La retorica delle menzogne anti-israeliane sui media mondiali. Oggi ho guardato il telegiornale in inglese della TV di Stato russa. Hanno parlato di Israele e dello Stato Palestinese. L'analista inviata all' ONU ha detto che Israele ha annunciato nuove costruzioni e nuovi insediamenti nei "territori occupati illegalmente", e che questo e' il maggiore ostacolo alla pace. Ha ripetuto questo assioma diverse volte, contribuendo a dare a questa classica menzogna goebbelsiana dei media internazionali, una parvenza di Verita' Assoluta. Questa retorica del cosiddetto"ampliamento delle " Kolonie " illegali nei territori "okkupati" che impedirebbe la "pace", la fa da padrone nei media intetrnazionali da circa 30 anni. Anch'io ci credevo in parte fino all'agosto 2000, quando Arafat rifiuto' tutte le proposte di pace dell' allora primo ministro Barak, non propose nessuna alternativa e spinse i suoi ad ammazzare civili ebrei in un modo identico a quello del nazismo, nel corso degli anni a venire. Da quel giorno capii la vera natura del conflitto, che non e' legata alle cosiddette "colonie", ma e' data dalla solita volonta' islamica di estirpare dalla regione qualsiasi presenza ebraica maggioritaria, statale e democratica. A ben vedere poi, molti insediamenti non sono affatto "illegali" e hanno una loro ragione legale di esistere. Tale "legalita' " non e' solo quella legata alla volonta' degli abitanti ebrei di stare vicino ai luoghi storici dell' ebraismo, ma e' la decisione legale del 1917 (Balfour) che stabiliva che anche li', nella Cisgiodania (termine inventato dopo il 1948) ci sarebbe stata una nazione ebraica. Non solo : la delibera dell'ONU n. 242 del 1967 stabiliva che in cambio di pace (che non e' mai pervenuta) Israele si sarebbe dovuta ritirare DA (parte dei) territori occupati. Quindi tale delibera stabiliva che se Israele non avesse voluto ritirarsi dal Muro del Pianto, da Hebron e dalla zona di Ariel, aveva il pieno diritto internazionale di farlo. Quindi hanno poco da dire i media internazionali (ho citato i media russi, solo per fare un esempio, nonostante il milione di ebrei russi pervenuti in Israele negli anni novanta, a ben vedere , i media li' danno addosso a Israele perche' Putin vuole salvaguardare il proprio suolo dagli attacchi terroristici di una parte degli islamici, gli bastano i ceceni) che "l' okkupazione " sarebbe "illegale". La proposta di pace di Netanyahu, Olmert e Barak e' quella di fondare uno Stato palestinese nella Cisgiordania, ad eccezione delle aree di Gerusalemme antica, Hebron e Ariel, cioe' su circa il 94% della Cisgiordania, con uno scambio di territori a nord di Beersheva, pari a circa il 6% restante dell' area relativa al maggio 1967. Gli insediamenti ebraici nella Cisgiordania potrebbero restare li' dove sono, e rimanere sotto la giurisdizione dell'ipotetico Stato palestinese, esattamente come 1,3 milioni di arabi vivono sotto la giurisdizione dello Stato ebraico. Se fino al 2000 gli insediamenti potevano in un certo senso essere considerati come il principale ostacolo alla pace, a partire dall' agosto 2000 e' parso chiaro alle persone bene informate, che il nocciolo del problema rimane la violenza islamica e il sogno del mondo arabo di eliminare Israele, uccidendo (senza dirlo, perche' dopo l'Olocausto persino i media internazionali piu' bugiardi, una cose del genere farebbero fatica a esporla esplicitamente) gli ebrei che la abitano. Abu Mazen ha sempre rifiutato le proposte israeliane, e dal suo ultimo discorso all'ONU si capisce il perche' : per lui il problema e' quello del 1948, non quello del 1967, ed e' la natura ebraica di Israele. Lui spera che i circa 7-8 milioni di cosiddetti "profughi" palestinesi (discendenti alla quarta generazione dei 700.000 originali del 1948, in molti casi, a causa di matrimoni poligami e famiglie aventi dai 10 ai 40 figli in media per capostipite poligamo…) che non hanno mai avuto nessuna cittadinanza nei paesi arabi che li "ospitano" (un' ospitalita' che ve la raccomando…), possano lentamente aggiungersi al milione-punto-tre che vivono attualmente in Israele, rendendo cosi' la parte ebraica minoritaria, e dopo ulteriori guerre terroristiche, bombardamenti missilistici e forse atomici, tale parte ebraica diverrebbe piccola come quella di qualsiasi altra parte del mondo, dove gli ebrei non superano il 1-2% della popolazione (persino in America …). Queste cose sono ben conosciute a quei pochi giornalisti internazionali che non sono in malafede e che non si schierano contro Israele, ma i media, e di conseguenza, la maggior parte della gente sparsa per il mondo, continua a pensare che gli insediamenti impedirebbero la nascita dello Stato palestinese, non le violenze, spesso taciute o minimizzate dai media, del mondo islamico contro Israele. Ci sono poche isole di buon senso nei media: per esempio ho notato che la rete inglese Sky News spiega il conflitto arabo-israeliano con toni giornalistici molto piu' professionali rispetto a tanti altri media, dando voce sia alla propaganda anti-israeliana degli arabi che alle voci di buon senso degli israeliani. Conoscendo bene entrambe le parti, so che mentre la parte araba espone nei media sopratutto falsita' e propaganda molto ben orchestrata, la parte israelana espone sopratutto i semplici fatti in modo molto serio ed equilibrato. Questo aspetto e' apprezzato da giornalisti seri che lavorano alla Sky News inglese, o da quei pochi che lavorano in RAI.
Alberto Levy, Israele |