Vi invio la lettera ,che ho inviato oggi al giornale Repubblica in merito all'articolo di Fabio Scuto pubblicato il 19 settembre con il titolo : " Palestina, tra bandiere e tensioni la festa è pronta."
Egregio Direttore,
Le confesso che sono rimasto francamente stupito quando ho letto l'articolo di lunedì 19 settembre di Fabio Scuto titolato "Palestina, tra bandiere e tensioni la festa è pronta". Alla fine del pezzo il giornalista riporta la dichiarazione di un dirigente palestinese, secondo il quale il territorio in cui dovrebbe sorgere il futuro Stato Palestinese corrisponderebbe al 22% del territorio assegnato dalle Nazioni Unite ai Palestinesi nel 1948.
Ora, non è difficile se si conosce un pò la carta geografica della regione attuale , nonchè quella del '48, capire che la percentuale citata è del tutto infondata. Mi meraviglia che un professionista dell'informazione non si sia insospettito e non abbia fatto una pronta verifica del dato , prima di pubblicarlo. E non credo neppure che sia sufficiente, per dare una buona informazione, limitarsi a virgolettare una dichiarazione che contiene un evidente falso storico e correre poi il rischio che venga creduta vera dal lettore ignaro.
La cosa diventa ancor più rilevante se si consultano i risultati di una ricerca di Arnaldo Ferrari Nasi, professore di Informatica applicata alle scienze sociali, presso l'università di Genova , che ha avuto come oggetto di indagine l'informazione sul medio oriente in Italia .
Ebbene, da questa indagine risulta, tra l'altro, che il 43,5% degli italiani ritiene che i fondatori dello Stato di Israele abbiano agito contro uno Stato Palestinese preesistente! E la percentuale degli ignoranti complessivi cresce sensibilmente tra i laureati ( 55,1% contro il 30,1% di coloro che sono in possesso della sola licenza elementare).
Certamente anche Lei converrà che si tratta di dati allarmanti: sembra quasi che prendere una laurea in Italia garantisca una maggiore ignoranza sui temi del medio oriente. Mi sorge spontanea una pressante richiesta : non potrebbe un giornale diffuso come Repubblica inserire tra gli obiettivi della sua mission anche quello di contribuire a far diminuire l'ignoranza storica dei laureati italiani su un tema così nevralgico ?
Ringrazio per la cortese attenzione
Andrea Cafarelli
La sua lettera sarebbe perfetta se non fosse proprio Repubblica uno dei responsabili della disinformazione su Israele.
La leggeranno e forse saranno persino soddisfatti delle percentuali !
Anche perchè non è ignoranza, ma, come dicevamo, disiformazione.
IC redazione