Destra e sinistra, un punto di vista cattolico 18/09/2011
Gent.mo prof Volli, approvo in pieno il contenuto del suo articolo su destra e sinistra, e personalmente (insieme a un gruppo di amici che cantano in un piccolo coro) da tempo ritengo una discriminante nei miei giudizi su persone e istituzioni (partiti, movimenti, associazioni, ecc) semplicemente l'attegiamento nei confronti di Israele. In particolare, da cattolico sono particolarmente deluso e finanche disgustato a volte da quei cattolici (spesso "malati di palestinismo") che tengono in indifferenza o in ostilità i destini della piccola grande Israele. Ciò evidenzia un grado di inconsapevolezza che purtroppo appare tanto maggioritario quanto devastante per il mondo cattolico (penso più alla base che ai vertici di Roma). Nel nostro piccolo, noi non ci stancheremo di difendere le ragioni e i diritti di Israele ogni qualvolta ci sarà chiesto dalle circostanze. Continueremo a seguire i suoi ottimi e profondi articoli e tutta IC. Cordialmente, Fabio Cangiotti
risponde Ugo Volli
Gentile signor Cangiotti, il suo consenso mi fa particolarmente piacere. Io credo che ci sia una "relazione di famiglia" fra la Chiesa e Israele che attende attende ancora la sua piena valorizzazione. E' dai tempi dei Padri della Chiesa che si è teorizzato l'interesse cristiano per la testimonianza ebraica. Spesso nei secoli questo interesse è stato dimenticato o pervertito, ma gli ultimi pontefici hanno ripreso questa tematica. Israele è il depositario di una rivelazione che la Chiesa accetta e deve poter vivere in autonomia e libertà, sulla terra che gli è dedicata, e su cui ha vissuto e sviluppato la sua storia religiosa per molti secoli. L'interesse speciale dei cristiani verso l'ebraismo dovrebbe essere questo. Quando trovo in un cristiano questo sentimento, sento che il dialogo di questi decenni non è stato invano. Grazie ancora. Un cordiale shalom