Pakistan colluso coi talebani afghani Gli Usa ne hanno le prove. Commento di Pio Pompa
Testata: Il Foglio Data: 28 settembre 2011 Pagina: 3 Autore: Pio Pompa Titolo: «L’America ha più di una prova d’accusa contro il Pakistan»
Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 28/09/2011, a pag. 3, l'articolo di Pio Pompa dal titolo "L’America ha più di una prova d’accusa contro il Pakistan".
Pio Pompa Pakistan
Secondo fonti di intelligence le dichiarazioni del capo di stato maggiore americano, Mike Mullen, che la scorsa settimana ha accusato il Pakistan di connivenze con la rete talebana degli Haqqani, svelerebbero giusto la superficie di una relazione molto più profonda di quanto si credesse. Davanti la commissione Difesa del Senato, Mullen ha detto che la rete Haqqani, “responsabile dell’attentato del 13 settembre contro l’ambasciata americana a Kabul, gode da tempo del sostegno e della protezione del governo pachistano ed è, per molti versi, un braccio strategico dei servizi segreti pachistani (Isi)”. Il nesso organico, tattico e operativo, che da anni lega Isi e Haqqani si va man mano rafforzando. Secondo le fonti, grazie all’apporto dell’intelligence militare di Islamabad, la rete Haqqani si è trasformata in centro nevralgico, informativo, organizzativo, di reclutamento e addestramento, per una parte consistente di quella galassia jihadista che si ispira all’ala più integralista delle forze talebane. La collaborazione operativa tra intelligence e miliziani, riferiscono le fonti, risulterebbe attiva anche in diversi paesi europei, tra cui Gran Bretagna, Francia, Germania e Svezia. Il binomio avrebbe le sue basi anche negli Stati Uniti, celate secondo un metodo ben rodato: le articolazioni del patto tra talebani e intelligence vengono stemperate nell’intero organico dei servizi segreti pachistani dislocati all’estero. Per questo, affermano le fonti, un’indagine approfondita potrebbe riservare molte rivelazioni, destinate a riscrivere la versione ufficiale di molti atti terroristici. Ad esempio, è più che probabile che possano emergere rivelazioni a proposito del ruolo della rete Haqqani e dell’Isi negli attentati alla metropolitana londinese del 7 luglio del 2005 (l’alleanza pachistana avrebbe appoggiato le cellule jihadiste presenti nel Regno Unito). Si potrebbe anche, assicurano le fonti, portare allo scoperto il coinvolgimento di servizi pachistani e talebani nella pianificazione di un’offensiva terroristica da condurre direttamente sul suolo americano. Nel frattempo il governo pachistano, che aveva pubblicamente respinto le accuse dell’ammiraglio Mullen definendole “totalmente infondate”, si è visto costretto ad ammettere l’esistenza di contatti tra l’Isi e la rete Haqqani. “Qualsiasi agenzia di intelligence – ha detto il generale Athar Abbas, portavoce dell’ufficio stampa dell’esercito pachistano, consapevole delle prove schiaccianti accumulate dalla Cia – ha contatti con gruppi terroristici. Si usano per prevenirne le azioni. Entro questi limiti vanno collocati i rapporti tra Isi e Haqqani”. Le dichiarazioni dell’ammiraglio Mullen hanno colpito nel segno, rompendo il muro di ambiguità e doppiogiochismi di Islamabad. Siamo soltanto all’inizio del disvelamento di una verità taciuta troppo a lungo.
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