Sarebbe più seria la proclamazione a stato sovrano di Disneyland
di Deborah Fait
Deborah Fait, Abu Mazen con Yasser Arafat
Molti anni fa, a Trento, organizzai una conferenza per dare un aiuto al popolo Curdo, nella triste occasione di un ennesimo attacco ai loro villaggi da parte dell'esercito turco. Migliaia di profughi e fuggiaschi sulle montagne, senza cibo, acqua, abbandonati nel freddo e nella neve di quei luoghi. Alla conferenza presero parte le numerose associazioni per la pace di cui pullula, credo ancora oggi, la cattolicissima Trento, membri della politica locale quasi tutti di sinistra o ex democristiani che poi è la stessa cosa.
Avevo invitato a parlare del suo Popolo un ragazzo curdo in esilio, studente a Venezia. Non ricordo purtroppo il suo nome ma ho ben impresso nella memoria il suo viso, i suoi occhi neri e tristi, il suo camminare un po' curvo in avanti quasi a volersi nascondere.
Presentai il ragazzo all'assemblea raccontando brevemente la sua storia e poi gli diedi la parola.
Incominciò a parlare timidamente, raccontando degli attacchi turchi alla sua gente, dei villaggi distrutti, della proibizione di parlare la lingua curda, di avere scuole curde, di esprimere l'anima curda, raccontò della situazione disperata del suo popolo, popolo antico e disperso in tre paesi che si erano divisi il Kurdistan: Iraq, Iran e Turchia.
Chi ascoltava non la smetteva di fare ohhh, ahhhh, io guardavo in giro e aspettavo quello che temevo sarebbe accaduto...conoscendo i polli, non miei, presenti in sala. Dopo tutti quegli ohhhh e ahhhh e " poveretti", prese la parola il presidente dell'assemblea esordendo "dobbiamo fare una raccolta di coperte, di cibo e vestiti, chi se ne incarica?". Che grande cuore, vero?
Bene, dopo l'alzata di mano di un paio di volontari cosa è successo?
Io scommetto che lo avete già indovinato! Ci scommetto quello che volete.
Cosa è successo? Hanno incominciato a parlare dei palestinesi, anzi dei poveri palestinesi, del cattivo Israele, di ‘sti ebrei del cavolo cui la Shoà non aveva insegnato niente e che stavano genocidiando il popolo palestinese. A quel punto sono scattata in piedi urlando"Questa è una conferenza sul Popolo curdo e l'avete liquidata in un quarto d'ora? Cosa c'entrano i palestinesi? Avete là al vostro tavolo un ragazzo in esilio che verrebbe ucciso se tornasse in patria, che tra l'altro non ha più perchè se la sono mangiata, la cui famiglia è stata sterminata e voi lo liquidate con due coperte e un pacco di riso? Non vi vergognate?" La risposta del moderatore è stata "Se non ti va bene puoi andartene".
Seguii il consiglio e, accompagnata da occhiate di ironico compatimento da parte del pubblico, me ne andai fuori dove, dalla rabbia, dalla frustrazione, dal nervoso avrei fumato venti sigarette in una volta sola.
Dopo qualche minuto fui raggiunta dal ragazzo curdo che aveva le lacrime agli occhi."Hai capito cosa succede in questo mondaccio cane? Di voi non frega niente a nessuno, mica sono gli ebrei che vi ammazzano, mica e' Israele che vi toglie ogni diritto civile. A questa gente interessa solo dei palestinesi ma solo per un motivo, perché la loro controparte sono gli ebrei e Israele."
"la vostra sfiga, continuai , è che a voi vi maltrattano i turchi, gli iracheni, gli iraniani, quindi gli islamici, quindi è una sfiga che vi meritate perché l'islam non si tocca e voi potete crepare nell'indifferenza di tutti.
Vi danno due coperte e un pacco di riso o spaghetti, che magari non vi piacciono? Dite grazie e non rompete le scatole! Questo è il messaggio di questa assemblea, capito?"
Aveva capito molto bene e se ne andò ancora più curvo di quando era arrivato.
Oggi, dopo più di vent'anni , le cose non sono cambiate, tutti a dimostrare per la creazione di uno stato palestinese, anche i sinistri cretini di Israele. Uno stato palestinese rappresentato da un tizio che non ne ha il diritto da almeno tre anni perché finito il suo mandato, le cui credenziali sono state presentate all'ONU da una tizia madre di 7 figli di cui cinque sono in galera in Israele condannati a ergastoli che vanno dai duecento ai settecento anni per terrorismo.
Uno stato palestinese terrorista, rappresentato da un presidente decaduto, negazionista, complice di quel sordido uomo che era Arafat e dalla madre orgogliosa di cinque assassini.
Ma che bella cosa!
Quale Nazione al mondo, oltre ad essere circondata da stati arabi che la vogliono distruggere, potrebbe accettare di avere a tre, cinque chilometri un confine con uno stato i cui cittadini saltellano di gioia per le strade ad ogni ebreo morto ammazzato dai loro pargoli?
Quale Nazione al mondo potrebbe accettare un fatto del genere, cedendo a un sedicente popolo territori conquistati dopo guerre di difesa e regalando a questo sedicente popolo che si bea davanti a un neonato ebreo sgozzato, metà della propria Capitale?
Quale nazione?
Nessuna perché ogni paese del mondo vuole pace e sicurezza per poter vivere e prosperare.
Gli israeliani sono stati tanto bravi e coraggiosi da aver prosperato nonostante un guerra infinita iniziata ancora prima della fondazione dello Stato Ebraico, un guerra divisa in tante battaglie per la nostra distruzione ma vinte tutte dal nostro esercito.
Una lunga guerra per farci mangiare sabbia e poi gettarci in mare e hanno perso sempre, sempre, urlavano "a morte Israele" e scappavano come conigli. Nasser diceva ai soldati egiziani "lasciate vive solo le belle donne, gli altri ammazzateli tutti" e poi, dopo aver perso due guerre con la speranza di riempire il suo harem di belle ebree da seviziare, gli e' venuto il coccolone per la gran rabbia e ha donato la sua sordida anima a Allah.
Lo stesso vale per Arafat e per tutti i capi e capetti arabi sbavanti odio. Hanno perso sempre e tutti contro Israele e adesso sto tizio negazionista e ex terrorista di Abu Mazen, che non rappresenta nemmeno se stesso, va all'ONU per dichiarare l'esistenza dello Stato Palestinese?
Lo so che il mondo è con lui, lo so che c'è chi si scompiscia dalla voglia di vedere finalmente questa Palestina infilata come un pugno di ferro arrugginito nel fianco di Israele.
Lo so ma sarebbe più seria la proclamazione a stato sovrano di Disneyland.