Doppio standard contro Israele
di Manfred Gerstenfeld
(traduzione di Angelo Pezzana)
Manfred Gerstenfeld
L’uso del doppio standard contro Israele ha impregnato gran parte dell’opinione pubblica mondiale. Lo si più verificare nelle Nazioni Unite, in molte sue ramificazioni, nei governi, inclusi quelli occidentali, nei media più importanti – fra i quali primeggia la BBC – fra le istituzioni accademiche , fra le Ong, fra le chiese progressiste e via proseguendo.
La definizione di ‘doppio standard’ è alquanto semplice. Scrive il dizionario Cambridge: “ Un insieme di regole di buoni comportamenti che alcune persone ritengono di dover seguire, mentre altre la pensano diversamente.” (1)
E’ questo doppio standard il centro dell’antisemitismo attraverso i secoli. Nathan Sharansky, nella sua ricerca sull’antisemitismo cotro Israele, inventò il test dei “ 3D”: demonizzione, doppio standard, delegittimazione” (2).
Questa definizione evidenzia come le manifestazioni di antisemitismo che colpiscono Israele includono il doppio standard nel momento in cui richiedono a Israele un comportamento che non viene richiesto a nessun altro stato democratico. (3)
Sei categorie
Il doppio standard può essere suddiviso in sei categorie, alcune anche comuni fra loro.
La più importante è quella che riflette in pregiudizi di una parte.
Durban III di questa settimana è schierato contro Israele. Un ennesimo esempio del costante doppio standard applicato alle Nazioni Unite.
Un altro esempio è l’eliminazione di Osama bin Laden da parte degli Usa nel 2011, elogiata dal segretario generale Ban Ki Moon.
Ma l’uccisione da parte di Israele del leader di Hamas Sheikh Yassin nel 2004 venne condannata dell’allora segretario generale Kofi Annan. La Commissione Europea, con i governi inglesi e francesi, insieme a molti altri, reagì con la stessa doppiezza.
La seconda categoria è l’auto-censura consapevole, o l’omissione di informazioni essenziali, che potrebbero rendere un fatto comprensibile.
Dopo il linciaggio di due soldati israeliani riservisti a Ramallah nel 2000, il corrispondente della Rai Riccardo Cristiano scrisse una lettera a un giornale palestinese che era stata un’altra rete ad aver mostrato quelle immagini, lui non l’avrebbe mai fatto. (4)
La terza categoria è la sproporzione. I media e molte Ong vedono Israele attraverso lenti deformanti, ignorando da sempre i crimini che avvengono negli stati islamici.
Un’altra categoria è l’interferenza negli affari interni israeliani. Il leader del partito liberale inglese e vice Primo Ministro Nick Clegg,ha dichiarato che gli israeliani non sono ben rappresentati dal loro governo. Si potrebbe chiedergli se ha mai detto qualcosa di simile nei confronti del governo tunisino di Zene Al Abidine Bin Ali o del governo egiziano di Hosni Mubarak o ancora di altri casi simili.
La quinta categoria è rappresentata dagli atti discriminatori.
Dore Gold riferisce che nel 1997, quando era ambasciatore alle Nazioni Unite, gli stati arabi richiesero una sessione speciale urgente della Assemblea Generale per giudicare Israele in merito alle costruzioni di abitazioni civili sulla collina di Har Homà. Mai vi fu una richiesta simile quando i sovietici invasero l’Afghanistan o la Cecoslovacchia, quando il Viet Nam invase la Cambogia o la Turchia invase Cipro.
La sesta categoria del doppio standard è meno conosciuta. Potremmo chiamarla ‘razzismo umanitario’. Infatti attribuisce minori responsabilità ai popoli non bianchi e giudicati deboli. E’razzismo, perché più sono giudicati irresponsabili più quei popoli saranno giudicati inferiori e sub-umani.
La scrittrice Ayaan Hirsi Ali mi disse che quando studiava sociologia in Olanda, le insegnarono che il razzismo si manifestava solo tra i bianchi.
Mi ricordò che la sua famiglia in Somalia l’aveva educata in modo razzista, dicendole che i musulmani eravano superiori rispetto ai Kenioti cristiani. Sua madre pensava che fossero mezze scimmie. (8)
E’ tipico del razzismo umanitario ritenere Israele responsabile perché si difende dal terrorismo. La responsabilità palestinese per i terroristi suicidi, gli attacchi missilistici e la glorificazione degli assassini di civili è giudicata meno di niente.
E’ quello che fanno molti individualmente o in organizzazioni, che applicano spesso il doppio standard verso Israele.
Internet è pieno di dichiarazioni e atti in tal senso. Non è il caso di citarli tutti, è sufficiente segnalarne alcuni. E’utile farlo, una cosa è partecipare senza correre alcun rischio, ma quando si può essere denunciati il numero degli odiatori comincia a scendere.
(1) Cambridge Dictionaries Online http://dictionary.cambridge.org/dictionary/british/double-standard
(2) Naran Sharansky, “3D Test of Anti-Semitism: Demonization, Double Standards, Delegitimization,” Jewish Political Studies Review, 16:3-4, Fall 2004. (3) fra.europa.eu/fraWebsite/material/.../AS-WorkingDefinition-draft.pdf
(4) Rory Carroll and Ian Black, “TV Row over Mob Footage ‘Betrayal,’” The Guardian, 20 October 2000.
(5)Adar Primor, “Nick Clegg to Haaretz: I admire Israel, but won't stop criticizing its government,” Haaretz, 5 May 2010.
(6) Manfred Gerstenfeld, interview with Dore Gold, “Europe’s Consistent anti-Israeli Bias at the United Nations,” in Israel and Europe: An Expanding Abyss, (Jerusalem: JCPA and Adenauer Foundation, 2005) 52-53.
(7)Manfred Gerstenfeld, Behind the Humanitarian Mask: The Nordic Countries, Israel and the Jews, (Jerusalem: Jerusalem Center for Public Affairs, 2008) 22-23
Manfred Gerstenfeld è Presidente del Consiglio di Amministrazione del Jerusalem Center for Public Affairs. Collabora con Informazione Corretta.