E’ un libro eccezionale che consiglio a chiunque ami Israele, la sua storia, la sua natura dai forti contrasti, i suoi sterminati paesaggi, aspri e dolci nel contempo, nei quali lo scrittore ci trasporta fin dalle prime pagine. NILI è una storia d’amore, di spionaggio e di morte e i fatti narrati sono accaduti in Palestina durante la prima guerra mondiale. NILI è un gruppo clandestino ebraico realmente esistito che adottò per sigla un versetto biblico (“L’Eterno di Israele non deluderà mai”) e costruì, rischiando la vita dei suoi membri, una rete di servizi di informazione che si riveleranno indispensabili per la vittoria degli Alleati. Ma la vera protagonista di questa storia che Lomonaco ricostruisce con autentica passione è Sarah Aaronsohn appartenente ad una famiglia di pionieri giunti in Terra d’Israele, sorella di quell’ Aaron che fondò nel 1900 una fattoria all’avanguardia e a cui si deve la scoperta del grano selvatico. Sarah, donna sensibile e innamorata sarà una colonna portante all’interno del gruppo clandestino, si confronterà con uomini duri e crudeli ma non verrà mai meno ai suoi principi morali e la sua forza interiore sarà come un faro per chi le vivrà accanto e la amerà. Improvvisazione, entusiasmo e tanti contrasti caratterizzeranno le vicende di NILI e dei suoi membri narrate con uno stile linguistico fluido e suggestivo che cattura magistralmente il lettore nel flusso di una storia che si dipana fino ad un tragico epilogo. Aaron Aronsohn mobilita tutta la famiglia e poi amici, soldati, poeti e idealisti, giovani e meno giovani. Tanto coraggio e forza d’animo guideranno questi uomini e queste donne ma ben pochi sopravvivranno alle torture e agli attacchi dei Turchi. Un romanzo avvincente, una storia molto intensa, abbastanza dimenticata che rivive grazie all’amore e alla passione di un bravo scrittore. Nella nota al termine del libro l’autore scrive: “ Il romanzo nasce da autentico amore e rispetto per quei giovani e per la situazione storica nella quale si sono trovati a operare. Spero di essere riuscito a trasmettere una minima scintilla della grande forza che li ha animati e dell’ideale perseguito. Questo è uno dei motivi che mi hanno indotto a superare le mie resistenze nell’usare i loro veri nomi. Ogni volta che scrivevo Aaron, Sarah, Absa o Yoseph mi sembrava così di richiamarli dall’oblio: anche in questo caso la Memoria, specialmente dopo quanto accaduto in questo secolo, è un dovere”. Chi leggerà questo stupendo romanzo si accorgerà che l’autore non solo è riuscito nel suo intento ma ci ha regalato un codice morale da meditare e tramandare.