copia di lettera inviata a Sergio Romano, Corriere della Sera:
Signor Romano, non posso conoscere gli argomenti esposti dal sig. Cohen e non pubblicati, ma la sua risposta merita comunque di essere corretta per gli errori che contiene. "Agli inizi dell'Ottocento, scrive lei, vivevano in Palestina, secondo Benny Morris, tra 275.000 e 300.000 abitanti, per il 90% musulmani, cui si aggiungevano da 7.000 a 10.000 ebrei e da 20.000 a 30.000 arabi cristiani. La piccola minoranza ebraica era una sorta di simbolico presidio religioso..."
Vero, non contesto di sicuro Morris, ma lei dimentica che nel numero degli arabi che vivevano "in Palestina" sono compresi quelli che vivevano in quel 78% di territorio che la Gran Bretagna ha sottratto a ciò che sarebbe dovuto diventare, in base alla dichiarazione Balfour, il focolare ebraico, per costituirvi l'emirato di Transgiordania (poi divenuto regno di Giordania); tale numero va quindi sottratto al totale per stabilire quanti arabi vivevano in ciò che è diventato poi Israele e territori contesi: qui la popolazione era generalmente molto scarsa (non dimentichiamo che il 60% del territorio assegnato allo stato ebraico era desertico), ma a Gerusalemme gli ebrei erano, anche allora, la maggioranza.
La invito a scriverlo per i lettori del Corriere. Lo stesso ragionamento vale per le statistiche da lei riportate degli anni fino al 1929. La popolazione del 1947, della quale lei cita la composizione, comprendeva, oltre ai tanti ebrei immigrati, anche numerosissimi arabi "non palestinesi", parimenti immigrati perché lì vi era lavoro anche per loro grazie ai nuovi progetti ebraici. Quanto alla sua ultima affermazione: "molti poderi furono venduti da notabili di città e funzionari dell'amministrazione ottomana..., non da coloro che l'abitavano e la coltivavano", non giustifica un bel niente. Gli ebrei li comperarono, e come lei ben sa mai espulsero gli arabi, ma anzi li invitarono a restare ed a convivere insieme a loro. Le testimonianze dell'epoca, anche pubblicate dai giornalisti testimoni dell'epoca, sono precise. Se i tiranni arabi li convinsero ad abbandonare quelle terre nella speranza di rientrare subito da conquistatori, è una colpa le cui conseguenze vanno addebitate agli arabi e non agli ebrei.