Un manuale di storia che disinforma su Israele e la sua storia, edizioni Atlas. Alcuni genitori protestano e scrivono alla casa editrice, chiedendo spiegazioni. Ecco la risposta ricevuta :
Bergamo, 28 settembre 2011
Oggetto: segnalazioni relative al testo Storia contemporanea (S. Zaninelli, C. Cristiani, P. Riccabone, G. Bonelli)
Gentili Insegnanti e genitori,
abbiamo ricevuto la vostra mail controfirmata da 24 persone (al 28/9/2011) e, per usare un vostro aggettivo, siamo rimasti esterrefatti.
Espressioni come “in modo superficiale e distorto”, “trattato in modo aberrante”, “faziosità della trattazione”, “leggerezza”, “falsità inqualificabile che lascia sgomenti”, riferite ad alcune affermazioni sulla questione del rapporto fra Israeliani e Palestinesi contenute nel testo Storia contemporanea, edito dalla nostra casa editrice, ci sembrano davvero eccessive e francamente immeritate: come si può insinuare l’accusa di faziosità, e in sostanza di spirito antiisraeliano, ad un testo che descrive in modo così partecipato e puntuale il fenomeno dei lager nazisti e del genocidio degli Ebrei alle pagine 242-243-244-245-246?
Tutto il corso di storia, e in particolare proprio il terzo volume, dedicato alla storia contemporanea, sono ispirati ad un trattazione equilibrata degli eventi e delle situazioni, con la volontà di non essere assolutamente faziosi e tanto meno di proporre “falsità”.
Ci sembra che alla base della vostra analisi delle affermazioni contestate ci sia semplicemente un equivoco di interpretazione, talora semplicemente linguistica.
● L’espressione “Israele è l’unico Stato democratico non arabo del Medio Oriente” corrisponde a “Israele è l’unico Stato del Medio Oriente che ha un regime democratico e non è arabo”: la vostra interpretazione non nasce dal significato immediato della frase, ma da una lettura che ci pare davvero forzata.
● L’uso di Palestinesi nella frase “Il nuovo Stato fu subito attaccato da una colazione di Paesi arabi a sostegno dei Palestinesi” è certamente frutto di una semplificazione storica, ma ci è parsa la più chiara in una trattazione evidentemente sintetica nel contesto di un paragrafo intitolato “Il mondo arabo e i rapporti fra Israeliani e Palestinesi”.
● Allo stesso modo è il contesto dell’intero paragrafo a far comprendere che nell’espressione “Entrambe le parti hanno abbandonato le vie diplomatiche per seguire invece la strada della violenza, degli attentati e delle ritorsioni”, il termine “attentati” è da riferirsi ai Palestinesi e le “ritorsioni” allo Stato israeliano. Infatti in precedenza si è affermato che fu Arafat a “dare impulso alla guerriglia” e successivamente si definisce Intifada come “rivolta scatenata dai Palestinesi contro gli Israeliani” e si conclude accennando agli interrogativi sul futuro della regione determinati dalla “vittoria elettorale del movimento islamico radicale Hamas - da sempre contrario all’esistenza di Israele”.
Ed è proprio alla luce della mancata soluzione dei problemi che si usa la metafora linguistica del “focolaio di odio e di violenza”, a indicare una situazione potenzialmente foriera di nuove iniziative violente.
Ci rammarica, davvero, doverci difendere da accuse che sentiamo di non meritare, perché l’intento della nostra opera è proprio quello di presentare con onestà storica i fatti, senza prendere posizioni a favore o contro nessuno, tanto meno contro un popolo, come quello ebraico, che storicamente ha subito tante ingiustizie e persecuzioni.
E non ci sembra che il nostro testo venga meno a questo spirito di correttezza.
Comunque le vostre segnalazioni non verranno ignorate, come giustamente auspicate. Nella nuova edizione del manuale di storia presteremo la massima attenzione e cura affinché il testo non dia adito anche in futuro a equivoci e fraintendimenti.
Distinti saluti
Gli Autori e l’Editore
Una risposta che, lascia trasparire il tipico antisemitismo dei giorni nostri. Gli unici ebrei buoni della Storia, gli unici che meritano la verità, sono quelli morti nella Shoah. Quelli vivi, quelli che vivono in Israele e si difendono dai loro aggressori sono colpevoli e vanno condannati. La risposta fornita da autori ed editore sono inaccettabili.
Invitiamo i lettori di IC a scrivere e protestare, chiedendo ulteriori spiegazioni alla casa Editrice, su come sia possibile paragonare i terroristi della seconda intifada ai governi israeliani, per esempio, e sul perchè, se le critiche sono arrivate riguardo a pagine su Israele, gli autori hanno scelto di mettere le mani avanti autoelogiandosi per le pagine dedicate alla Shoah. Israele non è un risarcimento europeo agli ebrei per il genocidio perpetrato dai nazisti.
Ecco i link:
www.edatlas.it e
-mail: amministrazione@edatlas.it
redazione: edizioniatlas@edatlas.it