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Il Giornale Rassegna Stampa
29.09.2011 'Inspire', la rivista online usata da al Qaeda per 'ispirare i fedeli di Allah'
e insegnare loro a 'decimare la popolazione occidentale'. Cronaca di Fausto Biloslavo

Testata: Il Giornale
Data: 29 settembre 2011
Pagina: 14
Autore: Fausto Biloslavo
Titolo: «La rivista del terrore che insegna a uccidere i 'nemici dell’islam'»

Riportiamo dal GIORNALE di oggi, 29/09/2011,a pag. 14, l'articolo di Fausto Biloslavo dal titolo "La rivista del terrore che insegna a uccidere i 'nemici dell’islam' ".


Fausto Biloslavo, al Awlaki

Al Qaida non solo celebra l'11 settembre ed i più sanguinosi attentati degli ultimi dieci anni, ma ne annuncia di nuovi come se fosse la pubblicità della patatine. Sembra incredibile, ma la rete del terrore, o quello che ne resta, da un anno a questa parte pubblica una rivista on line. Si chiama Inspire e come si legge in copertina «ispira i credenti» di Allah. Nella settima edizione, appena uscita, i terroristi annunciano l'articolo di uno degli eredi più in vista di Osama Bin Laden, il predicatore Anwar al Awlaki. Il titolo è allucinante: «Colpire la popolazione dei Paesi che sono in guerra con i musulmani». Lo sfondo utilizzato per lanciare il pezzo è nientemeno che un'immagine della Stazione centrale di Manhattan a New York. Non a caso nel tranquillo rifugio di Bin Laden in Pakistan, ad Abbottabad, dove è stato sorpreso e ucciso, i corpi speciali americani hanno trovato informazioni sui piani per colpire i treni negli Usa. Osama era ossessionato dal ripetere l'exploit dell'11 settembre, che viene celebrato dall'ultimo numero della rivista di Al Qaida.
Al Awlaki, nell'articolo che secondo Inspire «uscirà a breve», spiegherà come decimare la popolazione occidentale, in particolare quella americana, di cui l'autore fa parte. Il nuovo Bin Laden, classe 1971, è un cittadino a stelle e strisce. Dal 2004 si è trasferito nello Yemen, terra di origine del padre, diventando la guida spirituale della risorta Al Qaida nell'antico regno della regina di Saba. Non solo: è stato proprio il predicatore del terrore ad influenzare il maggiore dell'esercito Usa Nidal Hassan, che ha compiuto una strage fra i suoi commilitoni in partenza per l'Afghanistan. Al Awlaki ha pure ispirato il fallito attentato sul volo diretto a Detroit del giovane nigeriano, Umar Farouk Abdulmutallab, che studiava a Londra. Oltre al tentato attacco in vari Paesi euroepei e negli odiati Stati Uniti con i pacchi bomba spediti via corriere aereo.
Nel 2000, Nawaf al-Hazmi e Khalid al Mihdhar, due dirottatori kamikaze dell'11 settembre, frequentavano la moschea di al Awlaki a San Diego.
Dieci anni dopo il presidente americano, Barack Obama, ha inserito il predicatore del terrore nella speciale lista della Cia di obiettivi da eliminare. Nello Yemen i velivoli senza pilota Usa ci hanno provato facendo cilecca per un soffio. Nel novembre 2010 al Awlaki ha risposto con un video incitando gli islamici ad uccidere gli americani «senza esitazioni».
Il predicatore del terrore si era già esibito su Inspire con un dotto articolo dello scorso gennaio sul diritto dei musulmani di saccheggiare gli infedeli in nome della guerra santa. La pubblicazione del terrore è diventata famosa per una delle sue prime "inchieste" su «Come cucinare una bomba nella cucina di tua madre». L'articolo di punta si intitolava «Lo chef di Al Qaida». Può sembrare uno scherzo, ma Inspire è una rivista voluta dalla costola di al Qaida nella penisola arabica, una delle più pericolose e sanguinarie organizzazioni territoriali del terrore. Nell'ultimo numero lo house organ della rete fondata da Bin Laden se la prende pure con l'Iran bollando come «ridicole» le teorie di Mahmoud Ahmadinejad sull'11 settembre. «Il governo iraniano ha sostenuto per bocca del suo presidente di non credere che Al Qaida sia dietro all'11 settembre, ma che piuttosto ci sia il governo americano - si legge nell'articolo -. Perché l'Iran sostiene una posizione così ridicola, che è contro ogni logica ed evidenza? Siamo stati noi». Per i terroristi on line la spiegazione è semplice: Teheran è gelosa della rete del terrore considerandola una temibile «concorrente nel conquistare il cuore e le menti dei musulmani emarginati nel mondo».

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