lunedi` 25 novembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






Il Foglio Rassegna Stampa
27.09.2011 La diplomazia delle armi di Barack Obama
quando la strategia della mano tesa si rivela fallimentare

Testata: Il Foglio
Data: 27 settembre 2011
Pagina: 3
Autore: Redazione del Foglio
Titolo: «La diplomazia delle armi»

Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 27/09/2011, a pag. 3, l'editoriale dal titolo "La diplomazia delle armi".


Barack Obama, un drone

Le aspirazioni statali della Palestina messe nero su bianco da Abu Mazen e inviate al Consiglio di sicurezza dell’Onu hanno l’effetto di esaltare la debolezza diplomatica dell’Amministrazione Obama, stretta fra l’alleanza inossidabile con Israele e un medio oriente arabo che reclama appoggio nell’insurrezione popolare contro autocrati e dittatori. L’ambivalenza di un Obama che con una mano firma l’appoggio incondizionato alle ragioni della primavera araba e con l’altra assicura il veto onusiano per difendere Israele è bilanciata da una diplomazia parallela, sottile nei modi e muscolare nella sostanza, quella degli armamenti. La Casa Bianca ha sbloccato la vendita a Israele di una partita di missili anti bunker – perfetti per distruggere le installazioni nucleari dell’Iran –, operazione a lungo rimandata dall’Amministrazione Bush; nel frattempo l’America sta perfezionando con la Turchia un passaggio di droni che serviranno al governo di Erdogan per contrastare gli attivisti del Pkk, strumento persuasivo con cui l’Amministrazione spera di ottenere quella riconciliazione turca con Israele e i paesi dell’area che non è riuscita a cavare da una settimana di dialoghi serrati a New York. In nome della diplomazia militare l’America continua a passare equipaggiamenti all’alleato saudita e s’inoltra in un sentiero apparentemente inadeguato a quello che una volta era il presidente del soft power e delle mani tese. Dopo le batoste del multilateralismo ciarliero e inconcludente, ora Obama s’affida con decisione ai generali per gestire la diplomazia e agli armamenti per renderla efficace.

Per inviare la propria opinione al Foglio, cliccare sull'e-mail sottostante


lettere@ilfoglio.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT