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Tramballi risponderà ? 18/09/2011

Gentile Redazione , Vi invio copia della lettera da me inviata a Il Sole24ore, in merito all'articolo di Ugo Tramballi del 17 settembre 2011.

Egregio Direttore
ho letto nella rassegna stampa di Informazione Corretta, che Lei certamente
conosce, l'articolo di Ugo Tramballi titolato " La sfida disperata di Abu
Mazen ":
Mi duole osservare , senza intenzione di offesa per alcuno, che tale articolo
- a parte un certo compatimento verso il Presidente dell'ANP, probabilmente
non gradito dall'interessato - sembra scritto dall'ufficio stampa dell' ANP
medesimo. A scanso di equivoci, voglio precisare che l'articolo rispecchia
sicuramente il pensiero di Tramballi, ma i contenuti di tale pensiero sembrano
così semplicistici e perentori da non sfiorare minimamente, a mio avviso, la
descrizione della complessità di quella situazione e da accreditarne una
versione lacunosa e molto di parte.
Qualche citazione: " La rivendicazione di un diritto, evidentemente giusto,
tuttavia, sarà l'inizio di un nuovo conflitto". Cosa è " evidentemente giusto"
? Il diritto dei Palestinesi ad avere uno Stato? Non mi sembra che ci sia
qualcuno che lo neghi. Ma i Palestinesi non si limitano alla rivendicazione di
un principio astratto, pongono precise richieste , che non possono essere
identificate tout court con tale principio . Tuttavia queste richieste Ugo
Tramballi non le cita nemmeno di sfuggita, e quindi non si preoccupa di
dimostrarne la fondatezza o meno. Per questo giornalista è tutto evidente,
basta fare una affermazione apodittica e nulla più . Diventa così altrettanto
"evidente" che la controparte pone "condizioni del tutto inaccettabili" . Ed
infatti così si esprime il giornalista. Anche in questo caso queste condizioni
non vengono espresse e confutate. Ed infatti , per Tramballi, " il Governo
ultranazionalista di Bibi Netanyahu non ha nessuna intenzione di riconoscere
una Palestina sotto qualsiasi forma". Verrebbe voglia di entrare nel merito:
la richiesta che i Palestinesi accettino il carattere ebraico dello Stato di
Israele, per esempio, è del tutto inaccettabile per Tramballi? Se è così,
perchè non lo dice. E, per caso, la dichiarazione di Abu Mazen che a nessun
ebreo sarà consentito di risiedere nel futuro Stato Palestinese per Tramballi
sarebbe accettabile o no? Anche qui silenzio assoluto. E' singolare che tocchi
ad un lettore, che non fa il giornalista , di citare qualche fatto, mentre il
giornalista si è limitato per lo più a trinciare giudizi sommari e quindi a
partire dalle sue conclusioni e a rimanervi . In sostanza l'autore non ci
descrive la scala con cui è riuscito ad arrivare così in alto nell'osservazione
della realtà e così costringe il lettore ad accettare o meno le sue opinioni
a scatola chiusa.
E ancora in un altro passo l'articolista parla di " Stato Palestinese atteso
dal 1947". La frase sembra poca cosa, ma non è così, in quanto sottende un
desiderio dei Palestinesi , che data dal '47, ancora in attesa di
realizzazione per colpa di qualcun altro. Non mi sembra che le cose andarono
così. Se i Palestinesi avessero voluto allora un loro Stato, visto che nessuno
si era opposto, avrebbero certamente potuto metterlo in cantiere nel territorio
a loro destinato dalle Nazioni Unite. Ma così non fecero, anche e soprattutto
per volontà dei paesi arabi, perchè entrambi - paesi arabi e palestinesi -
volevano tutto il territorio , anche quello destinato dall'ONU ad Israele. E
per questa ragione i paesi arabi fecero la guerra. Mi sto forse sbagliando? E
Tramballi ha adesso la stessa opinione dei paesi arabi dell'epoca o magari
anche di questa epoca, qualora si tratti della stessa opinione? Se è così,
forse sarebbe meglio che lo chiarisca , anche perchè in tal modo la sua
narrazione sarebbe più trasparente.
Ho il fondato motivo (fondato per me ) che non ci sia quasi una riga che non
sia contestabile per lo stesso genere di ragioni che ho esposto, ma mi devo
fermare per ragioni di spazio.
Ringrazio della cortese attenzione
Andrea Cafarelli

Caro Andrea Cafarelli, complimenti per sua analisi precisa. Nel caso le venisse inviata una risposta - succede raramente con i giornalisti italiani, che in genere si ritengono intoccabili, e spesso è vero - ce lo dica.
In ogni caso è utile far sapere, almeno alla direzione, il proprio pensiero.
Ancora complimenti e un cordiale saluto,
IC redazione


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