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Ugo Volli
Cartoline
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La promessa di Latifa 21/09/2011

La promessa di Latifa
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli


Cari amici,
le avete mai viste quelle scritte sui muri, tipo "ti amo da morire, pupa".
Io le trovo imbarazzanti. Perché non so chi sia Pupa, naturalmente. Perché non mi interessano i fatti suoi. E soprattutto perché l'innamorato non si firma. I muri sono pieni di lettere anonime, politiche, erotiche sentimentali. E l'anonimato nella comunicazione è sempre imbarazzante. Pensate alle telefonate degli sconosciuti, che costituiscono molestia anche se non dicono niente, soprattutto se non parlano... Abbiamo bisogno di sapere chi comunica per giudicarlo. Non solo un nome, ma anche un carattere, una storia, un'identità. Solo così possiamo giudicare.

Scrivendo all'Onu la lettera più importante della sua carriera, anche il presidente dell'Autorità Palestinese Muhammed Abbas deve essersi reso conto di questo problema. Lui chiaramente non conta. Ha due nomi, il suo e quello "di battaglia" (Abu Mazen), è stato negazionista, terrorista, pacifista, guerrista, statista, movimentista, trattativista, non trattativista, amico di Hamas, nemico di Hamas, come presidente è abusivo da due o tre anni, essendo scaduti i suoi termini. Ha l'aria del droghiere afflitto dalle vene varicose, ma vorrebbe sembrare l'eroico rais. Insomma non c'è. Una lettera sua è come una telefonata anonima: non ha scritto nessuno. Certamente nessuno gli scriverà sui muri sinceramente "Ti amo Muhamedduccio"

E allora che cosa ti ha pensato il presidente nessuno Muhammedduccio, dovendo mandare la lettera più importante della sua carriera (anche perché probabilmente disastrosa – ma questa è un'altra cartolina), quella che diceva "caro Onu, dacci lo stato che vogliamo noi, nei confini che vogliamo noi, alla faccia di tutti gli altri, senza trattative, anche se questi confini non li controlliamo e lo stato non lo sappiamo fare, così, perché siamo tanto oppressi"? Semplice, ci voleva se non un altro autore più convincente – per ragioni formali la firma dev'essere sua -, almeno un altro postino, qualcuno che ci mettesse la faccia. Ma chi?

Pensa che ti ripensa, Muhamedduccio ha deciso. Intanto che il postino dovesse essere una postina, una madre, simbolo femminile della Palestina. Potrebbe essere anche una buona cosa, indicare una volontà di pace e di dolcezza. Ma sapete chi ha scelto? Si chiama Latifa Abu Hmeid ha settant'anni, nelle fotografie si vede tutta velata e un po' impettita.
Quali sono i meriti che la signora Latifa vanta per fare la postina, o meglio, qual è l'identità che attribuisce al messaggio del presidente che non c'è? Molto semplice. La biografia della signora "riflette l'impegno del popolo palestinese", come dicono i comunicati ufficiali (http://www.standard.net/stories/2011/09/08/palestinians-officially-launch-statehood-campaign). La signora ha avuto otto figli. Uno di questi è morto in attività terroristiche. Gli altri sette sono nelle prigioni israeliane.
In particolare sono interessanti le condanne dei quattro più bravi.
Nasser Abu Hmeid, comandante delle Al-Aqsa Martyrs’ Brigades aq Ramallah ha meritato sette eragastoli e cinquant'anni di carcere in più per altrettanti omicidi di civili israeliani e 12 tentati omicidi;
Nasr Abu Hmeid, membro dei Tanzim (il corpo militare di Al Fatah) di eragastoli ne ha cinque, per due attacchi terroristici e traffico d'armi;
Sharif Abu Hmeid ne ha quattro, principalmente per essere stato l'accompagnatore e dunque il direttore operativo di un attentatore suicida che fece strage nel 2002;
Muhammad Abu Hmeid di ergastoli ne sconta solo due, sempre per le solite faccenduole terroristiche. (http://www.theblaze.com/stories/did-palestinian-officials-choose-violent-terrorists%E2%80%99-mother-to-launch-un-statehood-campaign/).
Degli altri non sappiamo, probabilmente sono trascurati per la loro, come dire, pigrizia terroristica, magari a loro vergogna non avranno ammazzato nessuno, ma solo ferito, danneggiato, rifornito. Insomma, bazzecole.

Ecco la nostra postina. Come madre, quel che ha recapitato al mondo è un bel gruppetto di assassini. E' lei che l'Autorità Palestinese ha scelto per definirsi di fronte al mondo. La sua identità è la promessa della lettera all'Onu che chiede l'indipendenza. Una promessa chiarissima. Dateci questo strumento potente che è il riconoscimento internazionale e noi vi metteremo al mondo e addestreremo molti più terroristi e assassini. Chissà, se ci andrà bene riusciremo prima o poi anche a produrre un Eichmann.

Ugo Volli


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