Cari amici, in preparazione della decisione dell'Onu di venerdì prossimo, se mai ci sarà, consideriamo qualche piccolo fatto. Non andiamo lontano nella storia, come uso noiosamente fare. Solo l'ultimo mese, o giù di lì. 18 agosto – 8 israeliani che viaggiano in macchina o in bus verso Eilat, in territorio certamente israeliano sono ammazzati in un grande agguato terroristico da assassini originari da Gaza e provenienti da oltre il confine egiziano. 18-24 agosto – Su Israele piovono oltre 200 missili a media gittata colpiscono il territorio Israeliano, provenendo da Gaza. 1 settembre – Le autorità iraniane annunciano che stanno trasferendo le centrifughe per l'arricchimento dell'uranio, necessarie alla produzione industriale di bombe atomiche in una località sotterranea fortificata. 2 settembre – Dopo molte esitazioni, finalmente l'Onu rilascia il rapporto Palmer che dichiara legittimo il blocco di Gaza e di conseguenza mette fuori legge flottiglie e altre spedizioni verso la Striscia. Il governo turco reagisce chiedendo comunque delle scuse da Israele (che secondo il rapporto non gliele deve), minaccia il ricorso a ogni sorta di tribunali, espelle l'ambasciatore israeliano e riduce ai minimi termini la sua rappresentanza diplomatica in Israele 4 settembre – L'Autorità Palestinese dichiara la sua decisione definitiva di ricorrere all'Onu per il riconoscimento del suo stato con Gerusalemme capitale (è annessa a Israele) e i "confini del '67", entro cui vivono mezzo milione di israeliani. Neanche un ebreo, dichiara Abu Mazen, dovrà restare entro i confini della nuova Palestina. 8 settembre – Il primo ministro turco Erdogan dichiara che navi turche scorteranno le prossime flottiglie; l'esercito turco annuncia eloquentemente di aver violato il software delle armi che riceve dall'America per togliere il blocco automatico che identifica amici e nemici, e impedisce di sparare sugli alleati, incluso Israele. 9 settembre – Una turba di teppisti invade e devasta l'ambasciata israeliana al Cairo. L'intervento delle forze dell'ordine è tardivo e poco efficace. Gli appelli israeliani sono ignorati. Il personale dell'ambasciata viene sottratto all'ultimo momento al linciaggio. 15 settembre – Il presidente dell'Autorità Palestinese Muhammad Abbas ha fatto sapere di avere almeno 120 voti su 197 all'Assemblea Generale dell'Onu, che però non può ammettere all'Onu come stato la Palestina ma solo "promuoverla". 17 settembre – Incidenti in Cisgiordania fra manifestanti palestinese e i "coloni" che cercano di assalire. Due feriti gravi. Nel frattempo escono due dichiarazioni significative. Una appare su Wikileaks il 5 settembre e riguarda il ricco New Israel Fund (Nif), il principale finanziatore dei gruppi di estrema sinistra e nazionalisti arabi in Israele. "Niente di male," dice un direttore del fondo all'ambasciata americana, "se lo stato ebraico sparirà. Ne verrà fuori qualcosa di più democratico. L'altra esce il 6 settembre ed è dell'ex segretario alla difesa americano Robert Gates: Netanyahu, ha dichiarato l'alto funzionario americano, "è ingrato con l'amministrazione americana. Riceve tanto e non dà nulla in cambio." Sottinteso: non merita l'alleanza americana.
Ho tratto questa cronologia da questa pagina (http://online.wsj.com/article/SB10001424053111904265504576566431045060822.html) e mi sono solo permesso di aggiornarla un po'. La conclusione del suo autore è "non c'è un altro stato al mondo continuamente messo a rischio come Israele". La mia è più semplice e popolare: vedete quanto siamo paranoici, noi che a differenza dei "diversamente sionisti" come il Nif o le varie organizzazioni "pacifiste", ci preoccupiamo per Israele?