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Una domanda per Ugo Volli 02/10/2011

Egregio prof. Volli
in tanto Shanà Tovà (da buon Caraita, il "secondo capodanno" ebraico, lo  festeggio oggi 30 di Settembre 2011, ma questo è un'altro discorso fuori tema)

Ugo Volli , Lei è il presidente della sinagoga Lev Chadash, giusto o sbaglio?
Lei, aderisce al comunicato fatto da WUPJ rigurado la loro posizone riguardo al problema della palestina?

wupj statement on palestinian unilateral declaration of independence
the world union for progressive judaism, representing over 1.8 million jews in 48 countries, views with concern the proposed palestinian unilateral declaration of independence if brought to the united nations this week.
as progressive jews we support the concept of an independent palestinian state living side by side in peace and harmony with the state of israel. we see direct good-faith negotiations between israel and the palestinian entity as the best way to realize this goal.
for such a state to be welcomed in the community of nations it must recognize the jewish character of the state of israel and express it’s desire to live in peace, harmony and cooperation with israel.
the proposed vote raises concern that another round of violent action might ensue. the world union for progressive judaism calls on both sides to take all possible measures to prevent such an occurrence and to work actively “to love peace and pursue it.”
rabbi stephen fuchs, president
world union for progressive judaism
mike grabiner, chair
world union for progressive judais.

Saluti

Alessandro Albore

risponde Ugo Volli:

Gentile signor Albore,
mi lasci dire che trovo il tono della sua lettera un po' fastidioso.
Che io aderisca o presieda una sinagoga non ha nulla a che fare con la fondatezza o meno delle mie idee. Se vuol discuterle, parli di quelle. Comunque sì, io sono il presidente di Lev Chadash, la quale aderisce alla World Union of Progressive Judaism.
Per fortuna né Lev Chadash né la WUPJ somigliano al vecchio partito comunista: non esiste una linea politica obbligatoria. L'ebraismo non ha dogmi né verità obbligatorie: non so il suo "caraismo" se capisco bene un po' autoconfezionato, certamente è così l'ebraismo progressive, che ha moltissime versioni diverse (come sono diverse le ortodossie) in materia religiosa, figuriamoci in un ambito poltico come quello di cui stiamo parlando. Io però ho personalmente pubblicato il comunicato della WUPJ sul sito di Lev Chadash, perché in sostanza lo condivido.
La soluzione del conflitto può trovarsi solo in "good-faith negotiations" negoziati onesti fra Israele e l'entità palestinese, per realizzare i quali è condizione essenziale che essa   "recognize the jewish character of the state of israel and express it’s desire to live in peace, harmony and cooperation with israel" riconosca il carattere ebraico dello stato di israele e esprima il suo desiderio di vivere in pace, armonia e cooperazione con esso. Con queste premesse sostengo anch'io il concetto di uno stato palestinese che viva fianco a fianco in pace ed armonia con israele.
Si dà il caso però che le cose non stiano affatto su questo binario, come dimostra anche "the proposed vote", cioè il tentativo dell'AP di infrangere il quadro degli accordi di Oslo cercando il riconoscimento di uno stato e addirittura dei suoi confini all'Onu, contro la legge internazionale e gli statuti stessi dell'Onu.

ugo volli

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