Numeri e mostri
Grazie alla segnalazione di un'amica, sono arrivato a un dato sconvolgente, l'elenco dei morti in guerre e conflitti negli ultimi sessant'anni di "pace", dopo la Shoà, dunque, dopo le stragi della Seconda Guerra Mondiale e delle rivoluzioni russe e cinesi (http://conflict.colorado.edu/pacs2500-s09/war-dead-since-1950.shtml). Sono 85 milioni circa. E' interessante che quasi la metà sia stata prodotta nella Cina di Mao, altri dieci milioni dalle ultime ondate dello stalinismo, che la guerra del Vietnam abbia prodotto meno morti (1,8 milioni) delle stragi del Khmer rossi (1,87). I dati da mettere in evidenza sarebbero molti, perché in generale la nostra percezione della gravità dei conflitti, prodotta sostanzialmente dalla stampa, non coincide affatto con la realtà. Per dirne una, la serie di guerre della ex Jugoslavia ha prodotto meno vittime (175 mila) del regime di Tito (200 mila); ma sono comunque sei volte di più della repressione in Argentina (30 mila); mentre le stragi più gravi in Sudamerica sono stati quelle del Brasile contro i suoi indigeni (500 mila), di cui nessuno ha praticamente mai parlato.
Quel che ci interessa qui è comunque la guerra del Medio Oriente, qualla che minaccia la pace del mondo, a quanto dicono i giornali. Sapete complessivamente quanti morti ci sono stati nel conflitto fra Israele e gli arabi dalle due parti (incluse le guerre del '56, del '67 ecc.)? Un milione? Due? Cinque? Neanche per sogno. I morti sono stati 50 mila, compresi i civili, e anche le vittime del terrorismo. In termini numerici, fa lo 0,05 del totale, la metà dell'un per mille. I conflitti armati censiti da Gunnar Heinsohn fra il 1950 e il 2009, che abbiano prodotto più di 10 mila vittime sono stati 67; quello che coinvolge Israele è al posto numero 49. La guerra fra Iran e Iraq è stata 20 volte più luttuosa, avendo fatto 1 milione di vittime; le guerre curde di Iran, Iraq e Turchia hanno fatto 300 mila morti; altrettanti ne ha fatti Saddam delle sue minoranze; la guerra del Kuwait del 90-91 è costata 140 mila cadaveri, quella dello Yemen 100 mila. Insomma, anche nella fortunata regione del Medio Oriente il sangue sparso non corrisponde affatto all'inchiostro sciupato dai giornali.
E allora perché una tale concentrazione su Israele? Mah, chiedetevi perché gli egiziani si sono così agitati per alcuni dei loro militari (5) finiti sotto il fuoco con cui Israele ha respinto i terroristi di Eilat provenienti dal territorio egiziano e nessuno se l'è presa coi terroristi stessi che hanno provocato l'incidente, ammazzando 8 israeliani. Anzi, un articolo sul sito della Fratellanza Musulmana spiega che "se non fossero intervenuti gli americani avremmo impartito a Israele una lezione di morale", immagino facendo a pezzi le guardie dell'ambasciata, un po' come i bravi palestinesi di Ramallah linciarono brano a brano due sfortunati riservisti israeliani che avevano sbagliato strada, undici anni fa. (http://www.memri.org/report/en/0/0/0/0/0/0/5631.htm).
O meglio, chiedetevi perché le 3000 vittime siriane fatte da Assad negli ultimi mesi (http://www.corriere.it/esteri/11_settembre_12/siria-bilancio-morti-nazioni-unite_c8da5d86-dd1d-11e0-a93b-4b623cb85681.shtml) non emozionano nessuno e ormai le imprese criminali di Assad e del suo esercito non passano neanche per i giornali. In fondo i siriani sono arabi anche loro, no? Non c'è niente da fare, Israele è diverso, le cifre non c'entrano. Il mostro è lui, per gli arabi, per i (neo)comunisti, per i cattolici "progressisti", per la grande stampa. E poi ditemi che l'antisemitismo non c'entra.
Ugo Volli
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