti attacchi terroristici dei palestinesi. Indirettamente, promuovono così il crimine. Un altro esempio è la Chiesa Luterana norvegese, che, pur conoscendo le minacce terroristiche che Israele affronta, anch’essa chiede che la barriera di sicurezza venga abbattuta (7). Stessa richiesta è stata fatta dal Ministro degli Esteri, il laburista Jonas Gahr Stoere, nel suo intervento al campeggio di Utoya il giorno prima della strage di Breivik.

In quel campeggio, i leader del movimento giovanile laburista avevano talmente demonizzato Israele, che quando Breivik iniziò a sparare , alcuni giovani credettero di assistere ad una dimostrazione su come i soldati israeliani uccidevano i palestinesi.(8)

Tutti questi esempi illustrano come politici, media e altri mezzi di comunicazione ignorano la maggior parte di coloro che realmente incitano all’omicidio, spostando invece l’attenzione sui loro rivali politici

[1] www.jihadwatch.org/2011/07/the-blame-game.html
[2] Juliana Menasce Horowitz, “Declining Support for bin Laden and Suicide Bombing,” PewResearchCenter Publications, 10 September 2009.
[3] BBC News, 8 July 2004, www.news.bbc.co.uk/2/hi/programmes/newsnight/3875119.stm
[4] “MEP says she feels like “strangling” 's ambassador,” European Jewish Press, 30 April 2007,www.ejpress.org/article/16358
[5] Per Gudmundson, “Mona Sahlin, hakkorsen och Hamasflaggorna,” Gudmundson, 15 January 2009 http://gudmundson.blogspot.com. [Swedish]
[6] “Israelska flaggan brändes,” Dagens Nyheter, 10 January 2009. [Swedish] [7] “Protest against the Wall of Separation,” Church of , 24 February 2004.

Manfred Gerstenfeld è Presidente del Consiglio di Amministrazione del Jerusalem Center for Public Affaire. Collabora con Informazione Corretta.


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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