copia di e-mail spedita a Bernardo Valli a repubblica:
Signor Valli, nel suo articolo pubblicato il giorno 15 us, lei scrive che gli abitanti palestinesi di Gerusalemme Est "non sono cittadini israeliani, ma residenti permanenti costretti a temere notte e giorno la perdita del diritto di residenza", aggiungendo che "usufruiscono, in tono minore, dei diritti all'assistenza sanitaria e alla scuola". Questo non è corretto, signor Valli; lei non può infatti ignorare che, dopo la liberazione di Gerusalemme Est dalla quasi ventennale occupazione (illegale!) giordana nel 1967, tutti gli arabi ivi residenti hanno ricevuto la carta di identità israeliana, e che dopo l'annessione della parte conquistata hanno potuto scegliere se prendere la cittadinanza israeliana o restare in attesa della nascita di un futuro stato palestinese. Tuttora molti palestinesi di Gerusalemme, ogni anno in numero piccolo ma sempre crescente, chiedono di ottenere la cittadinanza israeliana (attualmente il 5% circa ce l'ha), e la maggioranza, secondo le indagini demoscopiche, se dovessero scegliere a quale stato appartenere, preferirebbe quello di Israele. E questo anche perché in Israele hanno pieno diritto all'assistenza sanitaria e alla scuola, molto migliori di quanto non offra l'OLP. (Mi permetto, by the way, di ricordarle che il governo dello stato di Israele ha sede nella capitale, Gerusalemme, e non, come da lei affermato, a Tel Aviv). Emanuel Segre Amar