sono d'accordo con la Redazione quando risponde che la Pena di Morte e l'Aborto sono argomenti non paragonabili, anche se preciserei da quale punto di vista, almeno secondo me. Mi spiego: entrambe le due "pratiche" coincidono negli effetti, ossia uccidono un essere vivente. Al di la della questione, prettamente bioetica, se il feto sia o meno persona umana, titolare o meno, quindi, di diritti soggettivi tra cui quello al rispetto della propria vita in quanto sacra, va tenuto presente che la scelta di comminare la pena di morte è fatta da giudici, rappresentanti di uno dei poteri dello stato, che in pieno libero convincimento e svincolati da qualsiasi necessità impellente (salvo quella di soddisfare la volontà vendicativa dei parenti delle vittime) ritengono che il reo non sia recuperabile alla vita civile e addirittura sia talmente pericoloso da essere meritevole di essere soppresso. Nell'aborto, invece, una madre, il più delle volte in gravi difficoltà economiche e , direi, psichiche, quindi pesantemente condizionata, decide di eliminare un proprio figlio, un essere vivente che le sta crescendo dentro. Li non c'è un reato commesso dal piccolo se non quello di esistere senza essere previsto, accettato, amato. Quindi l'aborto quando, si dice, non è terapeutico rimane una mera scelta della madre, un gesto per me molto più arbitrario e colpevole del comminare a cuor leggere e in ossequio a un mero meccanismo giuridico la pena di morte ad una persona adulta, che a suo tempo ha avuto modo di scegliere. Quindi concordo con il lettore quando parla della contraddizione profonda degli abortisti che propugnano la abolizione della pena di morte, ma pur nella grave e illogica contraddizione almeno si battono per eliminare un errore. Si potrebbe poi fare un lungo discorso sulla colpevole semantica, detta anche debole, che conforta e aiuta chi deve fare scelte così drastiche come quelle dell'aborto a non percepirne correttamente il significato materiale e le implicazioni morali. L'aborto o interruzione di gravidanza si riferisce alla interruzione di qual processo di crescita di un essere vivente che dalla blastula annidata nella parete uterina porterà ad un uomo o donna adulti come noi, capaci di pensiero, sentimenti e opinioni. FIVIZZANI