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Giorgia Greco
Libri & Recensioni
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Silvia Golfera, La solitudine dell'animale 03/10/2011

La solitudine dell’animale                Silvia Golfera
Discanti                                                   Euro 13

Cosa si nasconde sotto le sembianze di un tranquillo funzionario di banca?
Quale inconfessabile segreto può racchiudere un’anima tormentata che all’apparenza conduce una vita serena senza comportamenti anomali che potrebbero destare sospetti in amici e familiari?
Il bel romanzo di Silvia Golfera, La solitudine dell’animale, è un noir imperdibile, a forte contenuto psicologico e fin dalle prime pagine, entrando in contatto con una mente sconvolta da un grave episodio familiare, il lettore si trova catapultato in una dimensione inquietante.
E’ una vicenda che l’autrice narra con una cifra linguistica altamente coinvolgente e che induce a riflettere e a fare un parallelo con le tante storie agghiaccianti che la cronaca quotidiana ci presenta.
Studiosa del mondo ebraico e docente di filosofia a Lugo, la scrittrice ha tenuto una rubrica di ebraismo su Centomila e nel suo ultimo romanzo, La solitudine dell’animale, sceglie una protagonista femminile ebrea, di origini lituane,  la cui identità ebraica però è così fievole da farle accettare il matrimonio cattolico con Mario, fulcro attorno al quale si declina la trama di questo avvincente noir.
Grazie alla maestria narrativa della Golfera che con una scrittura agile e ricca di suspense incatena il lettore fino all’ultima pagina, La solitudine dell’animale è un giallo che si legge d’un fiato, benchè sin dalle prime pagine chi prende in mano questo splendido “page turner” individui subito l’assassino.
E’ Mario, un tranquillo impiegato di banca che vive a Pavia con la moglie Lea, a commettere un efferato delitto, distrutto dai tradimenti della consorte con un pittore, Luca Pedretti, un uomo equivoco dedito alla droga e di scarso talento.
La sua mente tormentata matura un piano diabolico che mette in atto con fredda determinazione. Dopo essere penetrato con un espediente nell’abitazione dove vive la moglie del pittore, Anna Carpinelli, uccide lei e la figlioletta, attendendo poi l’arrivo del rivale per portare a termine il suo macabro piano.
Le indagini si indirizzano verso quel mondo ai margini della legalità che l’affascinante pittore frequentava e dopo qualche mese viene arrestato Ohasha Mezoto, un immigrato che riforniva di droga Luca Pedretti.
Finalmente la città può tirare un sospiro di sollievo perché un pericoloso criminale, già arrestato per violenze sessuali, è stato assicurato alla giustizia.
Mario non desta sospetti nell’ ambiente in cui vive ma Carlo, suo amico d’infanzia e ora ispettore di polizia, convoca al commissariato la moglie Lea della quale è conosciuta la tresca con l’ucciso, forse con l’intento di far luce su alcuni punti poco chiari o, più probabilmente, per seguire il suo istinto di poliziotto che lo porta ad osservare con crescente sospetto il comportamento del vecchio compagno d’infanzia.
Ma Carlo non ha prove e la coppia torna a casa profondamente scossa dopo l’interrogatorio.
Per Mario è giunto il momento di ricomporre il suo matrimonio e riconquistare l’amore della moglie, una donna inquieta e tormentata nel cui animo alberga ancora, come un tarlo, la nostalgia per quell’uomo mediocre che però aveva il potere di farla sentire “viva e mai sola”.
Ma è possibile ricostruire un rapporto, ritrovare un amore smarrito ed essere un padre affettuoso per la piccola Vasti nata dopo quell’atroce delitto?
Sono interrogativi inquietanti con i quali la scrittrice si misura con grande maestria e capacità introspettiva per tutto il romanzo.
E’ con un attento lavoro di scandaglio psicologico che Silvia Golfera analizza l’animale che si nasconde nell’uomo e che basta un evento traumatico a liberare portandolo a compiere atti cruenti che non si conciliano con le regole che vigono in una comunità e che in condizioni normali non avrebbe mai compiuto.
L’autrice cala in questo noir una profonda conoscenza dell’animo umano e una rara capacità d’indagare nella psicologia di personaggi che si dibattono fino all’ultimo in un’esistenza conflittuale e dolorosa.
Assicurando un finale inaspettato, l’ultima opera della Golfera è un romanzo aspro e sapiente, capace come pochi di registrare le infinite ambiguità dell’umano sentire.

Giorgia Greco


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