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Sport, democrazie e primavere arabe: 2 mail 12/10/2011

Lo sport dovrebbe servire per unire e non come palcoscenico per esprimere il rifiuto, il disprezzo di qualcuno.
A mio avviso è, quindi, gravissimo che gli atleti appartenenti a nazioni musulmane stiano adottando l'atteggiamento disprezzante di non misurarsi con atleti israeliani qualora se li ritrovino di fronte in un confronto sportivo.
Le Olimpiadi quando si tenevano nell'antica Grecia interrompevano le guerre in corso o sbaglio?
Davano cioè tregua all'odio e all'estrema ratio delle armi per un confronto più civile, basato sulle regole della lealtà e dell'onore sportivo. Questi valori erano rispettati in quei tempi "barbari" in cui la vita umana valeva molto meno di oggi.
In questi tempi si disprezzano questi valori, come il rispetto dell'avversario, caricando il fatto atletico di valenze politiche che non può e non deve avere.
A mio modesto parere, ribadisco, la crisi, se continua e si aggrava ci porterà a veloci passi verso il caos più totale.
Dio ci salvi!
Fivizzani.

In attesa che l'Onnipotente si decida, cominciamo a rimboccarci le maniche!
IC redazione
 

La Stampa diffonde la notizia sull' atleta tunisina che rifiuta di gareggiare con l'atleta israeliana ed è l'unico quotidiano a farlo forse perchè è un giornale che sa essere obiettivo e che sa dare voce a tante opinioni diverso e talvaonta in contraddizione tar loro? Io credo di sì. Una critica alla giovane tunisina vorrei farla: l'amore per la libertà, parola tanto abusata anche in questa primavera araba, che ormai volge all'autunno, significa assumersi le proprie resonsabilità, conseguenti alle scelte che operiamo. LoStato d'Israele è una democrazia, perchè dà il giusto peso alla libertà, il Nord Africa è ancora molto lontano dal divenire tale!
Cordialmente,
Lara Zinci


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