Grazie Piera Prister per questo suo articolo : finalmente si parla schietto e si dice ciò che si deve dire ( la verità ) ; e non è facile in questo Paese di Pulcinella dove ipocrisie, falsità , sotterfugi, tradimenti e tanta, tanta vigliaccheria, la fanno da padrone ( in una parola il cattocomunismo ).
isedfo
risponde Piera Prister:
Gentile lettore, Insieme ad un’aria dolce che mi arriva dalla finestra, finalmente aperta dopo tre mesi di calura e di aria condizionata, mi giunge la sua gradita lettera di apprezzamento quando m’aspettavo un lancio di pietre. La ringrazio e mi chiami pure Piera, qui a Dallas, tutti mi chiamano cosi’. Io provo i suoi stessi sentimenti oltre ai miei, di inganno e di disinganno. Di Romano Prodi ho due vividi ricordi. Il primo legato ad una trasmissione TV che vidi in Italia molti anni fa, che affrontava temi sociali, mi sembra che il conduttore fosse Gad Lerner e Prodi l’ospite della serata, oltre al folto pubblico. Prodi s’era commosso alle lacrime di fronte all’intervento accorato di una madre il cui figlio operaio era morto cadendo dalle impalcature. Lo ero anch’io commossa e cosi’ penso tutti gli spettatori. Il secondo ricordo e’ legato a Bologna, dove abitavo. Me ne stavo una domenica sotto le due torri altissime di Asinelli e Garisenda e le guardavo ammirata dal basso verso l’alto, per la perfetta corrispondenza tra toponomastica e poesia, sembravano effettivamente come le due gambe del gigante Anteo descritte da Dante nell’Inferno. Quando mi girai in direzione di voci che provenivano dalla Strada Maggiore, erano quelle di Prodi, che incrocio’ il mio sguardo, sorridendomi, e degli uomini del suo seguito. Aveva effettivamente un’aria inoffensiva! A quei tempi non ce l’avevo con lui perche’ i media ce l’avevano imposto cosi’ bonario ed inoffensivo. E invece… Ora penso al dolore di un’altra madre, il cui figlio Shalit e’ da 5 anni prigioniero di Hamas. Ma Prodi non si commuove. Cari saluti da Dallas, Piera Prister