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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
04.10.2011 Siria: sconfiggere il tiranno. E dopo ?
Il commento di Guido Olimpio

Testata: Corriere della Sera
Data: 04 ottobre 2011
Pagina: 23
Autore: Guido Olimpio
Titolo: «L'opposizione siriana prende le armi, rischio guerra civile»

 Sul CORRIERE della SERA di oggi, 04/10/2011, l'intera pag.23 è dedicata alla situazione siriana, con il titolo " La vendetta di Damasco sulle famiglie degli esuli", una serie di brevi cronache sulla repressione attuata dal regime siriano. Sono precedute dal commento di Guido Olimpio, dal titolo " L'opposizione siriana prende le armi, rischio guerra civile " che riprendiamo: 

WASHINGTON — Il regime siriano, sin dall'inizio, non ha mostrato pietà. Le forze di sicurezza, appoggiate dalla milizia «Shabiyha», hanno ucciso oltre 2700 persone. Repressione selvaggia accompagnata da operazioni contro i dissidenti fuggiti all'estero. Molti di loro sono svaniti nel nulla con la complicità degli «amici» di Damasco, gli iraniani e le Hezbollah libanese.

Davanti al terribile colpo di maglio, l'opposizione ha cercato di creare uno scudo ma è anche passata al contrattacco. In diverse località gli avversari del regime hanno impugnato le armi e hanno organizzato sabotaggi, dai treni ai bus. Come segnalano fonti di intelligence americane sono diverse le realtà «armate»: civili che proteggono i quartieri dalle incursioni delle truppe lealiste; reparti dell'esercito passati con la ribellione; formazioni islamiste, come l'Hizb Al Tharir e nuclei non troppo lontani da Al Qaeda. La volontà c'è, alle armi pensano i contrabbandieri.

Una volta pronti i gruppi sono passati all'offensiva. Con agguati ai convogli militari o omicidi mirati. Dozzine di professori, personalità locali e quadri sono stati uccisi a Homs, Aleppo e nella stessa capitale. Tra loro almeno quattro scienziati piuttosto famosi. Poi è toccato al figlio del gran muftì Hamad Hassoun, guida religiosa che non si è vergognata di appoggiare la repressione. Alcuni delitti sono chiaramente una ritorsione dell'opposizione, altri invece sembrano essere delle vendette trasversali della polizia segreta. Il susseguirsi degli attentati sono seguite con inquietudine a Washington: gli osservatori non escludono che la crisi possa trasformarsi in un conflitto civile.

Un episodio è indicativo della situazione. Il colonnello Harmoush, ufficiale dell'esercito, è fuggito in settembre in Turchia, poi ha denunciato il potere con un video su Youtube. Una settimana dopo è riapparso alla tv statale ritrattando tutto. Come è stato possibile? Gli esuli sostengono che sia stato venduto dagli 007 turchi a quelli siriani in cambio di alcuni guerriglieri curdi del Pkk. Un favore che tuttavia cela altre manovre. Ankara sospetta che Damasco abbia ripreso ad aiutare i secessionisti del Kurdistan. La Turchia non è comunque neutrale. In questi mesi ha alzato la voce contro i massacri. L'ultima misura ieri con il congelamento di 500 milioni di dollari depositati dal clan Assad in banche turche. Poi, pochi giorni fa, ha ospitato un evento importante. Oppositori siriani in esilio hanno creato il Consiglio Nazionale, che raccoglie tutte le anime della resistenza, compresi i Fratelli musulmani. In una dichiarazione letta dal professor Bourhan Ghalioun, esule in Francia, gli avversari del regime dicono no a «un intervento straniero» in Siria ma invitano la comunità internazionale ad agire per «garantire protezione ai civili». Con questo passo simbolico, gli oppositori sembrano indicare un'alternativa alla tirannia. Prima, però, bisogna sconfiggerla. Assad avrà pure «i giorni contati», come ipotizza il segretario alla Difesa americano Panetta, ma la sua ferocia dimostra che non se andrà soltanto perché glielo chiedono.

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