Il termine Faraone , di voga in questi mesi per definire con disprezzo il deposto Mubarak , è meno casuale di quanto si pensi . 30 anni fa , il Presidente Sadat veniva falciato da un commando di estremisti islamici il cui capo , Khaled Al Islambuli , gridava " morte al Faraone " . La Jihad islamica , difatti , disprezzava il nuovo corso di Sadat , che apriva all ' occidente , e inaugurava una nuova stagione di riscoperta e valorizzazione dei tesori artistici dell ' antico Egitto . Definire la propria' identita' nazionale , richiamandosi a radici antiche , pre-islamiche , fatte di Piramidi , Sarcofaghi e scavi archeologici che fungevano da principale vetrina agli occhi di un nascente turismo occidentale , veniva considerato blasfemo . L ' Egitto , agli occhi di Islambuli , o dei Fratelli musulmani , doveva avere una sola connotazione religiosa e culturale : quella isamica . Quello che c' era prima , semplicemente non esiste ( pensate ai 2 Buddha di Damian demoliti dai talebani o al waqf che considera inventato il Tempio di Re Salomone per motivi analoghi) . Ecco perche' un Mubarak deposto e processato , al grido " morte al Faraone " , doveva suggerire molta piu' prudenza ai cantori della " primavera araba " . Mi riferisco per esempio a Emma Bonino , che ha fatto il giro delle televisioni per mesi , e con la solita aria spocchiosa e arrogante salutava con sguardo rapito una primavera araba immaginaria , fatta di donne emancipate , fratrelli musulmani " moderati " , e bandiere americane e israeliane che non bruciano . Se qualcuno osava contraddirla , la nostra egittologa guardava schifata l ' interlocutore e rispondeva : " io ho vissuto in Egitto , so di cosa parlo " .